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Noi animali, Noi amici essenziali

Storie di animali raccontate dal loro punto di vista

Animali
Cani e gatti: amici per la pelle

“Noi animali” è lo spazio del nostro sito www.vanityclass.it dedicato alle storie che hanno da raccontarci, spesso capaci di impartire lezioni di empatia a noi “umani”. Proveremo pertanto a narrarle attraverso quella voce che non siamo in grado di comprendere fino in fondo. Ricorreremo all’immaginazione per interpretare la comunicazione non verbale: comportamenti, sguardi, segnali, interazioni; con gli altri pelosi, e con l’uomo.

Gli animali nella storia 

Fin dall’antichità, molteplici specie animali sono state parte integrante dello sviluppo della vita umana stessa. Dalla caccia primitiva si è passati a pastorizia e allevamento di bovini, ovini e suini, per sopperire al fabbisogno alimentare e tessile. Grazie agli animali da soma, il contributo per l’uomo è stato prezioso nelle mansioni più dure. Infine, con la domesticazione degli animali da cortile, cani e gatti (sacri già agli Egizi) sono diventati i principali amici dell’uomo. 

Certo, non sempre è stato facile per loro adattarsi all’umana bramosia di sfruttamento di risorse eccessivo. Ad esempio, sono milioni i cavalli rimasti vittime di guerra e fatiche.

La celebrazione da parte dell’uomo: dalla filosofia al cinema 

Nonostante ciò, –e per fortuna, non senza velata ironia– alcuni compagni umani sono stati spesso elogiati. Il grande e cosmopolita conquistatore Alessandro Magno volle ricordare a lungo Bucefalo, il suo magnifico e possente destriero, fedele compagno di tante battaglie.

Nell’arte abbiamo trovato meravigliosa espressione e rappresentazione di molti animali, con una funzione propiziatoria per la caccia, allegorica, e di studio. Basterebbe pensare all’impressionante realizzazione del progetto del Cavallo di Leonardo da Vinci collocato all’Ippodromo di Milano, per rimanere senza fiato. Alcune fiere sono state addestrate per guerre, illeciti e comunicazione non sospetta, come i colombi viaggiatori.

Il primo a ritenere gli animali quali compagni di vita ed esperienze fu Pitagora, che nell’eterna ricerca di conoscenza, sostenne quanto essi «condividano con noi il privilegio di avere un’anima».

Dopo di lui, numerosi intellettuali, poeti, politici, e autori si sono espressi difendendo gli esseri a quattro zampe, divenuti protagonisti di letteratura, film, serie tv e cartoni animati indimenticabili: “Hachikō”, “Spirit”, “Dumbo”, “Tom&Jerry”, “Spirit”, “Il libro della giungla”, “gli Aristogatti”, “Bambi”, “Il Re Leone”, “Zanna Bianca”. Non stupisce la recente scelta di produrre “Crudelia“, il prequel de “La carica dei 101”. Protagonista, l’iconica villain, interpretata dall’attrice premio Oscar Emma Stone.

Ma questi non sono solo che alcuni esempi di titoli memorabili, impossibili da elencare insieme.

Un delicato squilibrio con l’uomo

Sfortunatamente, il rapporto con l’uomo non è stato sempre basato sul rispetto.

Chiunque nel regno animale conosce l’egocentrico antropico. I protagonisti di questo spazio sottolineerebbero come, per svariati secoli, egli abbia preteso di essere al centro della Terra, a sua volta centro dell’universo, Tutto, anche il Sole, vi girava intorno, secondo il geocentrismo del nostro Pianeta. Lo stesso che, per inciso, ha tanto ammirato quanto umiliato.

Consapevoli di questa grande, pretenziosa autoreferenzialità, l’insieme di filosofeggi e grande semantica, moralità (?), e paradossi propri del solo mondo umano, gli animali, o, per estensione di pensiero, tutti gli esseri viventi, salvo i “bipedi”, (ci) perdonano tutto.

Troppo, troppo spesso. 

«La gente parla a volte della crudeltà bestiale dell’uomo, ma ciò è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: nessun animale potrebbe mai essere così crudele come un uomo» così commentava Dostoevskij. Esseri senzienti, dunque, dotati di estrema intelligenza e adattabilità. Per quanto ci temano, o ci sfuggano, essi, malgrado ciò, non si curano dell’oscurità umana. Anzi: ci perdonano, persino nel modo in cui li maltrattiamo, li rinchiudiamo, li abbandoniamo, li priviamo di spazi vitali e territori, li facciamo riprodurre senza sosta.

Ci perdonano perché, e ne sono profondamente consci, esistono anche coloro che, di loro e per loro, si (pre)occupano e combattono.

Abitudini e singolarità

Con la loro auspicabile benevolenza, cercherò di interpretare il loro pensiero, ed evidenziarne particolarità, realtà, storia e natura; come singoli e come gruppi. Per quanto atteggiamenti e abitudini risultino familiari e comuni, e alcuni istinti primordiali, ognuno ha un carattere ben distinto. E per quanto i segreti della natura possano risultare complessi, mostrandola talvolta crudele con le sue leggi, gli animali ci sorprendono con le loro azioni. Con quei loro comportamenti, essi riescono a mostrare la parte migliore dell’umanità. Senza bisogno d’ulterior favella.

«Gli occhi di un animale hanno il potere di parlare uno straordinario linguaggio» scrisse Buber, e  personalmente ritengo sia esattamente quest’assenza del nostro concetto di “parola”, strumento di unione quanto di disgiunzione, a permettere loro di arrivare a chiunque; smuovendolo, strappando sorrisi o momenti di sconforto di fronte a immagini che regalano imprevedibile spontaneità. Non senza portarne alla luce la parte migliore di quell’umanità che, in molte occasioni, non permettiamo a noi stessi di vedere. 

Ora però via libera alle zampette animali, per noi amici essenziali!

Redazione

Scritto da Redazione

La redazione di VanityClass.

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