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“Tricò, lo stilista delle regine”

VanityClass ha intervistato il Giornalista Andrea Scazzola autore del libro: “Tricó, lo stilista delle regine”

“Tricò, lo stilista delle regine”

“Tricò, lo stilista delle regine”

VanityClass ha intervistato il Giornalista Andrea Scazzola autore del libro: “Tricó, lo stilista delle regine”

“Tricò, lo stilista delle regine”
Andrea Scazzola

“Pierluigi Tricò fu inserito nel 1977 nella lista dei dieci uomini più eleganti del mondo. Alla fine del 1996 ha chiuso il suo atelier, proprio mentre Hubert de Givanchy, era in visita a Roma e lo ammirava.”

Queste le parole del Giornalista Andrea Scazzola, autore (insieme a Francesca Romana Carpentieri), del libro:“Tricó. Lo stilista delle regine”.

“Tricò, lo stilista delle regine”
Francesca

Oggi Andrea ospite tra le pagine di Vanityclass, ci accompagna,(attraverso questa bellissima intervista), in un mondo che non estiste più.

“Un bel viaggio, con i bagagli della memoria, di mio zio Pierluigi Tricò.” Racconta Scazzola, per poi concludere: “Le storie non finiscono mai. E l’ultimo atto è proprio questo libro. Queste pagine sono state un tributo, certo, ma anche una rinascita.”

“Tricò, lo stilista delle regine”
Audrey_Hepburn_Grecia

Cito testualmente: ” Il libro ripercorre momenti importanti e vitali della storia italiana, attraverso una cornice di eleganza e bellezza” . Quali i momenti salienti a cui si riferisce?

Io e mia moglie Francesca Romana Carpentieri abbiamo raccontato una vicenda famigliare. La storia di mio zio, Pierluigi Tricò, un celebre stilista nell’Italia del boom economico. Ecco, il momento centrale è questo: la rinascita economica del paese, l’entusiasmo di ricostruire, produrre, inventare, ideare, sperimentare. In ogni campo, anche in quello dello stile e dell’eleganza.

Pierluigi Tricò, dopo la maturità classica e gli studi di giurisprudenza si licenziò da un impiego grigio ma sicuro per seguire la sua passione

La sua è una vicenda propria di quel momento storico, nel quale partendo dal nulla, con le proprie forze, pochi risparmi, l’aiuto di suo fratello Luciano e di sua cognata Fiorenza, in un paio d’anni Tricò sfila alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Palazzo Barberini, nella sala bianca di palazzo Pitti, il tempio della moda italiana a Firenze, e a Parigi. E di lì a Mosca, a New York, Los Angeles, Copenhagen, Montrial e Vancouver.

“Tricò, lo stilista delle regine”
Tricò_MarisaPavan(attrice)_Fiorenza1961

Insomma, sullo sfondo della vicenda umana di uno stilista di successo, c’è la storia del nostro paese, che arriva fino a oggi, all’anno del lockdown, che ci ha imprevedibilmente condotti a scrivere il libro.

Salgari, sosteneva che: “Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.” Viaggio che lei stesso ha vissuto attraverso “Tricó “, ma soprattutto attraverso la memoria di un mondo che non esiste più. 

Che quel mondo non esista più è un fatto, può essere triste ma è così. In quel momento servivano idee, intraprendenza, gusto ed eleganza per avere successo. Ma arrivare dal nulla alle vetrine della Fifth Avenue di New York in meno di 5 anni probabilmente è irripetibile. Forse oggi un successo così rapido può riguardare gli influencer, che però appunto influenzano e non creano, cioè in qualche modo promuovono prodotti altrui, non li creano dal nulla. Detto questo, è stato un bel viaggio, con i bagagli della memoria, di mio zio Pierluigi Tricò, certamente, ma anche mia, perché alcune di quelle vicende, le ho vissute personalmente.

La nascita di questo progetto, ha coinvolto tutta la sua famiglia, come lei stesso ha dichiarato. Progetto che ha riportato a galla, (e cito testualmente): ” Gli anni belli della mia vita”. Ci racconti di più. 

Sì, tutta la famiglia. Mio zio, mia moglie ed io siamo qui e abbiamo realizzato il libro. Ma anche quelli che non ci sono più, come mio padre, mia madre, mia nonna, mio nonno, i bisnonni, tutto è in queste pagine.

“Tricò, lo stilista delle regine”
1969_Veruschka

Quelli che raccontiamo sono gli anni belli della vita di mio zio e di molti italiani, ma lo sono anche della mia vita, in qualche modo, perché sono gli anni della mia infanzia. Gli anni di me bambino che ha visto le prime mannequin aggirarsi per casa mentre era quasi ancora in culla.

Era l’atelier dove un giorno del 1962, arrivò inattesa la donna più celebre del mondo di allora, Jaqueline Kennedy, la first lady, moglie del Presidente degli Stati Uniti d’America John Fitgerald Kennedy.

“Tricò, lo stilista delle regine”

La moda Italiana rappresentava all’estero la grandezza del nostro Paese, e Pierluigi Tricò era destinato alla moda. Perché? Cos’è che lo attirava verso questo mondo tutt’altro che facile da affrontare e gestire?

Parliamo di un ragazzo di una famiglia borghese con buone tradizioni culturali, che studia al liceo classico, poi giurisprudenza, poi ottiene un impiego in un ente. Ma sente che quella vita gli va stretta, che non è la sua. Ama l’eleganza, la bellezza, disegna modelli, e non sa nulla di sartoria. Si licenzia, rischia tutto e ottiene il successo. Pierluigi Tricò fin dai banchi del liceo disegnava modelli di donne eleganti sul margine del libro di filosofia. Un giorno il professore, mentre spiegava Leibniz, se ne accorse, e chiese con tono severo “che cosa sono questi disegni?”, Pierluigi ci pensò un attimo e rispose: “le monadi, professore!”. Evidentemente mentre disegnava seguiva la lezione, perché le monadi sono uno dei cardini della filosofia di Leibniz e il professore ne fu molto divertito. Un segno del destino? Chissà.

William Shakespeare, sosteneva che: “Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi.” Quindi se Tricó era destinato alla moda e attraverso le sue creazioni abbiamo avuto modo di viaggiare in un Italia che non esiste più; mi chiedevo e le chiedo: Come si conclude il viaggio di chi aveva il destino già scritto? 

Pierluigi Tricò fu inserito nel 1977 nella lista dei dieci uomini più eleganti del mondo. Alla fine del 1996 ha chiuso il suo atelier, proprio mentre Hubert de Givanchy, che era in visita a Roma e lo ammirava, gli propose di creare l’abito da sposa per una giovane Rothschild, ma ormai il tempo era scaduto, i giochi erano fatti. Ma, concludendo si può dire che le storie non finiscono mai. E l’ultimo atto è proprio questo libro, venticinque anni dopo quella chiusura e dopo una malattia che lo ha fisicamente molto provato. Sembrava la fine ed è stato un nuovo inizio. Queste pagine sono state un tributo, certo, ma anche una rinascita.

“Tricò, lo stilista delle regine”

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Scritto da Rosa Spampanato

Redattrice presso la testata giornalistica M Social Magazine diretta da Christian De Fazio nella sezione dedicata al Cinema Musica TV.
Collaboratrice per il Quotidiano LaSicila (cartaceo) nella sezione Cultura e Spettacolo diretta dal Giornalista e Capostruttura Leonardo Lodato.
Collaboratrice per Cherrypress Magazine diretto da Barbara Scardilli nella sezione Musica.

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