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Il Pet-friendly e il grande paradosso dell’estate all’Italiana

Sempre più strutture ricettive e spiagge permettono l’accesso ai quattrozampe, ma a guadagnarci non sempre siamo noi pelosi

Quella volta che... ero in Grecia... Afrodite e la sua amata spiaggia di Kourouta, Elide

Il pet-friendly, ovvero l’accoglienza verso gli animali in viaggio con i proprietari. Spesso ciò si rivela complicato, se non paradossale, a scapito del grave problema di animali lasciati per strada  e randagismo, che aumentano a ridosso delle vacanze. 

CAMPAGNE CONTRO L’ABBANDONO, GUIDE PER VIAGGIARE CON FIDO… Tutto, in teoria, molto pet-friendly, ma poi?!

Come districarsi fra Hotel e Stabilimenti Balneari Pet-Friendly e le frasi “No, il cane in acqua no”, “sopra ai 10 kg può stare solo nel box”, “In aereo il medio grande si stiva”

Riflessioni di un cane discriminato

Ciao a tutti! Io sono Afrodite Acheide, (dicono si chiami così il mio trisnonno), sono nata a Rimini il 24 ottobre del 2018 da mamma Shayla e papà Aaron. Qualcuno mi avrà già vista nelle pagine del nostro Vanity Class, come protagonista della rubrica “Noi Animali”

Sono una fiera e iperattiva femminuccia di pastore tedesco, e vivo con la mia famiglia umana composta dai miei umani, il bipede papà Diego e la mia preferita, Veronica, una delle autrici di questa rubrica dedicata ai pelosi. 

Afrodite, cane turista

Ho sempre viaggiato con loro, dalla gita al fiume, alla giornata sulla neve, corse pazze nei prati, giri turistici in città, da Milano a Torino, passando per Novara, Como, Lecco.

Prima che iniziassero i problemi da Covid-19 e tutte le limitazioni, eravamo in giro molto di frequente. Ma ero pur sempre una cucciolotta.

Il 2019 e la mia tranquilla estate greca: pochi pets, molti friendly

La prima vera e lunga vacanza risale all’agosto 2019. Siamo andati in auto fino ad Ancona e da lì ci siamo imbarcati fino a Patrasso (circa 22 ore di nave) e abbiamo viaggiato comodamente in cabina. Una volta lì, con casa ad Amaliada e spiaggia nella poco distante Kourouta, abbiamo visitato parte del Peloponneso.

Nemmeno a dirlo, la mia stazza non ha spaventato nessuno, e mi hanno accolta dappertutto. Ristoranti, caffetterie, negozi, spiagge, strutture ricettive.

Siamo giunti fino alla punta più estrema della Calcidica. Proprio lì abbiamo preso un’imbarcazione per vedere, solo dal mare, i monasteri di Ouranopoli, sul Monte Atos, dove alle donne è vietato l’accesso ancora oggi. 

In seguito, siamo stati anche alle cascate di Edessa, al confine macedone.

Ogni albergatore (e normalmente non cerchiamo soluzioni al di sotto dei 4 stelle per la necessità di standard elevati di servizi e pulizia dovuti ad alcuni problemi di salute della mia proprietaria) che abbiamo trovato è stato davvero molto felice di ospitarmi: mi hanno accolta persino nel sito archeologico macedone di Alessandro Magno (anche se, col caldo cocente, la visita completa l’ha fatta solo la mia umana, mentre io e il mio papà umano siamo andati a mangiare!).

Ad Amaliada, mi conoscono tutti come il “cane con la maglietta” (soffro di dermatite a volte, e una maglia morbida di cotone fresco e umida è di aiuto). 

Al mare, ho potuto fare il bagno in ogni stabilimento, ma per non creare disturbo agli altri bagnanti siamo soliti spostarci in angoli di spiaggia più isolati, così da giocare e nuotare senza pensieri. E crediamo sia questo rispetto ed educazione che facciano un’ottima pubblicità a cani e proprietari educati.

L’anno scorso, premettoo, ce ne siamo rimasti a Milano, e il nostro unico giorno di svago è stato un giro sul lago Maggiore. 

