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Eitan, il bambino sopravvissuto al Mottarone

La storia di Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e rapito dal nonno materno

Eitan

Il 23 maggio di quest’anno, a Mottarone, una cabina della funivia si stacca e precipita con a bordo 15 persone. Di questi, se ne salva miracolosamente uno solo, EITAN BIRAN, di 6 anni, di origine israeliana. Dopo una degenza in ospedale, il bimbo viene affidato agli zii paterni. Costoro abitano in provincia di Pavia e si sono impegnati in questi mesi per proteggerlo con affetto, per lenire lo shock per la tragedia che ha vissuto, avendo perso i genitori e il fratellino di 2 anni.

Eitan, quando la fanciullezza viene segnata troppe volte

Eitan era felice di andare a scuola. Era pronto per l’inizio dell’anno scolastico, aveva cominciato ad integrarsi nella nuova realtà ed era sereno. Qualche giorno prima dell’inizio delle lezioni, però, il nonno paterno, arrivato da Israele per trovare il bambino, chiede di poterlo accompagnare a comprare dei giocattoli. Purtroppo, i due non faranno più ritorno a casa. Con la complicità di altre persone, infatti, il nonno aveva organizzato nei minimi particolari il rapimento del nipotino. E così, passando per la Svizzera, ha fatto ritorno a Tel Aviv, portando con sé il piccolo.

Gli zii paterni, AYA BIRAN e OR NIRKO, hanno immediatamente sporto denuncia alle autorità per sequestro aggravato di minore. Non è ancora chiaro come siano riusciti ad attraversare le frontiere e le dogane senza documenti. Ma ciò nonostante, l’uomo è stato condannato agli arresti domiciliari, in attesa del processo, che si terrà il 23 settembre. Insieme a lui, è sotto indagine anche la figura della nonna paterna, che pare abbia preso parte alla strutturazione del piano. 

Attualmente, la zia AYA è in Israele con l’obiettivo di riportare EITAN a casa nel modo più veloce e pacifico possibile. Il tutto, con lo scopo di non far subire al bambino ulteriori traumi e per continuare le cure delle lesioni alle gambe, causate dall’incidente in funivia. In compagnia di funzionari diplomatici, la donna chiede che il nipote possa tornare con lei in nome della “convenzione dell’Aya“, e essendo affidataria della tutela dello stesso.

Gli inquirenti sospettano, inoltre, che dietro al rapimento da parte del nonno ci sia l’interesse economico di mettere le mani sull’eredità del bambino. In quanto unico superstite, è l’erede universale dell’intero patrimonio familiare.

Vedremo nei prossimi giorni come andrà a finire questa orribile vicenda: una tragedia nella tragedia.

Tutti noi speriamo che si concluda con un lieto fine e che il piccolo superstite possa finalmente iniziare una nuova e serena vita in Italia con gli zii paterni, che lo adorano ed hanno dimostrato in questi mesi di essere le persone adatte a crescerlo nel migliore dei modi.

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