Macbeth alla Scala e la Prima Diffusa: il grande ritorno
Il Macbeth di Giuseppe Verdi torna alla Scala, con la direzione del Maestro Riccardo Chailly e la regia di Davide Livermore per l’inaugurazione della stagione lirica.
La data è quella, per convenzione istituzionale, del 7 Dicembre, che, per egual tradizione, è il giorno più importante per il teatro dell’Opera mondiale.
È, difatti, questo il giorno in cui si svolge l’esclusiva Prima della Scala.
L’evento più glamour, esclusivo e significativo che, aprendo la stagione del celebre teatro, coincide e celebra la ricorrenza di Sant’Ambrogio (Sant’Ambroeus) patrono di Milano e ufficializza, a suo modo, l’arrivo dell’inverno.
Tutto questo rende l’atmosfera di alta rappresentanza, arricchita da eleganza, sfarzo senza eccessi, alte cariche dello Stato (dal Presidente della Repubblica Mattarella, prossimo alla scadenza del mandato, ospite già in precedenza, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Governatore Lombardo Attilio Fontana e il Sindaco Beppe Sala) e del jet-set senza eguali.
Quasi magica, nonostante le proteste no–(Super) Green pass, che si intravvede, percettibile per le vie della città, che si preparano ad accogliere il periodo delle feste di Natale.
La Prima di quest’anno segna e si svolge all’insegna del ritorno:
- di Livermore alla regia,
- dello spettacolo in scena
- di Giuseppe Verdi,
- degli ospiti, o, per meglio dire, il ritorno più che mai auspicato della natura stessa del teatro: la compresenza di attori e spettatori.
La componente più importante di quest’occasione è, non a caso, la presenza in sala.
Benché l’accesso sarà consentito solo con obbligo di certificazione vaccinale e mascherina in sala, foyer, parterre e platee torneranno pieni, ricolmi di sfarfallii e ammirazione.
La Prima Diffusa
Insieme alla Prima si è aggiunta, nuovamente, una serie di manifestazioni culturali quali concerti, mostre, spettacoli, proiezioni ed esibizioni gratuite.
Oltre 50 eventi accomunati, ispirati al medesimo tema. (Quest’anno, l’attenzione è, naturalmente, per Macbeth).
Tutti riuniti con il nome di “Prima Diffusa“, e si dislocano in ben trenta diverse aree della metropoli:
- teatri (come il Carcano, che non manca di aderire con entusiasmo così citando:
“Martedì 7 dicembre 2021 […] al Teatro Carcano verrà trasmesso in diretta il Macbeth.
Una prima assoluta per il Carcano, occasione imperdibile per gustare lo spettacolo inaugurale della stagione scaligera in un teatro storico per la città e condividere un rito molto sentito e molto milanese.
Ad arricchire ulteriormente un pomeriggio già di per sé straordinario, le iniziative collaterali messe a punto dalla nuova direzione artistica e Atir.
Francesco Micheli, regista e direttore artistico della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, e la co-direttrice artistica Lella Costa introdurranno lo spettacolo con una presentazione storica e artistica dell’opera verdiana.”
(Nota -di redazione- per golosi): “durante l’intervallo verrà offerto l’immancabile panettone di Natale”.
- piazze
- palestre (Heracles Gymnasium)
- spazi musicali (giocoforza, il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi”)
- municipi cittadini
- auditorium e spazi civici e/o case dell’accoglienza (Spazio Gaber, Jannacci)
- musei (la mostra “Si colmi il calice” al WOW Spazio Fumetto e l’imperdibile rassegna “Macbeth e altri titoli shakespeariani” del Museo Interattivo del Cinema)
- carceri (Casa Circondariale San Vittore, show a cura del Teatro della Casa di Reclusione Milano Opera).
Una ricerca di normalità che si contraddistingue anche nell’inclusione sociale e nel potere riabilitativo della recitazione.
In virtù di questo e del lavoro di rieducazione del progetto “Errare“, si prospetta molto interessante l’incontro di domani “Da Don Giovanni a Macbeth”.
All’interno della sede dell’Istituto Penale per minorenni Cesare Beccaria si analizzeranno i risvolti positivi dei dieci anni della Prima in città, fra inclusione e sostenibilità.
La Prima Diffusa inizia oggi, 1 Dicembre, con l‘Opening al Castello Sforzesco, dove si avrà l’occasione di assistere ad una guida all’ascolto teatralizzata. La scelta di occasioni a cui assistere è molto ampia, in quanto La Prima Diffusa si protrarrà fino al 12 Dicembre.
Una Prima che sa di novità e nostalgia all’insegna della sua storia
Questa massiccia macchina spettacolare della Prima Diffusa è un progetto fortemente voluto dal Comune di Milano, coordinato da Direzione Cultura, Area Spettacolo e Ponderosa Music & Art, con la partecipazione di alcune fra le realtà più disparate, culturalmente eclettiche e di spicco della città.
Non possiamo dimenticare, da milanesi, la Fondazione Feltrinelli e lo “Spirit de Milan“.
Fra i tanti nomi e titoli in programma, non si può non sottolineare un altro grande ritorno alla Scala, e alla sua “Prima”, quello di Edison. Sponsor che, come il già menzionato Comune di Milano e il suo Assessorato alla Cultura, ha sostenuto il progetto, dando luce alla città, alla sua creatività e, inevitabilmente, alla vita che sta dietro a quella stessa luce.