L’estate Italiana

Perciò, immaginate, abituati come eravamo, quanto potessimo essere felici di organizzare le nostre vacanze all’insegna del “pet-friendly” decantato quasi ovunque in Italia. 

Ci siamo detti, dopo il vaccino e il test anticorpale dei miei umani (molto prima di questa storia che chiamate “Green Pass”, essendo l’umana una paziente fragile) -ok, ho sentito che dicevano– “andiamo via qualche giorno verso fine mese, in una meta dove i cani siano davvero bene accolti”. 

E da lì, il caos

Ehm… Dunque. Zampa là per chi non si è trovato nella nostra medesima situazione! 

Opzioni di viaggio

Partendo dall’inizio, analizziamo le modalità di viaggio, con pro e contro:

  • Volo in aereo: per salire a bordo, alcune compagnie, a monte, vietano il trasporto di animali. Altre, magnanime, pretendono che i cani di piccola taglia, (ma proprio piccola piccola, eh), siano messi in trasportini e il peso totale non superi 8 o 10 Kg a seconda delle compagnie. E per gli altri? Un viaggio “sicuro”, come dicono le società stesse, in stiva. Con poca acqua, in box rigidi che ci permettano a malapena di sdraiarci. Ma ve la immaginate la nostra paura?! E l’ansia?! Quelle che molti  di voi provano, anche se nascondete, ogni volta che l’aereo decolla, ha uno sbalzo in aria, noi le percepiamo amplificate. E il caldo? Alcuni cani sono morti, in quelle stive. E non siamo cose, abbiamo sentimenti, e non amiamo stare con le zampe “non sicure”, noi. Esiste, naturalmente, un costo per questo spazio, ma non sarebbe più logico poter stare accanto ai nostri umani, educati che educano noi stessi? (Paradossalmente, per alcune tratte intercontinentali, i cosiddetti animali da supporto emotivo possono viaggiare in cabina. Per quelle brevi, in Paesi evoluti come il nostro, no. Fate voi…)
  • Tratta in nave: i cani possono salire a bordo, con leggero sovrapprezzo a discrezione della società scelta. Tuttavia, c’è la facoltà di selezionare cabine dove alloggiare animali, che hanno prezzi maggiorati, ma offrono il vantaggio di un pavimento senza presenza di moquette. Sui ponti esterni è permesso portarci senza restrizioni (giuste) che non siano guinzaglio e museruola (almeno attacchiamola al collare), ci sono piccolissimi angoli di terra e sabbia (ricordiamo tuttavia che non siamo gatti) dove fare i nostri bisogni. Per dormire, invece, dovremmo restare in box scadenti, arrugginiti, poco puliti, dove patiamo caldo e con i vicini possiamo essere poco tolleranti, oltre a vedere accresciuta la nostra ansia da separazione.
  • Treno: qui la situazione sembra più agevolata. Difatti, sul sito di Trenitalia si legge che “gli animali devono essere custoditi nell’apposito contenitore di dimensioni non superiori a 70x30x50 e tale da escludere lesioni o danni sia ai viaggiatori che alle vetture”. Detto fra le righe, si parla di cani e animali di piccola taglia, contenuti in un solo box per viaggiatore. Tuttavia, per gli animali più taglia più grande, quelli che restano fuori dal trasportino, le regole sono ottime: viaggio su tutte le categorie di treni nazionali, in prima e seconda classe e nei livelli di servizio Business e Standard. Ciò, a fronte di un acquisto contestuale di un secondo biglietto a tariffa standard ridotta del 50%. Per le cuccette (a noi pelosi questo termine fa sorridere) Excelsior e di categoria superiore è sempre richiesto l’acquisto dell’intero compartimento ed è possibile portare un massimo di due cani (uno per passeggero). Per quest’estate, c’è un’ottima promozione a tariffa fissa a soli €5 per i viaggi fino al 16 settembre. Naturalmente, ci sono regole corrette (animale sano, con museruola e guinzaglio, rispetto del vagone ristorante al quale non possiamo accedere), e i miei amici pelosi che aiutano e guidano i non vedenti viaggiano in ogni luogo a titolo gratuito. Sul sito del competitor Italo, invece, i cani entro i 10 kg viaggiano, gratis, nei trasportini, e noi più grandi invece possiamo essere aggiunti al viaggio fino a due ore prima, tramite l’opzione “Pronto Italo”, ovvero il Call Center, e viaggiamo pressoché su ogni categoria di vagone, alla tariffa di €50.
  • Auto: non ci sarebbe da aggiungere molto, basterebbe vi ricordaste di concedere pause nel tragitto anche a noi, evitare la somministrazione di cibi, onde evitare di farci stare male (o almeno, limitatevi a cose secche, poche), e non dimenticatevi acqua fresca anche per noi. E se vi fermate in un Autogrill o in luoghi affini, non lasciateci MAI chiusi in macchina, nemmeno se ci sono finestrini abbassati. Né piccoli, né grandi. Rischiamo colpi di calore pericolosissimi!

