Biancaneve e vissero felici e contenti. “Din Don la regina è morta!” Passato un anno dalla morte della regina malvagia a causa di un fulmine che la fece cadere da un dirupo mentre cercava di schiacciare i sette nani con un masso più grande di lei, nel castello ormai la fanno da padroni varie creature bizzarre. Il magico specchio sonnecchia mentre il castello cade in rovina e il tutto viene osservato dal gufo parlante Sgrufo (Edward Asner) fumatore accanito di sigari e da un piccolo pipistrello rimbambito di nome Pipsy (Frank Welker).
Biancaneve è con il suo principe e tutto sembra scorrere tranquillo. Sembra…perché il fratello della regina, Lord Malizia, un potente stregone è deciso a vendicarsi della sorte della sorella. Grazie ai suoi poteri magici, l’oscuro signore rapisce il principe azzurro e semina ovunque morte e distruzione. Biancaneve dovrà mettere da parte l’abito nuziale e partire per una rocambolesca avventura in compagnia delle cugine dei nani (anch’essi partiti per una vacanza dopo anni di fatiche nella miniera) alla ricerca di sé stessa e del suo amato.
Biancaneve e vissero felici e contenti – Una favola controversa
Controverso è l’aggettivo che più si addice a questo dimenticato pasticcio della Filmation sulla scia del meglio riuscito I sogni di Pinocchio (Pinocchio and the Emperor of the Night, Hal Sutherland, 1987). L’ambientazione è cupa e si distacca totalmente dal lungometraggio d’animazione originale di Walt Disney del 1937. Al di là delle buone intenzioni, però, il film di John Howley è mancante della stessa armonia e forse degli strumenti creativi che resero celebre la storia di Biancaneve.
Biancaneve e vissero felici e contenti non è un cartone animato qualunque né sicuramente un film adatto a tutti. La scelta registica di proseguire la fiaba dei Fratelli Grimm alterando i personaggi e soprattutto la storia avrebbe potuto essere anche un’idea interessante se non fosse per il fatto che il pubblico da casa si aspettasse un’altra tipologia di film.
Non sarà la Disney, ma è pur sempre un capolavoro interessante
Non un film per famiglie, quindi, ma un ibrido molto interessante soprattutto per il cast di doppiatori. Biancaneve viene doppiata dalla bravissima Irene Cara (scomparsa da poco). Lord Malizia dal sempre inquietante Malcom McDowell (Arancia meccanica, Kubrick, 1971). Madre Natura dalla divertente attrice caratterista Phyllis Diller. Mentre per quanto riguarda le sette nanette cugine dei nani il parterre diviene ancor più gustoso e spassoso. Fangosa (Carol Channing) è fenomenale. Radiosa (Sally Kellerman) semplicemente sublime. Bocciola (Zsa Zsa Gabor) ancora più graziosa del solito. Fulminella e Lunella (Tracey Ullman) ancora più stralunate e Linda Gary nel duplice ruolo di Selvaggia e Marina.
Agli aficionados dei film della Disney sconsiglio caldamente di vedere questo film sebbene sia apprezzabile lo sforzo del produttore, Lou Scheimer (1928-2013) di aver osato, anzi, di aver avuto il coraggio di convincere un ottimo cast per un film d’animazione musicale che sembra, a mio avviso, purtroppo, un film horror mal riuscito. Controverso è anche il fatto che l’uscita del film fu posticipata più volte e arrivò nelle sale ormai agli inizi degli anni Novanta e persino in versione censurata. La Disney, infatti, non tardò a farsi sentire e fece di tutto per far sì che la pellicola di Howley non rispecchiasse la storia originale. Fu modificato più volte il titolo del film e alla fine si optò per un “felice e contenti” già sdoganato e senza diritto d’autore.
Buona visione!