Il legame con la propria terra e l’amore per quella tradizione secolare che ne ha modellato le fondamenta sono sempre stati di grande importanza per Michele Pecora. Cantautore, talent scout insieme a Mara Maionchi, ex-habitué del Festivalbar e concorrente di Ora o mai più, Pecora non è solamente un cantastorie, un artigiano delle parole che ha saputo, nella sua lunga e fortunata carriera, rimanere “a tempo con i tempi”, pur non rinunciando alle sue ballate, alla sua musicalità e al suo stile inconfondibile. Al contrario, egli è anche (e soprattutto) un figlio del Cilento, la cui passione per le proprie radici non ha mai smesso di accompagnarlo; passione che si vede oggi rinnovata nella direzione artistica, per il secondo anno consecutivo e in collaborazione con Melissa Di Matteo, del Premio Nazionale Giungano Cilentum.
Foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa 361ComunicAzione
Giunta alla sua seconda produzione, la kermesse fa da cornice alla 17esima edizione della Festa dell’Antica Pizza Cilentana che, nell’arco di sei giorni, dal 6 all’11 agosto, celebra la cultura enogastronomica del Cilento, il territorio e la tradizione. Un autentico viaggio che prende vita dal passato, ma che al tempo stesso guarda con fiducia e forza al futuro, motivo per il quale il Premio ha una sua funzionalità fondamentale. Attraverso un processo di contaminazione che vede protagonisti personaggi acclamati a livello internazionale ed eccellenze del panorama nostrano, infatti, si ripercorrono le tappe principali della musica popolare e contemporanea, in un connubio perfetto che richiama gli antichi valori campani e li apre al mondo esterno.
Per questo, abbiamo deciso di raggiungere telefonicamente Pecora e di intervistarlo per voi. Buona lettura!
Michele Pecora, direttore artistico del “Premio Giungano” – L’intervista
Buon pomeriggio Michele e benvenuto su VanityClass. Il Premio è alla sua II edizione mentre la Festa alla XVII. Come si è sviluppato il progetto del Premio e in che modo è riuscito ad instaurarsi nel bel mezzo di una manifestazione già consolidata?
L’idea alla base del progetto era quella di dare un volto diverso alla Festa, facendo in modo che non fosse esclusivamente legata al territorio e alla tradizione, ma che potesse avere anche una maggiore apertura verso la realtà odierna. Per questo motivo sono stato contattato dagli organizzatori, che mi hanno offerto poi il ruolo di direttore artistico. Per avere quell’apertura, infatti, era necessario coinvolgere artisti che potessero garantirla, senza intaccare ciò che la Festa rappresenta da ben 17 anni e pur conferendole, contemporaneamente, una veste più attuale. Non a caso, la musica che programmiamo all’interno delle sei serate è sì una musica dedicata all’aspetto popolare e al cosiddetto ‘folk’, ma, grazie ai cantanti che di volta in volta chiamiamo, ci permette di avere al di fuori una visione diversa. In definitiva, con il Premio andiamo a riconoscere le eccellenze autoctone, contribuendo però, al tempo stesso, a dar loro una spinta da e verso l’esterno.
Non a caso, tra gli ospiti ce ne saranno anche alcuni noti sia a livello nazionale che internazionale…
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Ebbene sì. Il 6 agosto abbiamo avuto Antonio Amato Ensemble, ossia la voce della ‘Notte della Taranta’, grazie ad una sorta di gemellaggio tra la Festa dell’Antica Pizza Cilentana e, per l’appunto, la Notte della Taranta. Il 7 agosto, invece, abbiamo avuto le Ninfe della Tammorra mentre l’8, il giorno successivo, è stata la volta di Ciccio Merolla. A seguire, il 9 per la precisione, c’è stato Mario Reyes dei Gispy King. Il 10 i Tricarico, venuti alla ribalta per la loro partecipazione ad un videoclip ufficiale e ad un live di Jovanotti. E infine, domani, per la serata di chiusura, avremo la Nuova Compagnia di Canto Popolare che tutti conosciamo.
Ormai sei un veterano della musica. Quanto ha influito questo nel dirigere artisticamente e organizzare il Premio?
