In questa brutta pagina di cronaca, l’unica cosa certa è che una ragazza di 18 anni, Camilla Canepa, non c’è più dopo aver ricevuto la prima dose di ASTRAZENECA.
Camilla Canepa, i dubbi sulla morte
Ma i dubbi sulla sua morte sono parecchi. Questi potranno venire chiariti in parte dall’autopsia affidata ai dottori Luca Tajana e Franco Provella, in parte dal materiale documentale al vaglio dei NAS. Le cartelle cliniche prelevate dall’ ospedale di Lavagna e al Policlinico S. MARTINO di Genova, infatti, parlano di una malattia autoimmune familiare. Non solo, si riporta anche la presenza di farmaci a base di estrogeni, utilizzati come terapia per questa malattia.
Ciò nonostante, rimane aperta la domanda sul quadro clinico della ragazza. La sua cura ha interferito o no con il vaccino, causandole una trombosi fatale? A tal proposito, gli inquirenti stanno confrontando la scheda anamnestica che la ragazza aveva compilato prima della vaccinazione. Tale scheda verrà consegnata a breve alle forze dell’ordine per mano della Asl di pertinenza.
Il ricovero, la trombosi e il decesso
Il 5 giugno Camilla viene ricoverata dopo forti mal di testa. La TAC rileva una trombosi al cervello e per questo viene operata d’urgenza. Sfortunatamente, però, il giovedì la giovane muore.
Gli inquirenti stanno sequestrando tutta la documentazione. Al interno di quest’ultima, vi è anche una lettera del CTS sugli Open Day e il rapporto dell’EMA sulle trombosi vaccinali per la fascia d’età della Canepa.
Inoltre, pare che verranno interrogati persino il medico curante della ragazza, i genitori che hanno dichiarato comunque che la figlia era sana, e probabilmente il tecnico che ha raccolto il questionario d’anamnesi.
Camilla Canepa, la Class Action del Codacons
In merito alla vicenda di Camilla, il Codacons ha promosso una Class Action. L’agenzia dei consumatori, infatti, ha depositato in procura un esposto per un’indagine sul ministro Roberto Speranza, il generare Figliuolo e la ASL di competenza per individuare le relative responsabilità sulla somministrazione di Astrazeneca agli under 60.
I cittadini sono sfiduciati
L’ altra notizia è che la vaccinazione con ASTRAZANECA al momento è stata bloccata. Chi dovrà fare la seconda dose, potrà a questo punto utilizzare un altro vaccino, per esempio PFEIZER. Questo rimpallo di notizie e contraddizioni a livello comunicativo, provoca nei cittadini panico , sfiducia e confusione. Pesanti le critiche, già nel 2020, sulle comunicazioni istituzionali e del CTS. Lo stesso vale per quei virologhi giornalmente presenti nei talk televisivi, dove abbiamo assistito, increduli, a dichiarazioni contraddittorie e altalenanti, che hanno ottenuto l’effetto opposto. Anziché rassicurare i cittadini, hanno solamente generato incertezze, paure e la sensazione di essere “soli” contro una pandemia estremamente pericolosa.
Cosa facciamo?
E quindi ci si chiede per prima cosa: come è possibile autorizzare ed immettere sul mercato, da parte dell’ EMA, vaccini preparati in meno di 1 anno? In media, non vengono diffusi dopo avere superato protocolli e test per un periodo minimo di 4/ 5 anni ?
Comprensibile l’urgenza di un siero in una situazione epidemica così grave. Tuttavia, non è ammissibile immettere sul mercato vaccini “ tampone”. A mio avviso, si dovrebbero somministrare con molta cautela, non a tappeto e indiscriminatamente come è stato fatto. I pericoli e rischi sono sotto i nostri occhi. Tra l’altro, si parla di una proteina “SPIKE”, presente nei vaccini, che sarebbe nel medio lungo periodo un veleno e pericolosa per l’organismo umano.
In conclusione, con il massimo rispetto per la scienza e la tecnologia, sembra quasi di esser diventati “cavie da laboratorio”!