L’alloggio “pet-friendly”

Noi partiremo per qualche giorno, dalla terza settimana di agosto, e utilizzeremo l’automobile, prediligendo affollamenti e caos in stazioni e noleggi auto in loco. In un’altra occasione, visto il buon distanziamento, valuteremo il treno, che ci pare l’alternativa migliore. 

Ok, ora è la volta del dove soggiornare. Quindi, via alle ricerche sugli alloggi.

Partiamo con l’idea del campeggio glam, ossia il glamping.

(Piccolo appunto sulle stranezze umane: solo adesso “va di moda” ciò che siamo già abituati ad amare noi pelosi? Cioè, spazi dove riposare, immersi nella natura, senza troppo caos intorno. E poi non dite che non siamo avanti!))

L’umana parte alla ricerca, trova un paio di soluzioni molto carine. Controlla le regole:

“sono ammessi animali, ma solo nello spazio esterno alla struttura/bungalow/bolla” e nelle strutture ivi circostanti e comuni, con supplemento per l’uso del patio”

Ok, scartiamo il glamping. 

Sento che si dicono: “Cerchiamo una casa? Niente isole, no a luoghi con lembi di spiaggia ristretti. Sarebbe più pratico, anche per evitare troppe persone. Costicchiano, in relazione ai 30 km dal mare, e all’arredo che è lì dalla trisava, senza accorgimenti. Dai, proviamo lo stesso”

Lui replica: “Mah, non sono convinto, però vediamo”

Cercano, di nuovo. Usano il filtro “pet-friendly”. 

Trovano multiple diciture simili: “sono ammessi animali solo di piccola taglia”, “animali di taglia grande impossibilitati a restare in casa in assenza dei proprietari”. 

Naturalmente, Veronica chiede all’host le motivazioni: non sa rispondere, si limita a dire che il cane “grosso” se graffia e morde rovina i mobili. “Un po’ come i bambini”. La noto sgranare gli occhi, è ricolma di rabbia e perplessità. A prescindere –replica– che un cane tendenzialmente va dove vanno i proprietari, è anche possibile resti in casa per poco tempo da solo, rovinando, nel medesimo modo, un cane più piccolo. O di un gatto, che ammettete senza alcuna remora. Cosa che, secondo il Suo ragionamento, non dovrebbe includere un bambino non bene educato. Quindi?! Ai bambini è vietato l’accesso alla casa? 

La signora risponde che “no, bè, poi può mordere il cane grande, e che ne so se siete educati”.

Furente, la mia umana ringrazia e poi riattacca. 

Troviamo un’altra casa, stavolta meglio arredata, con dicitura “animali ammessi” e nel titolo include anche “cani e super pet-friendly” (no, non è una bufala!). Decide di bloccarla, ma al momento del pagamento pare non essere più disponibile. Alla richiesta di informazioni, il proprietario, dimentico –a suo dire– di aggiornare il calendario online, ci dice che l’immobile non è più disponibile, e che “eh, no, il lupo è grande. Pet è piccolo”. 

Altra soluzione, non lontana dal mare di Castiglione della Pescaia. Forse è la volta buona 

Ehm… no.

Altro ostacolo: le spiagge circostanti non accettano che i cani entrino in acqua dalle 10 alle 18.

