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Alberi, come evitare l’abbattimento? | Voce al Diritto

Alberi

 “Egregio Avvocato,

ho una villetta con un filare di alberi di alto fusto che si diramano lungo una strada comunale. So che alcune persone si sono lamentate in Comune. Dicono che gli alberi potrebbero cadere sulla strada e vorrebbero abbatterlo. Io non voglio assolutamente che vengano tagliati, perché sono sani e tengo molto al mio giardino, che è apprezzato da tutti i miei ospiti.

E’ possibile che il Comune venga ad abbatterli?”

Cosa dice la legge sull’abbattimento degli alberi e come eventualmente tutelarli

Gentile lettore, normalmente il Comune ordina l’abbattimento degli alberi attraverso ordinanze cosiddette contingili e urgenti. Si tratta di un potere attribuito al Sindaco ai sensi dell’art. 54 comma 4 del Testo unico degli Enti Locali (d.lgs. 267/2000). L’ordinanza contingibile e urgente ha contenuto vario, nel senso che il Sindaco può emettere provvedimenti di qualunque contenuto, per far fronte a emergenze in materia di incolumità e sicurezza pubbliche.

Un esempio recente sono state le ordinanze dei Sindaci durante l’epidemia di Covid-19, per creare zone di quarantena. Tra i contenuti che possono assumere le ordinanze contingibili e urgenti vi è anche l’ordine di abbattere alberi, se costituiscono pericolo per l’incolumità pubblica. Ci sono tuttavia dei limiti anche per tali provvedimenti.

I limiti dei provvedimenti

Ai sensi dell’art. 54 comma 4 sopra citato, infatti, simili ordinanze devono essere emesse “nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. E’ quindi necessario, da un lato, che il Sindaco rispetti i principi generali dell’ordinamento (ad esempio, non è possibile un’ordinanza dal contenuto immotivatamente discriminatorio). Dall’altro lato, però, il contenuto dell’ordinanza dipende dal pericolo. Se non c’è pericolo, l’ordinanza è illegittima e, se anche vi fosse pericolo, l’ordinanza dovrebbe comunque essere proporzionata a esso ed è legittima solo nei limiti in cui è necessaria per arginare il rischio.

La sentenza

Una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 9178 del 27.10.2022) illustra i limiti delle ordinanze contingibili e urgenti in materia di taglio di alberi. Nel caso all’attenzione del Consiglio di Stato, un Comune aveva ordinato:

“l’abbattimento di un abete rosso secolare…. ravvisando in esso un pericolo imminente per la pubblica incolumità sulla viabilità pubblica e nell’abitato circostante”.

Il provvedimento si basava su delle perizie rese dal Comando Forestale e da un perito agronomo nominato dal Comune, da cui emergeva un rischio attuale e concreto di cedimento della pianta

I privati destinatari dell’ordine di abbattimento dell’abete impugnavano l’ordinanza del Comune, affermando che, a contrario da quanto sostenuto nel predetto provvedimento, non c’era affatto un pericolo di cedimento dell’albero.

Il Consiglio di Stato, dopo avere disposto una nuova perizia, ha ritenuto che non vi fosse rischio di caduta della pianta, osservando anche come il provvedimento impugnato fosse stato emesso due anni addietro e, in questi due anni, l’albero era ancora in piedi. Il medesimo Giudice afferma inoltre che “il cd. “rischio zero” di caduta di un (qualsiasi) albero non esiste, come del resto esplicitato dalle “Linee guida per la valutazione delle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità degli alberi” del Ministero dell’ambiente”. Invece ciò che per il Consiglio di Stato conta, ai fini dell’abbattimento, non è il quando si verificherà un cedimento, in quanto si tratta di previsione impossibile. Ma bisogna valutare, nel miglior modo possibile, la “propensione al cedimento” della pianta.

L’ordinanza del Comune è quindi stata annullata per carenza dei presupposti, in quanto non vi era nessun particolare rischio di immediato cedimento, nonché in quanto non fondata su adeguata istruttoria, perché i pareri su cui si fondava il provvedimento non avevano approfondito la questione in modo appropriato.

Conclusioni

Alla luce di quanto sopra e visto che lei, caro lettore, afferma come gli alberi siano sani, ritengo molto improbabile che il Comune possa ordinare in via d’urgenza l’abbattimento delle sue piante. Se ciò dovesse avvenire e vi fosse un ordine di abbattimento, Lei ha diritto a impugnarlo tramite ricorso al Tribunale Amministrativo competente, entro i 60 giorni successivi, o in alternativa tramite ricorso al Presidente della Repubblica, entro i 120 giorni successivi.

 

Filippo Testa

Scritto da Filippo Testa

Filippo Testa, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Parma nel 1999.
Concluso il tirocinio forense, nel 2002 supera l’esame di abilitazione di avvocato presso la Corte di Appello di Torino e viene insignito della Toga d’onore della Fondazione Torta quale iscritto all’Ordine degli Avvocati di Asti per aver conseguito il miglior punteggio all’esame di Stato.
Nel 2016 si iscrive all’Albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione e alle Giurisdizioni Superiori.
Attivo in diversi ambiti del diritto, ha recentemente conseguito un Master di specializzazione in Diritto dello Spettacolo.
Da sempre attento alle tematiche di difesa delle donne vittime di violenza e stalking ed alla loro tutela in ambito giudiziario.
Convinto animalista, si batte da sempre per la protezione e il riconoscimento dei diritti degli animali e, anche per questo motivo, sostenitore della dieta vegana.

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