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Caso Denise, Piera Maggio diffida Quarto Grado

Caso Denise

Piera Maggio ha diffidato pochi giorni fa, tramite il suo legale Avv. Frazzitta, Quarto Grado per l’ingerenza nel caso Denise. La mamma della piccola scomparsa si è scagliata contro il programma di RETE4, condotto da Luigi Nuzzi, a causa di dichiarazioni e giudizi rilasciati dal giornalista Carmelo Abbate. Quest’ultimo, infatti, sempre presente in trasmissione, si è espresso negativamente sulla Maggio in merito alla sua relazione con Pietro Pulizzi, diventato oggi suo marito.

Caso Denise, la diffida

Da parte del conduttore non c’è stato nessun tentativo di correggere o attenuare le dichiarazioni del giornalista, non dimostrando così un atteggiamento neutrale e garantista. Questa decisione drastica da parte della Maggio è la conseguenza di tensioni accumulate da tempo e che oggi impediscono di fatto alla trasmissione di trattare la questione. Causa, la forte esposizione mediatica negli ultimi mesi. Difatti, parecchie trasmissioni rischiano spesso di spostare, anche involontariamente, l’attenzione su temi collaterali, invece di soffermarsi ed evidenziare fatti, dichiarazioni e dati pregressi e attuali. Si eviterebbe, dunque, di ricostruire, almeno in parte, il rapimento o sparizione della bambina avvenuto 17 anni fa a Mazara del Vallo e che presenta ancora, dopo tanti anni, molti punti oscuri e scenari diversi.

Inoltre, la recente pista ROM ha avuto una fase di arresto, in quanto la persona attenzionata pochi giorni fa, non risulta essere la donna del video. *Ricordiamo che la clip era stata girata a Milano poco dopo la scomparsa di Denise ed è divenuto subito virale.* Ed anche la notizia che sia viva e abbia una figlia, pare non confermata.

Risulta evidente che in passato l’inchiesta fu svolta in modo caotico. Ci sono parecchie lacune, che portarono a non perseguire alcuni indagati. Ora, però, le procure stanno riprendendo tutti gli atti. Testimonianze ed intercettazioni di allora sono in corso di ri-valutazione, grazie a tecnologie in uso ai R.I.S. che prima non erano in uso.

Mancano, però, ancora testimonianze credibili e autentiche, che possano portare alla soluzione del caso e all’eventuale ritrovamento di DENISE.

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