ADDIO A FRANCO BATTIATO
Nato a Ionia il 23 marzo 1945, il suo percorso musicale è stata una formula alchemica senza precedenti in Italia. Mescolava invariabilmente sonorità etniche alle più moderne forme di suono elettroniche innestando perfino l’opera lirica.
Vistoso è stato il suo successo di pubblico e critica, affiancato da numerosi collaboratori, tra cui il coautore di molti dei suoi brani, il filosofo Manlio Sgalambro.
LO STILE
Accostava, dunque, la cultura filosofica, l’esoterismo, la mistica e l’attualità alla musica, creando stili nuovi, passando dall’elettronica all’avanguardia. I testi poetici (e per certi versi criptici), il timbro vocale inatteso quanto la musica sulla quale cantava diventarono subito una firma autentica e riconoscibilissima. Tanti i suoi successi che a distanza di anni continuano a passare nelle radio tra cui Voglio Vederti Danzare, La Cura, Centro di Gravità Permanente e Cuccurucucù, ad esempio, sono testi che tutti abbiamo canticchiato. Lampante la sua originalità che dal 1971 ha squarciato il velo tradizionalista del panorama musicale italiano, regno della musica leggera da sempre, pur facendo immersioni nel corso della sua carriera anche all’interno del territorio pop.
La sua è stata una missione quasi divulgativa. Con una sorprendente capacità intuitiva e una grande conoscenza delle geografie culturali e sonore, pescò nelle mappe del mondo i pentagrammi popolari, portandoli alle orecchie degli italiani.
Nei suoi testi amava fare citazioni che dimostravano le enormi conoscenze del cantautore in variegati campi.
NON SOLO MUSICA
Artista eclettico non solo nella musica: si cimentò anche nella pittura e nel cinema. Nel 2003 scrive e dirige il suo primo film: Perdutoamor, concetto largamente autobiografico con il quale vince il Nastro d’argento come migliore regia esordiente.
Nel 2005 la sua opera seconda: Musikanten è presentata alla 62° Mostra del cinema di Venezia. Pellicola, questa, basata sugli ultimi anni di vita di Beethoven.
Nel campo pittorico si diletta. I critici trovano interessanti le sue opere, con chiari riferimenti all’arte bizantina e al primitivismo toscano.
LA TUTELA DEL SUO PRIVATO
Vegetariano, poco incline alla vita mondana, amò tantissimo la sua Sicilia, nella quale viveva. Fu attaccatissimo alla madre Grazia che venne a mancare nel 1994, tanto che nella sua residenza, il castello di Milo, fece riconsacrare la cappella e ogni giorno un prete recitava una messa in memoria della donna.
Un artista a tutto tondo, un vero orgoglio italiano che oggi 18 maggio 2021, dopo il ritiro dalle scene nel 2019, ci lascia un’eredità artistica di grandissimo valore di cui faremo tesoro. La famiglia fa sapere che i funerali si terranno in forma privata.