Nel suo piano d’azione per un fisco più equo e semplice, a sostegno della strategia di risanamento dell’economia, dopo i danni provocati dalla pandemia, la Commissione europea ha annunciato per il 2021 una comunicazione che fa il punto sui diritti esistenti dei contribuenti, ai sensi del diritto dell’UE, insieme a una raccomandazione agli Stati membri per migliorare la situazione dei contribuenti e per semplificare gli adempimenti fiscali.
Fisco più equo, una nuova consultazione pubblica in tutta Europa
Una nuova consultazione pubblica organizzata dalla Commissione europea ha lo scopo di raccogliere informazioni sull’imposta diretta nei diversi Stati, oltre a meglio comprendere i problemi relativi alle imposte indirette (IVA) che i cittadini devono attualmente affrontare quando esercitano i loro diritti nel trasferire i capitali per attività transfrontaliere.
Questo potrebbe essere il caso di chi, ad esempio, lavora all’estero ma risiede in Italia o di chi acquista una proprietà immobiliare all’estero, o ancor di più potrebbe essere il caso di chi proprio si trasferisce in uno Stato membro dell’UE diverso dal suo.
I risultati confluiranno tutti in una raccomandazione che sarà ufficializzata dalla Commissione europea intorno al 3° trimestre del 2021.
Fisco più equo, la raccolta dei dati
Tutte le parti interessate sono invitate a fornire le proprie opinioni per un fisco più equo. Questo include i cittadini, le varie Agenzie delle Entrate, le amministrazioni, le organizzazioni governative, non governative e imprenditoriali, professionisti e accademici.
La raccomandazione mirerà a facilitare il rispetto dei diritti dei contribuenti e semplificare i loro obblighi.
La sensibilizzazione sui diritti dei contribuenti migliorerà finalmente anche la certezza del diritto e il rapporto tra contribuenti e amministrazioni fiscali.
Un buon rapporto tra contribuenti e amministrazioni fiscali è reciprocamente efficiente, poiché facilita la riscossione dei tributi per le amministrazioni fiscali e facilita il rispetto delle norme applicabili ai contribuenti.
Ad esempio, un migliore uso della tecnologia informatica potrebbe tradursi in una riscossione delle imposte più semplice, più efficace e più agevole, anche in situazioni transfrontaliere, raggiungendo nel contempo l’equità sociale.
Le attività transfrontaliere
Le persone che intraprendono attività transfrontaliere all’interno dell’UE si trovano spesso ad affrontare diverse questioni fiscali aggiuntive rispetto alle persone che sono attive solo all’interno di un singolo Stato membro dell’UE.
La Commissione ha già affrontato più volte la questione della tassazione dei cittadini, per esempio nel dicembre 2011, con il documento “Rimozione degli ostacoli fiscali transfrontalieri per i cittadini dell’UE”, relativo all’esenzione dalla doppia imposizione di eredità, o anche con il documento “Modi per affrontare gli ostacoli fiscali transfrontalieri di fronte a individui all’interno dell’UE”, pubblicato nel 2016.
La cooperazione tra le amministrazioni fiscali
In seguito a questi interventi, la giustizia dell’Unione europea ha eliminato le norme nazionali non conformi ai Trattati UE. La cooperazione tra le amministrazioni fiscali è molto più stretta di dieci anni fa, grazie all’adozione delle Direttive per la Cooperazione Amministrativa (DAC). Tuttavia, i cittadini continuano a segnalare quanto siano complesse le procedure amministrative, le barriere linguistiche o le diverse interpretazioni che poi ogni singolo Stato dà ai trattati in materia fiscale.
Le norme dell’UE sull’IVA
Sebbene le norme dell’UE sull’IVA siano ampiamente armonizzate, sembra che la situazione finanziaria di soggetti passivi, in particolare delle piccole e medie imprese (PMI), potrebbe essere migliorata. I problemi di liquidità delle PMI potrebbero essere alleviati da un’IVA più rapida e semplice in fatto di rimborsi, sia in ambito nazionale, sia transfrontaliero.
Accesso e regole chiare sulla possibilità di richiedere sgravi IVA su crediti inesigibili, nonché un uso più frequente del contante potrebbe anche contribuire ad alleviare i problemi di liquidità dei soggetti passivi.
Infine, un buon dialogo tra il contribuente e l’amministrazione fiscale potrebbe aiutare non solo i singoli, ma anche le amministrazioni pubbliche, che potrebbero raccogliere informazioni senza dover necessariamente fare audizioni specifiche. I contribuenti potrebbero beneficiare più facilmente dell’assistenza fiscale delle amministrazioni in caso di dubbi sulle procedure.