Che sfuma verso un ritorno alla normalità: agognata, ambita e spesso sfuggevole.
La vita che guarda ad un futuro luminoso, e non solo metaforicamente, ma si focalizza sul suo presente in maniera nostalgica, non commettendo l’errore di dimenticare la sua storia, lasciandola cadere nel buio. Perché, per quanto ricolma di errori, la storia insegna, e non occorre ricordare che per scorgere luce a volte è necessaria una zona d’ombra. Punto da ricordare, per saper guardare, e magari rivedere, (re)imparare.
In dieci anni, doveroso sottolinearlo, per Prima Diffusa sono stati realizzati più di duecento eventi collaterali alla Prima, e gli spettatori si sono potuti avvicinare a un mondo, quello della lirica, ingiustamente ritenuto complesso e lontano.
L’impegno illuminato di Edison
Edison fu innovatrice assoluto delle luci a teatro. “Era la notte di Santo Stefano del 1883…” cita il sito del marchio di servizi luce, quando l’azienda fondata da Giuseppe Colombo, col supporto del rettore del Politecnico di Milano, stupirono il mondo.
L’occasione era l’inaugurazione della Prima della Scala, che avveniva allora verso la fine dell’anno.
L’attesa del pubblico era, secondo le cronache dell’epoca (rischio di fake news, verosimilmente, pari a 0 -n.d.r.) pazzesca, come la calca nella gremita via Santa Radegonda.
Lì, dove ora si trovano il cinema Odeon e LaRinascente, aveva sede lo stabilimento Edison (prima centrale elettrica nell’Europa continentale).
Tutti in attesa di assistere alla “Gioconda” del Ponchielli; tutti sbalorditi alla visione delle 2.450 lampadine elettriche accese.
Forse nemmeno Colombo e l’amico Giovanni Battista Pirelli, un ex studente di ingegneria, figlio di un modesto panettiere di Varenna, si immaginavano l’impatto di quanto avvenne quella sera.
Milano era da elogiare sui giornali internazionali.
Era da vivere per i personaggi non solo locali
Fu un evento epocale, che creò da subito un legame dell’azienda, protagonista e motore della rivoluzione industriale e del boom Italiano.
Per concludere, Edison è un’impresa che per prima portato benessere. Mai paga, si è prodigata in migliorie, innovazioni e progresso, con l’illuminazione a bassa emissione della Scala e della sua Prima, per molti anni.
Macbeth: da William Shakespeare Giuseppe Verdi
La meravigliosa opera lirica di Giuseppe Verdi tratta da quella shakespeariana, è la decima di quelle del compositore, fra gli altri, del “Nabucco” con la sua celeberrima aria “Va’ Pensiero , su libretto di Temistocle Solera.
Quello di Macbeth, all’epoca della scrittura, fu redatto invece da Francesco Maria Piave.
La prima volta che andò in scena fu nel 1847, esordendo con successo al Teatro alla Pergola di Firenze. Se nel tempo il ricordo si affievolì, ottenne uno straordinario clamore di pubblico grazie all’arrivo, in qualità di protagonista assoluta, della “divina”: Maria Callas.
Era il 1952, e il soprano raggiungeva il suo apice, astro più splendente fra tutti nei teatri, diva indiscussa.
Da quel momento, Macbeth (e in particolare il personaggio di Lady Macbeth) divennero produzioni stabili nei cartelloni più prestigiosi del mondo.
Alla Callas, nel decennale della Prima Diffusa, è dedicata la coreografia di Emanuela Tagliavia degli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala che si svolgerà accompagnata anche da una registrazione della grande lirica.
E tornammo a riveder le stelle: dallo schermo del 2020 alle poltrone del 2021
L’anno scorso, nel pieno dell’emergenza della pandemia, la Prima in programma, “Lucia di Lammermoor” del Donizetti, non ebbe luogo a causa dei numerosi contagiati fra i membri dell’orchestra.
Conseguentemente, si optò per portare, per la prima volta assoluta, in diretta e streaming nazionale (Rai1) “A riveder le stelle“. Sola presenza sul palco, in un’immagine simbolo della solitudine, percepita eppur condivisa, Roberto Bolle, primo ballerino.
Un unicum di brani susseguitisi in una sorta di manifesto della storia dell’opera lirica stessa.
Il 2020 si è contraddistinto, purtroppo in maniera bruta e feroce, per il numero di vittime e malati coinvolti (o rimasti limitati nelle cure per altre malattie) dall’arrivo del virus SARS-CoV-2.
Allo stesso modo, si è contraddistinto di notizie contraddittorie, Governi più o meno forti nelle loro (in)decisioni, disinformazione, isolamento, ricerca e -tanta- ricerca di speranza, nonostante la rabbia.
A ridosso della fine di questo 2021 dalla spasmodica ricerca di una soluzione quantomeno riduttiva degli effetti collaterali, per la salute di tutti, come per l’economia e la socialità, con un susseguirsi di frustrazione e violenza ingiustificati, l’auspicio non può che essere una Prima giornata di Avvento, nel segno della luce, che sia Hannukah, Natale, o qualsiasi altra festività da vivere consapevolmente. Nel rispetto, nel lume, nel lume della ragione.
Dalla Prima (sera) Diffusa è tutto.
“Vivi accendendo la luce, non spegnendo alcun sogno”,
come soleva ripetere la mia nonna, la Chiarina, che proprio ieri avrebbe compiuto 100 anni.
A cura di Veronica Fino