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La casa dalle finestre che ridono (1976) | Cinema Sommerso

La celebre pellicola del 1976 di Pupi Avati è la chicca di questa settimana di Cinema Sommerso

La casa dalle finestre che ridono

La casa dalle finestre che ridono. Provincia di Ferrara, anno imprecisato. Buono Legnani è considerato il pittore delle agonie. Morto in circostanze misteriose, il suo corpo non fu mai trovato. Giunge in città il giovane Stefano (Lino Capolicchio) su invito del suo amico Antonio Mazza (Giulio Pizzirani), studioso di folclore popolare finito da quelle parti a seguito probabilmente di un crollo nervoso. Stefano fa il restauratore e gli viene commissionato il restauro di un’opera perduta del fu Legnani, che raffigura il martirio di San Sebastiano.

La casa dalle finestre che ridono (1976) | Cinema Sommerso
La casa dalle finestre che ridono – Poster ufficiale

I misteri intorno al dipinto

 

Arrivato alla cappella, l’uomo si rende conto di dover risolvere un enigma ben più grande. Sul quadro, infatti, aleggia una paura incondizionata. Questo aveva spinto qualcuno a deturpare l’affresco con l’acido. Gli abitanti del luogo sembrano restii a parlare dello scomparso artista e Stefano inizia con molta fatica e pazienza i lavori di restauro. Incuriosito sempre da più dalla storia del pittore, Stefano si rivolge quindi prima al parroco del paese, don Orsi (Eugene Walter) e poi al committente Antonio, che lo chiama una sera chiedendo all’amico di vedersi il prima possibile all’albergo Italia dove è alloggiato.

Stefano non fa in tempo ad arrivare che vede Antonio volare dal balcone dell’albergo. Scosso e ancora più turbato di prima, come un investigatore, inizia a cercare possibili indizi per dimostrare la morte non accidentale. Poco prima di morire, infatti, l’uomo aveva confidato all’amico i suoi timori e che lo avrebbe portato in una casa dalle finestre che ridono. Nel frattempo, Stefano fa amicizia con il chierichetto della chiesa locale, il sempliciotto Lidio (Pietro Brambilla) che si diverte a mettere ratti vivi nelle bare in procinto di sepolture.

Minacce e intrighi

La casa dalle finestre che ridono (1976) | Cinema Sommerso

Durante le sue indagini, Stefano conosce la nuova maestra, Francesca (Francesca Marciano), con la quale inizia una relazione sessuale e affettiva. Ultimato il restauro, ecco che appaiono due figure femminili nel dipinto che ricordano le Erinni ma in forma grottesca. Scopre, rovistando tra le carte dell’amico scomparso, una vecchia fotografia che ritrae il Legnani insieme alle due sorelle. Leggendo i vari documenti, viene a sapere che il pittore aveva trascorso l’infanzia in Brasile dove era dedito a riti incestuosi insieme alle sorelle.

Una voce dal nulla al telefono, femminile e gracchiante gli intima di lasciar perdere il dipinto e le indagini e di andarsene dal paese. Mentre l’anima di Buono Legnani sembra essere tornata sulla terra per ritrarre nuovamente poveri agonizzanti sul punto di morire.

La casa dalle finestre che ridono, un horror che merita di essere guardato

Pupi Avati dimostra in questa pellicola del 1976 di avere tutte le carte in tavola per essere un regista di film dell’orrore. Quello che all’inizio sembra il classico giallo all’italiana si rivela ben presto uno psico-thriller al limite del cinema horror. La genialità di Avati sta nel creare volutamente una serie di aspettative nel pubblico che non viene deluso durante tutta la proiezione.

Il regista distorce le atmosfere calme della Bassa Padana in un crescendo di ansia e di angoscia che diventano le vere protagoniste del film. L’attore meranese Lino Capolicchio, reduce da film di successo mondiale quali: Metti, una sera a cena (1969) o Il giardino dei Finzi Contini (1970) incarna perfettamente il ruolo del restauratore esperto che si trova, suo malgrado, a dover fronteggiare spettri e incubi mai sopiti di un paesello di provincia.

Il suo voler andare a fondo, terminare il restauro e allo stesso tempo voler scoprire la sorte del pittore e il suo legame con la città, si fondono con la ricerca della verità per la morte (ritenuta volutamente accidentale) del suo amico Antonio.

Il regista sceglie una serie di attori (maschi) feticcio con i quali si diverte a giocare come fa il mastro burattinaio con i burattini di legno. In un grande calderone di attori caratteristi che torneranno spesso nei film di Avati (Giulio Pizzirani, Gianni Cavina), La casa dalle finestre che ridono fa tutto fuorché ridere. Fotografato splendidamente da Pasquale Rachini (altra spalla storica di Avati), questo film rimane ancora oggi tutto da scoprire.

Scritto e sceneggiato dallo stesso regista insieme al fratello Antonio, il film lascia poco spazio alle figure femminili (forse) per concentrarsi esclusivamente sulle paure più recondite di ogni essere umano. La pellicola ebbe un notevole successo al botteghino in Italia nell’agosto del 1976 ed ottenne il Premio della Critica al Festival du Film Fantastique di Parigi nel 1979 per la bravura registica e per l’inquietante trama che ancora oggi non ha perso, a mio parere, del suo incredibile fascino. E allora cosa aspettate a spegnere le luci?

Buona visione.

Fonte Foto web

Edoardo Spinsante, in arte Baltimora, vince X Factor 2021.

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