Impossibile non notare un ragazzo che, con grinta da vendere e indubbio talento, è in grado di far ballare e divertire migliaia di persone; un giovane con un grande sogno in tasca che, alla fine, è riuscito a realizzarsi. E Alberto Lionetti, guidato semplicemente dalle sue aspirazioni, di certo non è passato inosservato, tant’è che, dopo un lungo percorso, da ex concorrente di The Voice Italia e Io Canto è riuscito a consacrarsi come uno tra gli emergenti più promettenti sulla scena musicale attuale.
Comincia a comporre e produrre la propria musica all’età di sedici anni, dimostrando non solo doti da musicista e cantante, ma anche e soprattutto da performer, con una naturale predisposizione al ballo. Qualità, quest’ultime, che nel tempo gli hanno consentito di acquisire una maggiore consapevolezza in merito alla propria direzione artistica. Non a caso, oggi Alberto è soltanto Lio, un nome in cui si condensano le coordinate di un nuovo ed inedito capitolo.
In seguito alla partecipazione a due dei talent show più rinomati dei palinsesti televisivi e ad alcune prime produzioni, infatti, decide di lasciarsi il passato alle spalle per abbracciare un futuro all’insegna della scoperta della musica e di se stesso; un passato che comunque non rinnega, ma che rappresenta un bagaglio esperienziale di cui far tesoro per poter esplorare sentieri non ancora attraversati. Una svolta, dunque, segnata per giunta dalla pubblicazione di un singolo che ha raggiunto nei giorni scorsi i 100mila streams su Spotify.
Nello specifico il brano, intitolato Club Girl e rilasciato lo scorso 23 giugno, assume le fattezze di un manifesto alla figura femminile nonché quelle di un primo importante tassello di un quadro già disegnato e che presto vedrà luce.
Per questo motivo, abbiamo deciso di raggiungere telefonicamente l’artista e di intervistarlo per voi.
Buona lettura.
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Lio – Intervista
Buon pomeriggio Alberto e benvenuto tra le pagine di VanityClass. In molti sapranno di te per via delle tue esperienze televisive, ma in pochi forse ti conoscono realmente. Come nasce la tua passione per la musica?
Più che una ‘semplice’ passione la musica rappresenta tutta la mia vita. Sono praticamente cresciuto circondato dalla musica. Mio padre ha conseguito una laurea in Conservatorio in pianoforte mentre mia madre ha ballato per molto tempo. Già all’età di 5 anni, poi, seguivo papà nei locali e lo ascoltavo. Perciò, tutto questo, volente o nolente, mi ha influenzato. Per carità, i miei genitori non hanno mai forzato nulla, ma crescendo ho trovato e scelto la mia strada.
Sebbene chiunque ricordi l’Alberto Lionetti dei talent, però, oggi ti fai chiamare solamente ‘Lio’, un nome che segna la fine di un capitolo e l’inizio di un nuovo all’interno del tuo percorso artistico e di vita. Da cosa nasce questa voglia di cambiamento e/o reinvenzione?
Beh, diciamo che, dal punto di vista artistico, prima ero solo Alberto Lionetti. Nonostante io abbia comunque fatto un percorso di cui non posso che esser fiero, di recente ho avvertito la necessità di un cambiamento. È pur vero che a soli 5 anni ho partecipato allo Zecchino d’Oro, 9 anni più tardi a Io Canto di Gerry Scotti e infine, nel 2018, a The Voice Italia su Rai2, a cui ho preso parte entrando nel team di Francesco Renga, ma è proprio con quest’ultima esperienza che le cose hanno cominciato a farsi più serie. Dopo il talent, infatti, ho iniziato ad esibirmi in alcuni Festival dedicati alla musica, a Radio Deejay, e ad avere le mie prime performance live con pubblico pagante, fino ad arrivare al 2020 quando, con la mia etichetta discografica, abbiamo commentato il Festival di Sanremo su Radio2. Il Covid-19, però, ha bloccato ogni cosa ed è in quel periodo, durante la quarantena, che ho avuto modo di riflettere su me stesso e la mia musica. E così, quella voglia di reinventarmi e dar vita a qualcosa di nuovo, già viva dentro di me da tempo, è venuta fuori permettendo ad Alberto Lionetti di in Lio, qualcuno con una maturità e un’esperienza sicuramente diverse rispetto a prima.
