Candida Livatino: “La pandemia ha cambiato il modo di scrivere di molte persone”.
La scrittura è lo specchio dell’anima e non mente.
In questo periodo ho analizzato parecchie grafie di diversi soggetti, che rispetto a prima hanno cambiato il modo di scrivere.
C’è chi ha perso il lavoro e non ha la forza di reagire o chi è depresso a seguito del trascorso lockdown.
I segni cardine
Permangono perché il vissuto è vissuto e non si può tornare indietro, però io sto parlando dello stato d’animo.
Non premi più sul foglio perché non hai la forza d’urto, la scrittura va verso il basso perché ti lasci andare.
Questi sono tutti elementi che mi fanno capire, che stai attraversando un momento molto particolare della tua vita e che stai vivendo momenti difficili”.
C’è anche chi ha la forza di reagire e lo si evince da certi segnali.
“Questo succede quando la tua scrittura va verso il basso, ma nel frattempo la calchi – sottolinea Candida Livatino.
“Ciò significa che hai una grande energia che ti dà la forza di superare momenti di fragilità.
Questo l’ho notato soprattutto nell’ultimo periodo, con la riapertura dei negozi, bar ristoranti e il ritorno a una vita quasi normale.
In questo caso, la scrittura si può riposizionare sulla riga di base: a dare la spinta verso l’alto è il fattore positivo della volontà di fare, la grinta e la voglia di tuffarti in una situazione di rinascita.
La spia dell’anima
La scrittura è veramente la spia dell’anima: ti dice chi sei e che momento stai attraversando”.
Candida Livatino
Autrice di quattro libri, l’ultimo s’intitola “Dagli scarabocchi alla firma”, edito da Mursia, Candida Livatino, oltre a essere giornalista pubblicista e iscritta all’A.G.I., Associazione Grafologica Italiana, è specializzata in diverse aree della grafologia.
Tra queste, l’analisi della scrittura e dei disegni dell’età evolutiva e la valutazione grafologica finalizzata alla selezione del personale.
Attualmente collabora con Mattino Cinque, Quarto Grado, Forum, le Iene, con il settimanale Giallo e con le testate giornalistiche del gruppo Mediaset per l’analisi grafologica dei personaggi al centro di fatti di cronaca.
Nel 2013 ha vinto il Premio Barocco e nel 2019 il Premio Internazionale Bronzi di Riace.
L’importanza della scrittura manuale
“Le persone dovrebbero esercitarsi a scrivere a mano– ribadisce – quando stai scrivendo sei concentrato e alimenti l’attenzione, la memoria e la creatività, perché metti del tuo e lo fai attraverso il foglio: questo è veramente importantissimo.
I ragazzi d’oggi non sono più capaci di scrivere a mano, questo succede perché non hanno più la manualità.
Prova a immaginare: per scrivere in corsivo, devi fare tutto il giro con la mano, che è un movimento molto bello e molto armonico, ma loro cosa fanno?
Scrivono in stampatello. E cos’è lo stampatello?
Una forma di mascheramento della personalità, perché è una scrittura non personalizzata, non ha anima, non ha niente: è solo fredda.
E’ come quando si scrive al computer o coi messaggini.
Quindi non esprime le tue potenzialità e praticamente soffochi tutto quello che ti ho elencato prima.
L’uso dei computer, tablet e telefonini ha contribuito alla perdita della manualità dello scrivere.
Le nuove generazioni
I giovani ricorrono a uno stampatello che riflette il desiderio di mascherarsi per non rivelare la vera personalità, come se si creasse un filtro tra te e gli altri.
Ti faccio un esempio: nessuno scrive in corsivo le lettere anonime, ma vengono scritte sempre in stampatello, perché inconsciamente non si vuole rivelare chi si è in realtà.
E’ questo il motivo per cui scrivo libri e vado nelle scuole a spiegare quanto sia importante la scrittura manuale”.
Il DNA è come la scrittura: unica e irripetibile.
“La scrittura è come il DNA di ciascuno di noi ed è come l’impronta digitale– spiega Candida Livatino – imparare a decodificarla aiuta noi stessi e gli altri.
