È passato parecchio tempo, forse più di quanto chiunque si sarebbe mai aspettato, da quando l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha proclamato lo stato di emergenza in relazione all’esplosione della pandemia da Covid-19. Da quel momento lockdown nazionali, distanziamento sociale, dispositivi di protezione e isolamento da contagio sono progressivamente divenuti parte integrante della quotidianità dei cittadini, arrivando quasi a definire una “nuova normalità” nel corso degli ultimi due anni. Si è trattato di un periodo lungo, fatto di sacrifici e rinunce sotto diversi punti di vista, ai quali si vanno ad affiancare, naturalmente, gli eventuali pericoli dovuti alla contrazione della malattia. Ma per fortuna, almeno per quel che riguarda le norme igienico-comportamentali da seguire, le cose stanno per cambiare.
A partire da oggi, infatti, il nostro Paese è ufficialmente fuori dallo stato emergenziale e con ciò prende il via quel piano di allentamenti graduali varato dal Governo di Mario Draghi che porterà ad un’abolizione totale delle regole, fino a ieri in vigore, in materia di Green Pass, ripartizione dell’Italia a colori, mascherine e obblighi vaccinali.
Cosa cambia con la fine dello stato d’emergenza da Covid-19
Nonostante la curva epidemiologica abbia mostrato (e continui a mostrare) a più riprese una risalita dei contagi, negli ultimi mesi il Premier Draghi ha espresso (e ribadito) in svariate occasioni la volontà di mantenere la nazione “aperta”. Non a caso, l’esecutivo ha evitato di adottare qualunque tipo di misura che potesse riportare alle chiusure dello scorso anno. E questo non solo alla luce del buon andamento della campagna vaccinale e dell’evoluzione del Covid-19 che lasciano ben sperare, ma anche (e soprattutto) per la crisi economica, ulteriormente aggravata dai risvolti internazionali della guerra in Ucraina, che rischia di mettere definitivamente in ginocchio la popolazione.
I casi di positività e i decessi rimangono all’ordine del giorno, così come i ricoveri nei reparti ospedalieri. Tuttavia, prima o poi, e al pari di altri Stati, la strada delle riaperture in vista di una futura convivenza con il virus doveva pur essere intrapresa.
Ecco cosa cambierà, da qui a giugno, con la fine dello stato d’emergenza:
Ripartizione a colori
La ripartizione dell’Italia a colori (rosso, giallo, arancione e bianco), utilizzata per monitorare l’andamento e l’incidenza del Covid-19, elaborava i dati epidemiologici (contagi, indice Rt e ricoveri in area medica e terapia intensiva) inviati dalle Regioni, in coordinamento con il Ministero della Salute e con il supporto della Protezione Civile, nonché con quello dell’Istituto Superiore di Sanità. Adesso, però, tale sistema decade irreversibilmente. In particolare dal 28 marzo, con la Sardegna ultima a lasciare la zona gialla, il Paese è tornato ad essere completamente bianco e da oggi, 1 aprile, l’andamento epidemico, con possibilità di aggiornamenti sui provvedimenti fa sapere l’Ansa, farà capo ad una unità di missione fino al 31 dicembre prossimo che risponderà alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Salute.
Mascherine
L’attuale regime legato all’uso delle mascherine – previste in tutti i luoghi al chiuso, compresa la scuola – rimarrà fino al 30 aprile. Nello specifico, i dispositivi FFP2 saranno obbligatori per:
- aerei, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale;
- treni e pullman turistici o, più in generale, per trasporti tra regioni diverse;
- autobus, metropolitane, tram e scuolabus;
- funivie, cabinovie e seggiovie con cupola paravento;
- cinema, teatri, sale da concerto, competizioni sportive all’interno dei palazzetti o comunque in strutture al chiuso.
Le mascherine chirurgiche, invece, dovranno essere indossate:
- in tutti i luoghi al chiuso (compresi quelli di lavoro), tranne all’interno delle discoteche nel momento del ballo o ove è prevista consumazione al tavolo.
Green Pass
La Certificazione Verde, sia essa Rafforzata o Base, sarà ancora necessaria. Nello specifico, per coloro che hanno ricevuto tre dosi di vaccino contro il Covid-19, o hanno contratto l’infezione dopo due sole inoculazioni, avrà durata illimitata, perlomeno fino a ulteriori disposizioni. Mentre per i Green Pass da tampone la validità resta invariata (48h). In più, dal 1 al 30 aprile, sarà possibile per tutti, compresi gli over 50, accedere alle postazioni di lavoro con il solo Green Pass Base. Ergo, non ci sarà bisogno di essere in possesso del Super Green Pass per lavorare [basterà quello base (tampone negativo)], il che non comporterà più sospensione da funzioni e stipendio per chi non ha aderito alla campagna vaccinale.
In aggiunta, sempre dal 1 al 30 aprile, si dovrà essere in possesso del Certificato per:
- bar e ristoranti al chiuso;
- concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati;
- colloqui in carcere;
- spettacoli all’aperto, che tornano ad una capienza del 100%;
- cinema (Super Green Pass);
- teatro (Super Green Pass);
- concerti (Super Green Pass);
- discoteche, che all’aperto tornano ad una capienza del 100% (Super Green Pass);
- sale gioco (Super Green Pass);
- centri benessere;
- strutture sanitarie (Super Green Pass);
- congressi (Super Green Pass);
- eventi sportivi al chiuso (Super Green Pass);
- eventi sportivi all’aperto, che tornano ad una capienza del 100% (Green Pass Base);
- stadi, che tornano ad una capienza del 100% (Green Pass Base);
- aerei e treni, navi e traghetti;
- pullman turistici o tra regioni.
Di conseguenza, non servirà per:
- avere accesso agli uffici pubblici, ai negozi, alle banche, alle poste e ai tabaccai;
- salire su mezzi di trasporto locali (bus, metro, tram, treni), fatta eccezione, come già anticipato, per i viaggi a lunga percorrenza;
- accedere ai luoghi di ristorazione all’aperto.
Dal 1 maggio, invece, l’obbligo di Green Pass verrà eliminato.
Obbligo vaccinale
Subiscono modifiche persino le regole legate alla vaccinazione obbligatoria finora osservate. Per gli over 50, a dispetto di quanto affermato per le normative sul Green Pass, la scadenza dell’obbligo precedentemente fissata al 15 giugno 2022 per suddetta categoria rimane comunque valida. Pertanto, l‘Agenzia delle Entrate continuerà ad erogare la sanzione pari a €100,00 a coloro che non si sono vaccinati. E lo stesso vale per il personale scolastico e le forze dell’ordine. Al contrario, per il personale sanitario e i dipendenti delle RSA l’obbligo viene esteso fino al 31 dicembre.
Quarantene
Le quarantene da contatto sono abolite, a prescindere che ci si sia vaccinati oppure no. La sola cosa da fare è quella di osservare un regime di auto-sorveglianza per 10 giorni, con obbligo di indossare una mascherina FFP2 ed eseguire un test alla prima comparsa dei sintomi o, in caso contrario, al quinto giorno dal contatto. Perciò, l’isolamento è previsto soltanto per coloro che risultano positivi al Covid-19 tramite test (molecolari o antigenici), i quali, però, non dovranno più aspettare i canonici 7/10 giorni per potersi sottoporre nuovamente a tampone. Anzi, la quarantena potrà ritenersi conclusa al primo tampone negativo (antigenico o molecolare), che potrà essere effettuato a discrezione del malato.