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Il Regno Unito dopo Elisabetta II

La regina Elisabetta occupava un posto unico nella vita britannica. Ora che sarà del Commonwealth?

Regno Unito

Regno Unito – Commonwealth – 

La morte di un sovrano e il cambio di un primo ministro sono eventi che si verificano nella vita di una nazione, ma questa volta sono avvenuti insieme. Il Regno Unito sta affrontando una situazione imprevedibile. Il discorso di Carlo III, molto equilibrato, ha raggiunto l’obiettivo di rassicurare i cittadini: in effetti molti hanno affermato di esserne rimasti colpiti. Ma passare all’azione richiede un po’ più di tempo e di cooperazione fra le parti politiche

Regno Unito. Non dimentichiamo gli effetti della Brexit

Gli orgogliosi proclami dei “Brexiteers”, che annunciavano la nuova era della “Gran Bretagna globale” all’indomani della sua rottura con l’Unione Europea, sono degenerati in piccole controversie legali e operazioni di basso profilo. Il Paese sta sperimentando i picchi di costo dell’energia più alti d’Europa e un frequente cambiamento di primi ministri che fa sembrare la Gran Bretagna in qualche modo simile all’Italia. Noi però … siamo più “scafati” e a questa girandola di politici siamo abituati da sempre. Loro no.

Aumentano anche le tensioni regionali che da tempo perseguitano Londra. Gli scozzesi, sempre alla ricerca della loro indipendenza, potrebbero trovare questo il momento per riprendere le loro rivendicazioni, in assenza di una regina amata e condivisa. Non parliamo dell’Irlanda del Nord, il cui status non è mai stato del tutto chiaro dopo la Brexit.

La regina Elisabetta

Il Regno Unito dopo Elisabetta IIMa la regina Elisabetta occupava un posto unico nella vita britannica. Anche le persone che disprezzano la monarchia le piacevano, e lei piaceva a loro. “C’è un senso di disagio, ma le persone non riescono a capire quale sia la fonte di questo turbamento, forse il non sapere esattamente come sarà il futuro”, ha affermato Bronwen Maddox, direttore di Chatham House, il think tank britannico.
“Ci stiamo avvicinando a un punto in cui la Gran Bretagna è meno sicura del proprio ruolo nel mondo”. Nuove pietre miliari culturali oltre la monarchia, da Harry Potter a “Downton Abbey”, sono ora i simboli globali più familiari della Gran Bretagna, secondo alcuni commentatori.

Il re Carlo III

Il re Carlo III eredita da sua madre anche il problema di come affrontare il crescente disagio tra le nazioni del Commonwealth, a causa di una storia coloniale non cristallina e a un serio declino del sentimento di fedeltà alla corona da parte dei cittadini del resto del mondo. Già lo scorso novembre le Barbados hanno interrotto i legami, risalenti all’era coloniale, con il trono britannico, dichiarandosi una repubblica indipendente tra fuochi d’artificio e manifestazioni di gioia.

All’inizio di quest’anno, i viaggi ai Caraibi del principe Edoardo, il figlio più giovane di Elisabetta, e di sua moglie Sophie, e del principe William e di sua moglie Catherine, hanno suscitato proteste e richieste di indipendenza da parte dei cittadini dei Paesi colonizzati dalla Gran Bretagna che ancora riconoscono formalmente il suo sovrano come Capo di Stato.

Il Commonwealth

Sei nazioni nella regione – Belize, Bahamas, Giamaica, Grenada, Antigua e Barbuda, e St. Kitts e Nevis – hanno già segnalato l’intenzione di rimuovere il legame con la corona britannica nominare il proprio Capo di Stato autonomamente.

“È inevitabile che i paesi in cui Carlo III è ora re diventino repubbliche”, ha affermato Ronald Sanders, ambasciatore di Antigua e Barbuda negli Stati Uniti.  “Non a causa della morte di Elisabetta II, che era stata la loro sovrana per 70 anni, ma perché è diventato incongruo che Paesi indipendenti e sovrani debbano continuare a mantenere un legame con la corona britannica”. Argomenti che sono stati deliberatamente evitati per il rispetto tributato alla regina Elisabetta, potrebbero essere oggi invece affrontati con determinazione.

Paolo Brambilla

Scritto da Paolo Brambilla

Paolo Brambilla, bocconiano, ha seguito il mondo economico-finanziario per molti anni. Scrive di finanza, cultura e innovazione digitale su varie testate. E' direttore responsabile di Investopro.com e dirige l’Agenzia di stampa Trendiest Media www.trendiest-news.com. E' editor in chief di www.assodigitale.it

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