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Sandro Marenco: “Prof dei Social”

Dall’assunzione in Sony come esperto di Marketing a Prof dei Social è un’attimo. A raccontarcelo è Sandro Marenco.

Sandro Marenco il“Prof dei Social”.

“La voglia di iniziare una nuova vita è stata ancora più forte e ricordo ancora la sensazione di libertà e brividi in tutto il corpo quando, quella mattina, rassegno le dimissioni.”

Si apre così la nostra chiacchierata/intervista con Sandro Marenco, speaker radiofonico, insegnante di Inglese e Tedesco, ma soprattutto per noi tutti Sandro è il “Prof dei Social.”

Ebbene si avete letto proprio Bene: “Il prof dei Social”. 

Sandro Marenco: "Prof dei Social"

Sandro Marenco: “Dall’assunzione in Sony come esperto di Markenting, a Prof dei Social è un attimo.”

Appena laureato, Sandro decide di lavorare per una grande Multinazionale, che gli garantisce stabilità economica, viaggi ed esperienze lavorative importanti. Il sogno di tutti (starete pensando voi), ma credetemi non è sempre così.

Marenco,ad un certo punto si rende conto che la vita che sta vivendo non è la sua e non è quella che desidera in toto.

Sandro desidera vivere e per farlo deve seguire il suo cuore.

E così è stato. Oggi  è qui a raccontarci la sua esperienza, ma soprattutto capirete ancor di più perché viene definito: “Il prof dei Social.”

La storia di Sandro Marenco

Cito testualmente: “Laureato in lingue alla Cattolica di Milano, ho lavorato per una Multinazionale. Dopo anni trascorsi in giro per il mondo, ho capito che non stavo vivendo la mia vita” Ci spieghi meglio.

Per risponderle come desidero devo fare un piccolo passo indietro e andare ai tempi in cui frequentavo il corso di lingue all’università Cattolica di Milano. Avevo scelto come prima lingua l’inglese e, come seconda il russo. Lingua e letteratura affascinanti, si respirava davvero l’aria della cultura russa mescolata all’odore di cera d’api delle sedute dell’aula, lezioni che avevano qualcosa di magico.

Sandro Marenco: "Prof dei Social"

Dopo 6 mesi mi rendo però conto che non avrei mai raggiunto un livello sufficientemente alto da poter comunicare con scioltezza in quella lingua. Ricordo che io ho scelto il corso di lingue perché, ai tempi, era l’unica possibilità per potermi laureare con la specializzazione in scienze della comunicazione. Per farla breve cambio lingua e scelgo il tedesco, mi trasferisco in Austria per qualche anno dove posso seguire il programma Erasmus e torno in Italia per laurearmi.

Assunzione in Sony come esperto di Marketing

A quel punto vengo assunto da SONY Italia dove seguo il marketing di una linea di prodotti per il mercato italiano, pensi che ho lanciato il DVD e le pennine USB sul nostro mercato, sembra di parlare di preistoria. Ho girato davvero tantissimo in Italia e anche all’estero per partecipare ai meeting aziendali europei, alle convention dei clienti, ho organizzato viaggi premio e concorsi, fu mia l’idea di creare in Italia il primo concorso per giovani talenti basato sui cortometraggi, mi seguirono parecchie aziende dopo.

Una vita interessante, spesso frenetica.

Vivevo per l’azienda e non per me. Avevo tantissime soddisfazioni a livello professionale ma gli amici? La mia prima cuginetta è nata mentre io ero ad un meeting a Porto.

Una bella carriera, ma decide di fermarsi

La nonna ha iniziato a stare male mentre io ero in volo per Madrid. Si prospettava una bella carriera ma ho deciso di fermarmi. Ho rinunciato a tutti i benefit e mi sono detto “è ora di crearti una casa”, intendendo una casa interiore.

“Così ho iniziato a vivere”

Dal nulla ho aperto un negozio di articoli per la casa di medio alto livello e ho iniziato ad insegnare inglese nelle scuole serali e, poco dopo, in quelle statali.

Il cambiamento di Sandro

 In merito al suo “Cambiamento di vita”, lei dichiara: “Ho iniziato a creare per me stesso”. Ecco da cosa si parte o con che cosa si parte per dare il via a questa creazione.

Non so esattamente da cosa si parta o cosa non si debba fare, posso solo dire che io sono partito dalla consapevolezza di volere creare qualcosa per me e quindi il primo step è stata la presa di coscienza che quello che facevo mi dava onore ma non mi rendeva onore.

Ho avuto una paura Folle.”

Il passo successivo è stata la paura, una paura folle di aver sbagliato ma la voglia di iniziare una nuova vita è stata ancora più forte e ricordo ancora la sensazione di libertà e brividi in tutto il corpo quando, quella mattina, rassegno le dimissioni, salgo in macchina per tornare a casa e, nel traffico di Milano, mi tolgo la cravatta e sbottono i primi bottoni della camicia, tiro giù i finestrini, alzo la musica ed inizio a cantare. Col senno del poi lo rifarei cento volte.

