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Roma, distrutta dai vandali la statua contro il razzismo

La statua era stata posta la scorsa estate sul Ponte degli Angeli, di fronte a Castel Sant’Angelo, come simbolo di un forte messaggio contro il razzismo e ora è stata inevitabilmente rimossa a causa dei danni riportati

Roma

Monumenti imbrattati, siti archeologici deturpati e un patrimonio culturale in balia del vandalismo. È questo lo scenario che, oggigiorno, un qualunque turista proveniente dall’estero o un comune cittadino italiano potrebbe ritrovarsi di fronte. Da un paio di anni a questa parte, infatti, con uno sconfortante crescendo nelle ultime settimane a Roma, si assiste ad un autentico fenomeno di sfregio e devasto estetico nei confronti di sculture secolari, rovine storiche e luoghi culto. Basti pensare alle innumerevoli scritte rinvenute sulle mura del Colosseo. Oppure al disastro della Barcaccia di Piazza di Spagna per mano dei tifosi olandesi nel 2015. O ancora, alla bolgia di ultrà del Betis Siviglia che di recente si è riversata a Piazza Del Popolo danneggiando la Chiesa degli Artisti.

Insomma, di episodi che fanno notizia se ne potrebbero citare parecchi. E al tempo stesso, altrettanti sono quelli di cui nessuno parla, per via dell’incuria delle istituzioni e di chi continua a perpetrare azioni del genere. 

Roma, distrutta dai vandali la statua contro il razzismo
Piazza del Popolo alcuni giorni fa
Fonte: Web

Nei giorni scorsi, in particolare, si è consumato l’ennesimo atto di barbarie su di un’opera scultoria posta per le strade della Capitale. Si tratta della statua nota con il nome di “Sono pronto al flagello” dell’artista Jago, all’anagrafe Jacopo Cardillo, collocata durante l’estate sul Ponte degli Angeli, davanti a Castel Sant’Angelo, come simbolo di un forte messaggio contro il razzismo e ora prontamente rimossa in seguito ai danni arrecati da un gruppo di vandali di cui, purtroppo, non si conosce ancora l’identità. 

“Sono pronto al flagello”: il significato dietro l’ultima opera vandalizzata a Roma

Era sopravvissuta ad un viaggio segreto in mare a bordo di una nave di SOS Mediterranea, associazione umanitaria indipendente che aiuta e soccorre i profughi nel Mar Mediterraneo. Ma non solo. Anzi, era arrivata nel cuore di Roma dopo una breve sosta all’Olimpico. Sarebbe dovuta rimanere posizionata tra la Basilica di San Pietro e l’antica prigione di Castel Sant’Angelo fino al prossimo 5 novembre, per poi approdare ad un’asta di beneficenza, dal valore iniziale di 1,250 milioni di euro, il cui ricavato sarebbe stato devoluto proprio a SOS Mediterranea. E invece, la permanenza romana di “In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello” è durata poco più di qualche mese. 

Realizzata in marmo italiano di colore nero a dimensioni naturali, la statua raffigura un profugo che dorme sdraiato per terra. L’intento che è alla base del suo concepimento, difatti, è quello di un richiamo alle migliaia di migranti che quotidianamente sono in balia delle onde in mezzo al mare nella lunga e difficile traversata verso le coste italiane. Vista l’importanza del messaggio di cui si faceva portavoce, la sua collocazione in uno dei posti più suggestivi della città era certamente strategica. In effetti, in quel modo sarebbe stato impossibile non vederla. E per certi versi, così è stato. Peccato solo, però, che non sia sfuggita nemmeno a chi non fa altro che “sporcare” le bellezze archeologiche, artistiche e architettoniche che fanno da cornice al nostro Paese.

I danni e la conseguente rimozione

Stando a quel che ha riferito l’assessore alla sicurezza del I Municipio capitolino, Giulia Silvia Ghia, l’opera sarebbe stata ridotta in pezzi, tanto da costringere le autorità a disporne la rimozione. “Due giorni fa – ha comunicato Ghia tramite una nota ufficiale – nel corso della notte, l’opera in marmo del famoso scultore Jago […] collocata nel mese di agosto sul Ponte degli Angeli e da subito divenuta meta di attrazione turistica, è stata deturpata e devastata in maniera davvero importante“. L’autore ha espresso rammarico in merito a quanto accaduto e le autorità sono alla ricerca dei responsabili. 

Ma a cosa è realmente dovuto tutto ciò? All’assenza di tolleranza o considerazione della Storia, del bello o del recupero di ciò che appartiene alla collettività in chi si rende colpevole di tali reati? Oppure alle lacune della tutela e alla mancanza di pene adeguate?

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Diego Lanuto

Scritto da Diego Lanuto

Classe 1996, studente laureando in "Lingue, Culture, Letterature e Traduzione" presso l'Università di Roma 'La Sapienza'. Appassionato di scrittura, danza, cinema, libri e molto altro, nel corso degli anni ha collaborato con diversi siti e testate giornalistiche on line tra cui Metropolitan Magazine, ATuttoNotizie, M Social Magazine e Spyit.it. Ha scritto alcuni articoli per la testata giornalistica cartacea ORA Settimanale. Ha curato progetti in qualità di addetto stampa. Attualmente è redattore presso la testata giornalistica Vanity Class e addetto stampa del progetto "L'Amore Dietro Ogni Cosa - Andrea Crimi canta Simone Di Matteo".

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