Elisabetta Canalis contro il politicamente corretto
Elisbetta Canalis torna nuovamente a schierarsi contro il politicamente corretto, definendole “follie del politically correct”
Elisabetta Canalis contro il politicamente corretto. Lo sfogo sui social.
“Penso che la direzione che stiamo prendendo è quella del dovere esprimere un pensiero a senso unico, censurando e censurandoci per il terrore di essere bollati come misogini, omofobi o razzisti.”
Queste le parole della Showgirl nelle storie del proprio profilo profilo Instagram.
Elisabetta Canalis: “L’ Italia è un paese libero. No all’omologazione.
Non si placa lo sfogo della Canalis, che attraverso i Social ha ribadito che:
“L’Italia è un Paese libero e così dovrebbe rimanere.
L’Europa non deve omologarsi alle follie del politically correct che si vedono sempre più spesso altrove, anche perché a livello di diritti umani e di umanità in generale abbiamo tanto da insegnare a molte nazioni”.
Brava Elisabetta.
Ad applaudire la Canalis sui Social arriva Giorgia Meloni pienamente d’accordo con le parole di Elisabetta.
“Brava Elisabetta!”. La legge divide la maggioranza e il braccio di ferro non conosce tregua.”
No ad una legge che introduce il bavaglio.
Ha così dichiarato la Meloni, spiegando che non vuole una: “Una legge che introduce bavaglio e carcere per le idee (punire chi non condivide le adozioni gay o l’utero in affitto è una follia) e vuole portare nelle scuole di bimbi di 5 o 6 anni la teoria gender.”
Al coro si unisce Maria Stella Gelmini.
“Non limitiamo la libertà di espressione”, insiste Maria Stella Gelmini.
Non è la prima volta che Elisabetta Canalis si scaglia contro il politically correct.
A dare l’ incipt al messaggio è stato un articolo pubblicato su Dagospia a firma di Roberto D’Agostino, che ha affrontato il delicato tema della censura buonista.
Le parole di D’Agostino.
Ecco cosa scriveva Dagospia: «Ecco una delle piaghe che affliggono il nuovo secolo. L’ipocrisia elevata a galateo. Il moralismo che sostituisce il giudizio estetico, la paura di esprimere un’opinione perché si finirebbe impallinati dai giustizieri dei “gender”, del “Me-too”, del politicamente corretto».
Il plauso di Elisabetta.
Ad applaudire quella volta fu proprio Elisabetta, che così scriveva: «Pubblico volentieri l’articolo scritto da Roberto D’Agostino riguardo alla censura buonista del politicamente corretto che sta arrivando anche in Italia.
Parole che arrivano dalla sua esperienza in America
“Lo dico vivendo in Usa. Un paese vittima di questa ipocrisia in cui fare una battuta ed avere un’opinione che sia diversa da quella del gregge equivale ad essere tacciati di razzismo, omofobia o misoginia».
A voi l’ardua sentenza.