Da pochi giorni è possibile trovare nelle librerie il nuovo libro sull’Inter, il volume di Mauro Colombo, Luigi Ferro, Maurizio Harari, Andrea Maietti, Roberto Torti dal titolo: “1908 F.C. Inter Le Storie”.
Edito da Hoepli, vede all’interno illustrazioni, rigorosamente in nero e azzurro, di Osvaldo Casanova, interprete di culto nel mondo del graphic football-www.thankyoufortheroses.com
Il Football Club Internazionale Milano nacque il 9 marzo 1908 presso il ristorante “Orologio” in Piazza del Duomo a Milano.
Fu l’iniziativa di un gruppo di soci dissidenti del Milan Football and Cricket Club, contrari al divieto imposto dal club rossonero di arruolare calciatori di nazionalità straniera.
Giorgio Muggiani, artista futurista tra i 44 fondatori del nuovo club, scelse i colori che ne avrebbero caratterizzato il logo societario.
“Il volume racconta vittorie e rovesci della squadra più internazionale e beneamata d’Italia; se l’Inter non esistesse, bisognerebbe inventarla per rendere più avvincenti le vite dei tifosi, non solo interisti, ma di tutta Italia”, affermano gli autori.
Raccontare la storia dell’Inter significa imbattersi in continui rovesciamenti di fortuna.
Uno scudetto al secondo anno di vita e poi dieci anni di astinenza.
Altro scudetto e poi due spareggi per non retrocedere.
La gloriosa epopea dell’Ambrosiana Inter e di Peppino Meazza che segue il crollo dello stadio.
Molti campionissimi croce e delizia del tifoso hanno giocato nell’Inter: Nyers, Skoglund, Benito “Veleno” Lorenzi, Suarez, Mariolino Corso, il Becca, Recoba.
Sono loro che rappresentano meglio di tutti le montagne russe dell’Interismo, ma poi certo ci sono anche gli affidabilissimi Mazzola, Facchetti, Rummenigge, Mattheus, Bergomi, Zanetti e così via.
Personalità carismatiche come Herrera e Mourinho.
Tanti presidenti, da Angelo Moratti al figlio Massimo, che dopo un decennio di insuccessi, cambi di allenatori e nervosismi vari, ha lasciato ai tifosi il magnifico ricordo degli allori del Triplete.
Con la prefazione di Maurizio Cucchi, tifosissimo della Beneamata come tanti poeti.
Da Vittorio Sereni in poi, con una lunga intervista a Massimo Moratti e con le tavole di Osvaldo Casanova, illustratore cult nel mondo del calcio.
Questo è un volume da tirar fuori nei momenti di esultanza o di sconforto.
Perché l’Inter è questa.
AUTORI
Mauro Colombo, giornalista, è nato nel 1965, anno solare durante il quale i nerazzurri vinsero tutto quello che c’era da vincere.
È dunque interista per destino e dna. Intorno al nerazzurro ha scritto in Cent’anni da interisti (2008) e di Giuseppe Meazza ne L’ultimo dribbling del Balilla (2010).
Luigi Ferro (1963), giornalista, vive spesso in solitaria sofferenza la sua passione nerazzurra.
Alla vittoria dela Uefa (1998), per non svegliare la piccola Alice, mimò silenziosamente una sfrenata esultanza.
Si rifece con gli interessi dodici anni dopo, nella notte di Madrid. Con Giampiero Rossi ha scritto Le memorie di Adriano (quello vero) (2004).
Maurizio Harari (1953), milanese, interista per sangue materno, insegna archeologia all’università di Pavia.
Nei suoi molti viaggi di lavoro, dalle pendici dell’Ararat a Guangzhou, ha sempre incontrato molti interisti.
Sospetta che anche i Galli lo fossero, benché a quei tempi, nella Mediolanum sempre allagata, i druidi dovessero spesso sospendere le partite.
Andrea Maietti (1941), già professore di letteratura inglese, oltre che dell’Inter, è gran tifoso di Hemingway e di Gianni Brera, che una volta lo battezzò suo “biografo ufficiale”, benché stentasse a finire un bicchiere di rosso.
Scrive di sport per gratitudine: ha vinto un Bancarella Sport (La lepre sotto la luna, 1997) e ha dedicato un libro a Giacinto Facchetti (Ribot e il menalatte, 2006).
Roberto Torti (1963), giornalista alla Provincia Pavese, segue il calcio dalla notte del 17 giugno 1970, quando i genitori lo svegliarono urlando al gol di Burgnich.
Da lì in poi, solo Inter e due libri in nerazzurro.
Settore 4c Fila 72 Posto 35 (2008) e Il Triplete è merito mio (2020).
Sogna un mondo più giusto: cioè, senza Juve.