Barbara Scott scrive liste, compra oggetti, fa ricerca e quasi nulla sfugge al suo sguardo.
La bellezza sta in ogni dove, la natura, la strada come fonte di ispirazione.
Incamera momenti e li rende strumenti per ricordare ogni cosa e ogni giorno alimenta il suo palazzo mentale. Le sue parole chiave sono evoluzione e trasformazione.
Da sempre al fianco dei migliori brand e delle eccellenze italiane, il suo stile elegante e raffinato dona agli ambienti un tocco di classe ad effetto wow.
Abbiamo deciso di raggiungerla per fare due chiacchiere con lei e conoscere meglio la sua filosofia di design.
Cos’è esattamente un interior design?
“La definizione credo abbia a che fare con la progettazione degli interni, l’arte di organizzare lo spazio interno.
Per me con l’idea di bellezza!
Cerco sempre di creare qualcosa di bello e di impatto, devo portare i miei clienti ad esplorare possibilità a cui non penserebbero mai, devo trovare il loro progetto, l’unico possibile che è l’insieme delle cose che desiderano e di quello che, in potenza, è lo spazio che abiteranno”.
Qual è la tua idea personale di casa?
“Non ho un’idea personale di casa, non riesco a pensare ad una casa per me.
Ho sempre abitato in case piccole che mi accogliessero e fossero per me dei luoghi dove stare al sicuro. Forse, ho dato la mia idea personale di casa”.
Quando incontri un cliente, qual è la prima domanda che gli poni e perché?
“Non faccio mai domande, piuttosto mi faccio raccontare, cerco di capire come usano la casa che abitano e li osservo mentre parlano.
I fattori che influenzano la buona riuscita di un progetto sono due: la struttura sulla quale lavorerò e la personalità di chi la abiterà.
Questo è tutto quello che mi serve”.
Quanto c’è di te negli spazi che progetti?
“La mia testa e il mio cuore, quindi direi abbastanza”.
Come definiresti il tuo stile?
“Eclettico. Nel mio modo di progettare coesistono stili diversi e tutti facenti capo a differenti periodi e poi cerco di portare avanti una mia personale idea di bellezza”.
Come combini funzionalità e bellezza?
“La funzionalità la ricerco nella struttura, nella progettazione e nella fruibilità degli spazi. La bellezza nella ricerca dei materiali di finitura, negli arredi, nella luce e nei complementi”.
Da dove trai ispirazione?
“Faccio molta ricerca, sono curiosa.
La moda, l’architettura, la fotografia e l’arte sono tutti tasselli che si uniscono alla ricerca fatta per strada.
Leggo tanto e osservo il mondo che mi circonda.
Questi sono i caratteri più distintivi del mio processo creativo”.
L’elemento d’arredo a cui non rinunceresti mai?
“Il divano. Una casa potrebbe non avere la cucina ma non il divano”.
La stanza alla quale sei più legata?
“Non saprei.
La mia casina è un piccolo appartamento di 60 mq
E lo spazio è unico ma sicuramente non potrei fare a meno di uno spazio all’aperto
Un balcone o un piccolo giardino dove poter passare il tempo quando arrivano le calde giornate estive”.
Quali sono le richieste più bizzarre che hai ricevuto?
“Progettare una casa minimale e ultramoderna in una casa del settecento”.
Se uno studente volesse fare il tuo lavoro, cosa consiglieresti?
“Di prepararsi a studiare molto e a faticare fisicamente.
Questo è un lavoro duro, bisogna essere precisi, ordinati e organizzati, non basta avere inclinazione. Non è un lavoro per tutti”.
Cosa prevedi nel futuro del design?
“Penso che aldilà di un innegabile rivoluzione nei materiali e nella tecnologia, la casa diventerà sempre di più un luogo dove trascorrere molto tempo
E di conseguenza dovranno diventare luoghi sempre più confortevoli e non scontati”.
Progetti per il futuro?
“Mi piacerebbe fare un albergo, misurarmi con qualcosa di meno personale della casa. E la pace nel mondo!”