Ok, scartiamo le case trovate.

D: “Cerchiamo solo hotel, e basta”.

Ricercano su quella cosa lì, come si chiama? Ah si, comparatore di prezzi (ci vuole anche questo, altrimenti i biscottini in più come si fanno a comprare?) 

Filtro tante stelline (non lavoro al computer come l’umana, non pretendete troppo da me, vi prego), e, imprescindibile, “animali ammessi”, perfetto!

Poche strutture rispondono a ciò che vorremmo noi, ma sembra filare tutto al meglio. Le cifre non sono del tutto ottimali, ma possiamo concedercelo dopo due anni chiusi fra casa e parchetto. 

Riassumendo: da comparatore a portale di prenotazioni, conferma filtri.

“Evvai”, urla lei! Recensioni ottime, pulizia 8.6 su 10, sanificazione, misure extra per contenimento virale. “Guarda qui!! Trovato, sulla spiaggia”. Ci siamo!

Quei filtri da (ri)controllare

Tuttavia, quando sta per cliccare per il pagamento, improvvisamente uno scrupolo ferma la mia umana. Telefona e sento che chiede conferma in merito all’accoglienza di animali di taglia medio/grande. Sottolinea come io sia bene educata in casa, vada ovunque (anche per negozi, se capita) e non abbia problemi con nessuno. Poco dopo, con tono sconfortato, ringrazia. Parla con D, come lei lo chiama, e gli spiega che accettano solo piccole taglie, alle quali forniscono anche tappetini e ciotole. E che la ragazza al telefono comprendeva le sue perplessità, avendo, lei stessa, un maremmano. Benché dispiaciuta, la receptionist del Barion non sa fornire motivazioni sulla discriminazione di taglia. Quantomeno, ha la gentile risposta che qualora fossimo giunti fin lì, vista la disinformazione, non ci avrebbero cacciati.

Confortante-penso-anche io che sono “solo” un cane.

Altra ricerca, altro dubbio, altra arrabbiatura. Altra contestazione.

Hotel molto blasonato, pure il “Nicolaus” lo abbiamo bannato. Non senza reclamo, perché oltre a non saper fornire motivazioni sul distinguo operato fra tipologie e razze, il tono delle persone che rispondono al telefono è scostante, maleducato. La mia mami spiega che sta proprio redigendo un’analisi per un pezzo sulle difficoltà presenti in Italia per l’accoglienza degli animali. Che, si legge sul sito, sono ammessi su richiesta e con supplemento. Anche qui, solo i piccoli sono i benvenuti. Il parametro non può essere una questione di igiene. Paura per gli altri ospiti?! Per lo sporco?! Per i peli?! Come sempre, è questione di educazione, e allo stesso modo in cui si comportano i cani, si comportano i proprietari.  

Dopo averle detto che le informazioni sono mendaci, nonché sibilline, risponde che in hotel c’è il regolamento esposto e che deve parlare con i responsabili che, verosimilmente a ridosso di Ferragosto, non sono in albergo. Casualmente. Si fa lasciare un indirizzo email per inviare un reclamo clamoroso per la mancanza di educazione del personale, di inefficienza, disservizi e risposte al limite della surrealtà. 

Spiagge pet-friendly: recinto sì, ma al mare no

Il numero di stabilimenti balneari che accetta cani è cresciuto molto negli ultimi anni, ma presenta, purtroppo, ancora moltissimi gap fra ciò che occorre a un animale, quello che “fa comodo” al proprietario, e ciò che fa il bene del gestore. 

Come spiegarvelo? 

Ci sono spiagge bellissime, molto ben servite da “bagni” che consentono l’accesso ai cani. Questo, teoricamente, perché poi riparte il problema delle taglie, e, ancor più grave, dell’accesso al bagnasciuga. A noi, fondamentalmente, di avere il bell’angolino di recinto dove rimanere ore ed ore, con la possibilità di una doccia risicata, col rischio di non sopportare troppo il nostro vicino canino (come saprete, andiamo molto a simpatie e compatibilità), giocando in quel piccolo spazio, vedendo il mare senza potervi accedere, se non al mattino presto e la sera più tardi, poco ci importa. Anzi, ci lede in qualche modo. Perché, non dimenatevelo, rischiamo insolazioni e bruciature. E se la sabbia è calda per voi, pensate a quanto possa esserlo per i nostri polpastrelli,    fra le zone più delicate che abbiamo. 

