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La pietà contemporanea di Jacopo Cardillo

Una chiesa napoletana come laboratorio per lo scultore italiano Jago

Quanti di voi ricordano il bambino di marmo in piazza Plebiscito a Napoli?
Jacopo Cardillo, in arte Jago, durante il periodo di lockdown realizza il “look down” (= guarda in basso), da cui il nome dell’opera.

La pietà contemporanea di Jacopo Cardillo

È stato proprio l’artista, una notte di novembre, a donare in modo inaspettato il suo “bambino” alla città partenopea, quasi volendolo abbandonare nella storica piazza, luogo di vita quotidiana, per poter scuotere gli animi dei passanti.

Quel bambino in posizione fetale con una catena al posto del cordone ombelicale ha destato non poco interesse. Look down è una scultura piena di significato, è un invito a volgere lo sguardo in basso verso i più fragili e i vulnerabili, verso tutti colori che sono rimasti incatenati durante un periodo di difficoltà.

Jacopo Cardillo è un giovane scultore italiano originario di Anagni che abbandona l’Accademia di Belle Arti di Frosinone prima di terminarla. Jago si definisce un autodidatta che ha avuto il coraggio di entusiasmarsi e proprio quell’entusiasmo gli ha dato il coraggio di mettere al mondo qualcosa che lasciasse senza fiato.

È stato definito anche un Social Artist per le modalità con cui fa uso dei social. Condividere i suoi processi, mostrare il suo lavoro dietro le quinte, è molto più interessante a volte dell’opera stessa dice l’artista. 
L’artista di Frosinone ha scolpito in live streaming il Figlio velato, emblema dell’arte come denuncia.
È la storia di tutte le innocenti vittime del nostro tempo. Una realtà che anche se inaccettabile deve essere svelata.

La pietà contemporanea di Jacopo Cardillo

“Il Cristo velato è un uomo che consapevolmente si è sacrificato per il bene della collettività. Il Figlio Velato non è un santo, non è un’immagine religiosa. È un bambino, vittima della nostra inconsapevolezza e della consapevolezza di chi compie certi gesti. È un figlio, perché è di tutti”.

La pietà – Jacopo Cardillo

La pietà nasce in una chiesa seicentesca al rione sanità, la Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, che funge da laboratorio-studio per l’artista.
La chiesa è stata riaperta dopo anni di abbandono per permettere a Jago di realizzare la sua creazione in marmo, la sua personale versione della Pietà, una Pietà contemporanea.

“Sarà un’opera impegnativa a grandezza naturale di due metri per due metri per un metro. E sarà collocata in una chiesa che era destinata a restare chiusa e con l’interno non visibile dalla gente. Una chiesa di una bellezza unica.”

La pietà contemporanea di Jacopo Cardillo

La raffigurazione di Maria che sorregge suo figlio Gesù Cristo viene sostituita dalla figura di un uomo che sorregge il corpo senza vita di una donna.
Questa pietà al maschile ha tutto l’aspetto di voler mostrare la fragilità e il dolore di un uomo che soffre dinanzi a una perdita.

Quel che si nota subito guardando l’opera è la somiglianza del volto della figura maschile con quella dell’artista, potrebbe essere stato un desiderio di autoritrarsi oppure no. Quell’aspetto sofferente potrebbe essere stato dettato dagli studi di espressione che Jago ha potuto compiere solo su se stesso.

La grandezza di Jago è proprio quella di regalare emozioni attraverso un blocco di marmo, freddo, statico che viene portato a livelli davvero estremi.
Le sue sculture dalla pelle di marmo sono iperrealistiche, sono espressione viva.
La pietà trasuda disperazione. La compiutezza dei dettagli lascia senza fiato.

“Non voglio sbilanciarmi sul suo significato, preferisco lasciare a chi osserva la libertà totale di interpretarla. Mi auguro che diventi un simbolo per la collettività e per tanti nuovi scultori che sui social seguono il mio percorso per trovare coraggio e ispirazione”. 

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