Le verità nascoste. La vita del Professor Norman Spencer (Harrison Ford) e di sua moglie Claire (Michelle Pfeiffer) scorre tranquilla in una grande casa sul lago del Vermont. La coppia ha una figlia, Caitlin (Katharine Towne), che è partita per il college e tutto sembra andare per il meglio. Claire inizia presto, però, ad osservare una serie di fenomeni alquanto ambigui. Insomma, qualcosa inizia a minare la sua fittizia serenità famigliare. La donna, infatti, si accorge che la nuova vicina di casa, Mary Feur (Miranda Otto) è vittima di violenze da parte del marito. Perciò, arriva a pensare che questi l’abbia uccisa e nascosta da qualche parte.
L’ansia e il timore di Claire la spingono ad oltrepassare i limiti quando ha una serie di crolli emotivi nei confronti del vicino. Proprio quando il tutto si risolve in una bolla di sapone e Claire pensa di aver ritrovato il controllo di sé, si convince di avere in casa lo spirito di una giovane che cerca di mettersi in contatto con lei.
Le verità nascoste, una pellicola che richiama Hitchcock
Film genialmente costruito da Zemeckis che sfrutta la complicità dei due attori principali per creare una storia dai richiami fortemente Hitchcockiani. La Pfeiffer è una donna colma di fragilità ma che non rinuncia a voler andare oltre il mondo del conoscibile. Basti pensare alla scena della seduta spiritica in bagno con l’amica Jodie (Diana Scarwid) per scoprire la verità su ciò che le sta accadendo attorno.
Una voce dal nulla, una chiave bizzarra e messaggi sullo specchio. Questi sono solo alcuni degli elementi che compongono il film. Il personaggio di Harrison Ford è quello che colpisce di più di questo intricato film di Zemeckis. Norman (forse un omaggio a quello interpretato da Anthony Perkins in Psycho) rimanda all’uomo perfetto, pieno di valori morali, stimato dai baroni universitari per i quali lavora come docente scientifico; pare doveroso se si pensa allo switch che determina il cambiamento del suo status di brava persona.
Ad un certo punto della pellicola tutto cambia, prende una piega inaspettata come se il regista decidesse di cambiare le carte in tavola e di stravolgere le sorti degli attori. La Pfeiffer vive ogni momento di angoscia con verosimile credibilità e le sue azioni, all’inizio controllate e morigerate, arrivano a toccare l’apice della follia in alcune scene climax che lasceranno lo spettatore con il fiato sospeso, in attesa di una risoluzione finale forse dovuta e doverosa. In questo morboso e agghiacciante thriller inaspettato e un po’ fuori tempo, Robert Zemeckis dimostra ancora una volta di non aver perso il focus centrale dell’azione cinematografica.
In un turbinio di vento, tutto ruota attorno alla credibilità dei due personaggi che si inseguono e si contendono il diritto di ottenere quelle verità tanto agognate e nascoste in un crescendo di paure e di frustrazioni. Quella che sembra all’inizio essere una mera storia di fantasmi si rileva, invece, ancora oggi a distanza di venti anni, essere una storia legata a tutte le cose non dette, a quegli ammiccamenti dell’Io che fanno il verso a malesseri ancora più profondi e reconditi. Ma dove si nasconde in fondo la verità?
Buona visione a tutti!