Si è spento poco fa a Roma, alla veneranda età di 84 anni, l’amato giornalista, conduttore, autore tv, sceneggiatore, scrittore e commediografo Maurizio Costanzo. Nel corso della sua lunghissima e brillante carriera ha rivoluzionato totalmente e ad ogni livello il modo di fare comunicazione, influenzando in maniera massiccia i mass media e trasformandoli in quei mezzi che oggi conosciamo e che, volente e nolente, sono entrati di prepotenza a far parte della quotidianità di ognuno di noi. A comunicare la notizia della sua dolorosa scomparsa il suo ufficio stampa.
Maurizio Costanzo: il re dei talk show che sfidò la mafia
Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo è noto al grande pubblico per aver firmato e ideato numerosi format televisivi, teatrali e radiofonici, nonché per aver dato luce (e vita) a molti di quei volti che attualmente popolano il piccolo schermo nostrano. Raggiunge la notorietà nel lontano 1976 grazie al talk-show Rai Bontà loro, sebbene i più lo ricordino per l’iconica trasmissione targata Mediaset Maurizio Costanzo Show. Negli anni ha scritto diversi libri, pubblicato articoli sulle più autorevoli testate giornalistiche e ricoperto il ruolo di docente di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Roma La Sapienza.
Tuttavia, ancor più importante è stata la sua lotta, come uomo e giornalista, alla mafia. Amico del giudice Giovanni Falcone, in seguito all’assassinio di Libero Grassi (imprenditore italiano ucciso da Cosa Nostra) decise di realizzare insieme a Michele Santoro una maratona congiunta Rai-Fininvest (la vecchia Mediaset) contro la criminalità organizzata. E fu proprio durante una delle messe in onda del programma che Costanzo bruciò in diretta televisiva, di fronte a milioni di telespettatori, una maglia recante la scritta “Mafia made in Italy”.
L’attentato
Un gesto forte il suo che si sospetta, in relazione anche alla sua attività di inchiesta, possa essere la causa del tristemente noto attentato del 14 maggio 1993 in cui rimase coinvolto. Una Fiat Uno, imbottita di circa 90 kg di tritolo, esplose in Via Ruggero Fauro (Roma), nei pressi del Teatro Parioli. Al momento dell’esplosione erano in transito due autovetture. La prima era una Mercedes blu, presa a nolo la mattina stessa, condotta da Stefano Degni, su cui sedevano Costanzo (di ritorno dalle registrazioni del Maurizio Costanzo Show) e la compagna (e attuale moglie) Maria De Filippi. La seconda, invece, era una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo Fabio De Palo (rimasto lievemente ferito) e Aldo Re (che subì lesioni legate allo shock). Non ci furono vittime.
Le indagini successive e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia permisero di accertare che gli autori dell’attentato furono alcuni mafiosi di Brancaccio e che Costanzo era uno dei principali obiettivi di Cosa Nostra per via delle sue trasmissioni. Il 26 settembre 2019, inoltre, la Procura Toscana rese pubblico il sospetto del coinvolgimento diretto di Silvio Berlusconi nell’attentato, in qualità di mandante.
Il suo contributo e il suo impegno non hanno plasmato solo il mondo dello show business ed è chiaro che, con la sua morte, scompare definitivamente una delle figure più illustri della cultura italiana contemporanea.
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