Beh, che dire, ha influito relativamente alla mia partecipazione da direttore artistico. Faccio musica da tantissimi anni sebbene l’aspetto popolare, sempre che così lo si possa definire, sia stato una passione privata che ho coltivato sin dai tempi dei miei studi classici al Conservatorio. Perciò, confrontarmi un’espressione musicale diversa da quella che sono solito produrre è stato affascinante e stimolante. Ho subito chiarito, ovviamente, che per avere un’apertura all’esterno dovevamo andare a contaminare i vari mondi. Soltanto in questo modo avremo potuto generare un messaggio più forte.
Fonte: Web
Quest’anno avremo la possibilità di assistere ad una tua esibizione, magari proprio domani sera, nel corso della serata finale?
Lo scorso anno ho partecipato sia in qualità di direttore artistico che di cantante sul palcoscenico, mi sono esibito e ho ospitato colleghi del territorio. Unendo gli stili peculiari di ciascuno e le diverse melodie abbiamo dato vita ad un’esibizione davvero bella. Quest’anno, invece, mi sono occupato solamente della direzione della manifestazione.
In che modo è strutturata ciascuna serata?
Ogni serata prevede l’assegnazione di un riconoscimento a coloro che si sono distinti particolarmente in vari ambiti, artistici e professionali. A seguire, poi, ci sono delle performance dal vivo che vengono eseguite sia da locali che da artisti dalla fama consolidata.
Nel corso della precedente edizione il Premio ha riscontrato un ragguardevole consenso. Ve lo aspettavate?
Assolutamente no, sebbene ci sperassimo tanto. Devo ammettere che abbiamo lavorato bene, sia a livello di comunicazione che di promozione, dunque siamo stati abbondantemente ripagati. Abbiamo coinvolto un numero notevole di persone e lo stesso ritengo di poter dire per l’edizione attuale. In fondo, si tratta di una festa gastronomica, il che già di per sé stuzzica la curiosità della gente, e se a questa si affianca un cast musicale adeguato, credo si possano avere tutte le carte in regola per un evento ben riuscito.
Sei stato insignito della cittadinanza onoraria dall’amministrazione comunale…
Si, mi è stata consegnata durante la prima sera. È un riconoscimento del quale sono davvero grato perché conferisce, insieme a quello che ricevetti ad Agropoli nel 2019, un ulteriore valore istituzionale al profondo legame che mi unisce al Cilento, terra che mi ha visto nascere e crescere. Sono arrivato a Giungano solamente due anni fa, ma nutro per lei e i suoi cittadini stima, rispetto e affetto. Ho frequentato il borgo, lavorato a stretto contatto con i suoi abitanti la cosa che più mi ha stupito è stata la disponibilità con cui chiunque si adopera per creare qualcosa di bello, primi fra tutti i giovani. E lasciatemelo dire, se si è in grado di coinvolgere loro, allora significa che si sta realmente realizzando qualcosa di importante.
Foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa 361ComunicAzione
Tralasciando per un attimo il Premio, al momento sei a lavoro su qualcosa di nuovo?
Assolutamente sì. Sono in piena attività concertistica, che quest’anno si è rivelata essere molto ricca e produttiva. Sto vivendo una seconda fase della mia vita privata e professionale, quasi inaspettata. Ma si sa, quando si lavora sodo, i frutti del seminato si vedono, e devo dire che stanno arrivando tutti. In più, ormai ho un’età che mi consente di vivere a pieno e con maggior consapevolezza ciascun momento della vita. C’è gente che mi segue da moltissimi anni mentre altra mi sta scoprendo ora, ed è proprio alla luce di questo che sento di poter affermare che il successo ha tante facce, non è fatto unicamente di migliaia di numeri o persone, ma anche e soprattutto di quelle piccole cose che ti danno riscontro e soddisfazione. Ho in cantiere, inoltre, una nuova raccolta contenente la mia intera produzione musicale, dal 1976 ad oggi, compresi brani che ho scritto e composto per altri artisti. Uscirà ad ottobre accompagnata da un album di inediti e dalla mia prima, ed unica, canzone in dialetto cilentano, una dedica alla mia terra e alla mia città.
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