Non stiamo facendo una critica a tutti, esistono le vere “bau-beach”, dove cani e umani possono fare un bagno insieme. Ho trovato per voi un ottimo riferimento per i litorali italiani su  ZampaVacanza

Riflessione canina: aiutateci a fermare l’abbandono, umana abitudine ferina

La mia denuncia è una riflessione a pensare a quanto questi “bastoni fra le ruote” rischino di aumentare il fenomeno di abbandono e randagismo, che in tanti stanno cercando di combattere. 

Non tutti hanno persone a casa a cui lasciarci, e spesso noi tendiamo a sviluppare ansie da separazione, e allo stesso modo, non tutti possono permettersi di sostenere altri costi per pensione dove alloggiarci nel periodo estivo. Senza contare quanto più gioiose e intense potrebbero essere le nostre ore, con voi!

Come se il fenomeno di abbandoni dopo il lockdown non avesse già mandato in frantumi i nostri cuori di eterni cuccioloni, presi e lasciati come oggetti dalla funzione “a tempo”, giocattoli con sentimenti ed esigenze, gli incendi hanno aumentato la quantità di nuovi randagi, soprattutto al Sud, come denuncia l’Enpa. E, ve lo dico nuovamente: è un reato, nonché un pericolo enorme, per la vita del cane e delle persone. Quanti incidenti sono causati da cani che si trascinano, o sbucano per la strada?! 

I fenomeni poco amichevoli di rinuncia di proprietà e maltrattamento

Capita anche che qualcuno, fra colonie feline e branchi incontrollati, a causa della totale mancanza di socializzazione, della fame, delle bastonate prese in maniera gratuita, attacchi umani e altre bestiole, come nell’istinto primordiale della sopravvivenza. Inevitabilmente, ciò comporta un pericolo per tutti. 

Solamente in Italia sono stimati almeno 600000 cani e 2 milioni di gatti senza fissa dimora, che cercano cibo, carezze, affetto. Tutti noi ne abbiamo bisogno, cerchiamo quel calore che meritiamo, e che non vi facciamo mai mancare. Inoltre, questa incongruenza fra pet-friendly inteso come tolleranza e amore per gli animali delle strutture, delle persone che lavorano delle strutture, porta allo sviluppo di canili e rifugi lager di privati, al limite della legalità e totalmente lontani dal benessere degli ospiti. In queste strutture gira un racket vergognoso, e più sono i pelosi presenti, più sono i € 5/7 per ognuno di loro. 

Aiuti pet-smart

Per disincentivare questo, è stata sviluppata anche l’app per smartphone “Zampylife”, che permette di tenere monitorati dati, diete, promemoria appuntamenti, localizzare luoghi di soccorso nei paraggi e ritrovarci, casomai ci perdessimo. Attraverso la funzione airTag di Apple, l’opzione SOS è ancora più rapida e veloce per intervenire. Oltre a tutte queste caratteristiche che vi ho elencato (ogni tanto pensate anche a noi, bravi umani!), arriverà la funzione “adozioni”, per favorire il processo di individuazione del vostro futuro quattrozampe. 

Ad ogni modo, mi dicono che dei quasi 60 milioni di cani e gatti (pari al 52% del totale, applausi e zampine a loro) quasi 1/3 sarà in vacanza con i proprietari.

Per concludere, fare distinzioni di taglia, peso e razze è una forma di discriminazione, e visto che tanto si cerca di andare verso un insieme di comunità disomogenee, ma con pari diritti, fondate sull’integrazione, a mio parere, è quantomeno motivo di riflessione e contrarietà. 

Voi che ne pensate?

Nel rispetto degli altri e per gli altri, come è giusto che sia, è ora tempo di augurarvi buone vacanze a sei zampe!

Afrodite

 

 

A cura di Veronica Fino

 

 

 

Redazione

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La redazione di VanityClass.

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