Le tante possibilità offerte dalla tecnologia possono diventare un’arma chiave contro la violenza sulle donne.
“Ho atteso che lui uscisse per riuscire a parlare con qualcuno, ho aspettato che lui uscisse ma non è successo, quando finalmente avrei potuto non ce l’ho fatta a chiamare davanti ai miei figli. Questo è accaduto molte volte. Poi lui un giorno è rientrato e è successo ciò che mai avrei sospettato, ma ormai era troppo tardi. In certe situazioni è un attimo.”
MARTA C. – Savona
Una connessione internet, oggi può realmente salvare una vita.
Oltre al numero di telefono nazionale 1522 attivo tutti i giorni h24, chiedere aiuto attraverso app, social e/o messaggistica è un gesto spesso più semplice, diretto e veloce.
Durante il lockdown, a fronte del primo periodo, quando le denunce per violenza domestica sono calate, ne è seguito un altro in cui sono aumentate drammaticamente, un periodo coinciso proprio con l’attivazione del servizio whatsapp da parte di molti centri antiviolenza sul territorio nazionale.
Segno che, con tale strumento, è più facile chiedere aiuto.
Altri strumenti arrivano dalle grandi piattaforme social. Una strada ancora poco sfruttata dai Centri antiviolenza italiani che potrebbero utilizzarla per comunicare ampiamente il loro lavoro e per raggiungere le donne che hanno bisogno di intraprendere percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Un’applicazione innovativa dei social, nel contrasto della violenza di genere, viene dallo streaming. Un recente esempio è quello lanciato su Instagram.
Coloro che si trovano in situazioni di pericolo hanno la possibilità di contattare le volontarie che le seguono in diretta, affinché le potenziali vittime non giungano in un luogo nel quale non si sentono al sicuro.
Tra gli strumenti digitali per la lotta alla violenza di genere, le app sono tra i più interessanti. Facili e sicure nell’utilizzo, hanno anche il vantaggio che, diventano fonti rilevanti di dati anonimi. Sono utili per indirizzare gli operatori.
Ci sono poi le enormi potenzialità dell’Intelligenza Artificiale. Un esempio concreto è il chatbot “Nonpossoparlare”. Uno strumento innovativo che permette alle donne di contattare h24 un operatore virtuale in grado di rispondere come un vero operatore del centro antiviolenza di riferimento del territorio dell’utente.
Il chatbot è anonimo, discreto e non lascia tracce, quindi tutela al massimo la sicurezza dell’utente, presto verrà tradotto in 26 lingue per renderlo multilingua e multicultura.
Non deve essere scaricato perché si trova online sui siti web dei CAV che lo hanno attivato. E quando viene chiusa la chat la conversazione si cancella.