Gorilla nella nebbia: La ricercatrice statunitense Dian Fossey (Sigourney Weaver) ha lasciato da anni la sua vita agiata e si è trasferita sulle montagne del Congo Belga per studiare i comportamenti di una specie protetta di gorilla in via d’estinzione. Grazie al supporto del National Geographic e del dott. Louis Leakey (Iain Cuthbertson) la donna riesce ad attirare l’attenzione mediatica nei confronti dei primati e di come essi possano adattarsi ad un lento e studiato avvicinamento da parte degli uomini.
Trasferitasi in Rwanda, Dian riesce a fatica a farsi rispettare dai nativi perché scopre il mercato nero dei contrabbandieri che rapiscono e uccidono i gorilla di montagna per rivendere le loro pelli.
L’intervento del fotografo del National Geographic, Bob Campbell (Bryan Brown) e della signora Rosamond Carr (Julie Harris) non basteranno per far tornare sulle proprie posizioni Dian, ormai convinta di dover lottare contro ‘gli altri’ pur di salvare i gorilla.
Gorilla nella nebbia – Una pellicola dedicata ai primati
Il compianto regista inglese, Michael Apted (Il segreto di Agatha Christie, 1979) trae spunto dall’omonimo libro del 1983 della Fossey per mettere in risalto la sua vita dedita al servizio dei primati.
Apted dirige questo film con una freddezza quasi spietata lasciando poco spazio all’immaginazione dello spettatore che si ritrova, incautamente, a dover guardare fino alla fine un capolavoro drammatico che non può avere un lieto fine.
Senza svelare troppo ai lettori, Gorilla nella nebbia rappresenta uno di quei film che oscillano tra il documentario e un biopic che non ha bisogno di edulcorare alcuna pillola.
Sigourney Weaver (Alien, Ghostbusters – Acchiappafantasmi) è granitica e priva di scrupoli. Combatte per salvare i gorilla a costo della propria vita e viene allontanata da tutti fino a vivere come una reclusa in una baracca sulle montagne rocciose.
‘Gli altri’ sono i bracconieri, i venditori di pelle che non si fermano davanti a niente pur di ottenere ciò che vogliono. In un sistema capitalistico corrotto nel cuore dell’Africa centrale, la donna si trova con pochi aiuti e all’inizio con difficoltà linguistiche e igienico-sanitarie.
La forza, la determinazione e il coraggio sono i tre elementi che formano il carattere della protagonista.
La Fossey come figura centrale
Tutta la pellicola di Apted ruota, infatti, sulla figura della Fossey e sul cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema delicato come quello della salvaguardia dei gorilla neri del Rwanda.
Come era già successo anni prima con gli scimpanzé presi in considerazione dall’etologa e antropologa inglese Jane Goodall (1934), Dian prova in tutti i modi a cercare una linea di comunicazione con gli animali e soprattutto con il paese circostante e i suoi abitanti.
Candidato ad una serie di premi importanti alla fine degli anni Ottanta, Gorilla nella nebbia merita di essere ricordato e proiettato nelle scuole pubbliche per la sua molteplice funzione storica, antropologica e animalista.
La povera Fossey merita giustizia e sebbene siano passati oltre trent’anni da quei terribili fatti, le persone hanno il sacrosanto diritto di sapere chi abbia fatto del male a quella signora che sacrificherà la propria vita per una causa giusta e che non deve essere sepolta un archivio o all’interno di un sepolcro.
A noi, appassionati e cultori della materia, grazie alla superba interpretazione veritiera della Weaver (da Oscar) rimarrà il sogno di poter immaginare la Fossey su quelle montagne, in compagnia dei suoi amati gorilla che stanno cercando ancora la meritata giustizia e protezione nella nebbia.
Buona visione!