La scrittura serve anche a dare indicazioni sul nostro futuro professionale.
Sto parlando di risorse umane. Io lavoro anche per alcune aziende che stanno cercando un direttore marketing, per questo motivo, mi sottopongono esempi di scrittura manuale fatti da alcuni candidati già selezionati, chiedendo il mio parere su quale potrebbe essere quello più adatto.
Il mio compito sarà quello di fare un’analisi per un indirizzo lavorativo per le risorse umane”.
Gli scarabocchi sono fondamentali per la personalità.
“Quando stai parlando al telefono– rivela – una parte del tuo cervello si libera e magari fai dei disegni, che all’apparenza potrebbero sembrare scarabocchi buttati lì sul foglio, invece nascondono il tuo mondo interiore, perché stai esprimendo quello che vivi in quel preciso momento.
L’esempio
Se fai delle grate e tanti le faranno senza coglierne il significato, è perché ci si sente dentro a un carcere, si ha voglia di uscire, ma purtroppo non si può e probabilmente nel periodo del lockdown, quello delle grate sarà stato uno tra i disegni più ricorrenti.
Anche disegnare le scale racchiude significati ben precisi: disegnate in salita si ha voglia di arrivare in alto, in discesa si sta vivendo un momento difficile.
Questi scarabocchi sono suddivisi per figure geometriche, animali, case, parti del corpo, e altri simboli.
All’interno del mio ultimo libro “Dagli scarabocchi alla firma”, c’è una sezione dedicata agli scarabocchi, dove ognuno potrà trovare quello che disegna quando è sovrappensiero.
Quello da me scritto è un vero e proprio manuale che puoi tenere sempre accanto e te, dove è possibile verificare e associare i vari disegni alla personalità delle persone”.
I disegni dei bambini.
“La mia attività– spiega Livatino -mi consente di analizzare il mondo interiore dei bambini attraverso uno scarabocchio.
Un bambino che farà un cerchio vorrà dire che sarà una persona che amerà socializzare, stare in mezzo alle persone, relazionarsi con il mondo.
Questo è solo un esempio per far comprendere come anche lo scarabocchio di un bambino, può dare delle indicazioni sulla personalità che manifesterà da adulto”.
Il perito grafologo è un lavoro molto impegnativo.
“Io dico che il mio cervello è sempre in fumo– sottolinea – richiede una concentrazione unica, non è una cosa buttata lì, anche perché ci metto l’amore da sempre.
Da venticinque anni svolge questa professione
“Per me non è un lavoro, è una passione perché mi piace tantissimo.
Chi mi conosce o chi m’intervista, capisce che faccio tutto ciò con amore e non perché devo farlo per guadagnare.
Lo svolgo perché mi piace e mi appassiona veramente entrare nella psiche umana, è bellissimo, è un po’ come la psicologia.
La differenza con gli psicologi
Attenzione, io non sono psicologa, però usiamo lo stesso linguaggio. Quando una persona è in analisi, do spesso un contributo alla psicologa, allo psicoterapeuta o chi per loro, analizzando il profilo della persona attraverso la scrittura”.
Il ricordo del Giudice Rosario Livatino
Nel corso dell’intervista, Candida Livatino, ricorda con emozione e gioia la beatificazione avvenuta lo scorso 9 maggio del cugino Rosario Livatino, il giudice ucciso a soli 37 anni per mano della Stidda ad Agrigento.
“Ero piccola quando sono andata via dalla Sicilia – racconta – quindi, io mi ricordo un Rosario piccolino, che c’incontravamo alle feste del paese, molto legato alla famiglia, molto religioso.
Non ha mai voluto la scorta perché diceva che non essendo sposato e non avendo figli non la riteneva importante.
Era un ragazzo davvero perbene e la sua beatificazione è meritata.
Quel giorno ho provato un’emozione da pelle d’oca e non so spiegarlo a parole.
Quando ho visto la sua camicia insanguinata mi sono venuti i brividi”.
Articolo a firma di Rossella Biasion