Un processo d’introspezione ed evoluzione che ha indubbiamente influenzato il tuo modo di fare musica…
Assolutamente sì. C’è stata un’autentica evoluzione che confido fortemente si riesca a percepire in un nuovo progetto che verrà rilasciato in questi mesi. Il prossimo singolo, difatti, avrà delle sonorità differenti e presenterà una certa maturità di scrittura. Mi auguro che tutti possano ascoltarlo presto!
Al momento, però, sei ancora alle prese con il tuo ultimo brano, “Club Girl”. Come nasce?
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La canzone è nata in quarantena, più precisamente il 6 aprile. Ricordo che ero in una videochiamata con una ragazza su Instagram. Mi raccontava di quanto le piacesse trascorrere le serate in compagnia delle amiche e andare ballare. Insomma, la classica tipa che ama la libertà e il divertimento. E così, un po’ per gioco, io le dissi: ‘Sei una Club Girl’. Da lì, scherzando su questo nomignolo, ho iniziato a scrivere immaginandola lei e tutte quelle come lei che avevano voglia di assaporare ogni attimo e di vivere gli anni della giovinezza in totale spensieratezza, arrivando, alla fine, a comporre il pezzo che è stato pubblicato.
Dunque, si tratta di un pezzo che nasce da ed è rivolto esclusivamente ad un pubblico giovane?
Non necessariamente. Con questo pezzo ho voluto idealmente ritrarre quel genere di ragazza che in discoteca cerca un divertimento puro e sano, senza troppi vincoli. Una ragazza che probabilmente diventerà presto una donna, risoluta e diversa, o che magari donna lo è già e vuole soltanto godere dei piaceri della vita con leggerezza. Per il lavoro che faccio, mi trovo spesso circondato da questa tipologia di persone e mi piace l’idea di dedicare loro un brano ritmato e da ballare. È un fotogramma, un fermo immagine di un capitolo, di una stagione spensierata e libera. Il mondo femminile mi affascina. Nelle donne c’è tanto da scoprire, un mondo. Perciò, posso dire che Club Girl è rivolta a chiunque possa riconoscersi nel suo testo.
La ‘Club Girl’ di cui canti potrebbe rappresentare anche la tua ragazza ideale?
No, perché, per definizione mia, le ‘Club Girl’ sono ragazze che non sono alla ricerca di legami. Penso che non esista una ‘Club Girl’ ideale, per nessuno.
Come accennavi poco fa, c’è un nuovo progetto in arrivo questo autunno. Cosa vorresti comunicare con la musica che presto avremo modo di ascoltare?
Innanzitutto, mi preme sottolineare che con la mia musica ho sempre voluto comunicare ciò che vivo e le emozioni che provo. Il testo di ‘Club Girl’ viene sicuramente da una scrittura felice e leggera, ma ciò non vuol dire che qualcosa da comunicare non ce l’abbia al pari dei pezzi più seri e profondi che ho composto. Semplicemente, vorrei trasmettere a chiunque abbia voglia di ascoltarmi quelli che sono i miei sentimenti nel momento in cui scrivo, nella speranza che qualcuno possa riconoscersi in ciò che dico e, chissà, magari entrare in empatia con me, e viceversa.
Quest’estate ti abbiamo visto in tour per l’Italia…
Si, per fortuna ci sono state molte date e ho avuto la possibilità di partecipare ad alcuni eventi importanti. È sempre bello trovarsi a contatto con un pubblico che ti è affezionato e non vedo l’ora che ci siano altre occasioni per poterlo fare!
E per quel che riguarda la televisione? Ti rivedremo mai in un talent show?
Mai dire mai. Tuttavia, al momento non è nei miei progetti partecipare nuovamente ad un talent soprattutto perché sono alle prese con altri impegni. Se c’è una cosa che più di ogni altra mi piacerebbe, però, è quella di prender parte al Festival di Sanremo. È il mio sogno sin da quando ero un bambino ed io e il mio team stiamo lavorando per cercare di realizzarlo. Non so se avverrà quest’anno o il prossimo, ma di sicuro rientra tra gli obiettivi che voglio raggiungere!
Link al videoclip ufficiale di “Club Girl”:
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