Sandro Marenco: "Prof dei Social"

 Sandro Marenco oggi è un docente di Inglese e Tedesco, uno speaker radiofonico e un Content Creator. Nel farle i miei complimenti, le chiedo e mi chiedo: “Come riesce a coniugare il tutto”?. Ma soprattutto che studente era Sandro?

Intanto la ringrazio per i complimenti ma per venire subito alla risposta sul come faccio a coniugare tutto, è molto semplice: faccio dei gran pasticci o, come li definisco, le mie giornate sono contraddistinte dagli “errorini”, ne ho anche creato un hashtag perché sono ormai diventati una costante. Quello che mi arriva in termini di “popolarità” non è cercato e, pertanto, ne sono assolutamente impreparato. Succede che dimentichi gli appuntamenti, prenda nota di un’intervista e la scriva nel giorno sbagliato, capita anche che non sia capace ad entrare nelle piattaforme digitali dove sono magari invitato a partecipare. Quindi navigo a vista, per fortuna non ho mai fatto nessun “errorino” che riguardasse il mio impegno a scuola, ma non vorrei dirlo troppo forte.

L’ infanzia di Sandro.

Per parlare di me come studente io potrei dire che fino alle medie ero uno studente modello, mia mamma mi dice sempre che non ha mai dovuto dirmi una volta “Sandro fai i compiti” perché li facevo in autonomia. Al liceo non andavo male ma ero il classico da “potrebbe fare molto di più”, ne ero consapevole ma non ne avevo voglia. Sono sempre stato un ragazzo molto curioso quindi mi interessava capire le cose ma una volta che mi erano chiare non avevo bisogno di andare avanti. Il risultato era che la mia preparazione era sempre sul 7. Ricordo che ero molto generoso con i compagni e infatti una volta presi 4 e mezzo di matematica perché la prof mi aveva beccato mentre facevo il compito ad Elisa, la compagnia di banco davanti a me. Tornerei subito al liceo perché ne ho un ricordo bellissimo.

 

Nell’era della DAD, dei Social, e di Tiktok, Marenco riesce(grazie alla sua personalità creativa ed affascinante),a inviare messaggi importanti e profondi ai suoi studenti e non. Divenendo così il “Prof Tiktoker”. Una grande responsabilità non crede?

Una responsabilità enorme che io sento tantissimo. L’unica cosa che mi salva è il fatto che io credo di essere, prima di tutto, un educatore e poi faccio il prof. In quest’ottica chi sa di voler educare gli altri ha ben chiaro il concetto di essere al servizio degli altri soprattutto con il proprio esempio.

I ragazzi che mi seguono sanno che da me non verranno giudicati

Certo, quando voglio mandare un messaggio con un video faccio attenzione alle parole che uso e ai concetti che esprimo affinché non contengano alcun giudizio. Ma non è molto differente da quando sono in classe. L’importante è che i ragazzi che mi seguono capiscano che da me non saranno mai giudicato per come sono e per cosa fanno, se già si riuscisse a far passare questo concetto di essere liberi e giusti per come si è, beh, avremmo una società futura libera dagli stereotipi e dai pregiudizi e non potrebbe che essere una società dove ci potrebbe vivere davvero bene.

 

 Riferendosi alla DAD, lei spiega che il problema di queste lezioni da remoto, non sono le nozioni perse, ma vi è un problema che scava più nel profondo, ovvero a livello psicologico. Perché secondo lei?

Ci siamo concentrati per troppo tempo sulle nozioni, ci siamo preoccupati che i programmi venissero svolti regolarmente ma non abbiamo, o lo abbiamo fatto molto tardi, pensato all’impatto psicologico che questa condizione avrebbe potuto mettere i ragazzi ore davanti al Pc come minimo, compiti al pomeriggio , chiusi in casa, senza calcetto e senza danza, non potevano incontrare gli amici.

Una vita sconvolta.

Una vita sconvolta e privata dei rapporti umani proprio in quell’età dove l’interazione con gli altri ti forma e ti fa crescere. La scuola avrebbe dovuto rispondere alleggerendosi e non appesantendo la loro vita. Avrei gradito un decreto che limitasse il numero massimo di ore da somministrare in dad e che desse la possibilità ai docenti di gestire in maniera più leggera le verifiche e le interrogazioni. Ma questo non è arrivato e quindi ci siamo attenuti a quanto richiestoci. Vedremo purtroppo il risultato di questo periodo di chiusura tra qualche tempo e, credo, non sarà facile né per loro né per noi. La scuola comunque in tutto questo era solo un tassello di un disagio molto più grande quindi ha solo in parte la responsabilità del disagio. I ragazzi comunque i segnali ce li davano, per loro la scuola era “tossica”.

 

Sbirciando nei suoi profili Social ho notato che ha un gatto. Immediatamente la mente mi ha rimandato alle parole di Sir Harry Swason, che sostiene che: ” Non si può possedere un gatto. Nella migliore delle ipotesi, si può essere soci alla pari.” È vero?

Fino a qualche giorno fa ne avevo 5 e poi, sfortunatamente, Spillina, mi ha lasciato per una grave malattia. Con tutti loro comunque  non posso nemmeno ambire ad essere almeno socio alla pari, io sono proprio il loro maggiordomo.

 

 Albert Einstein sosteneva che: “È l’arte suprema dell’insegnante risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza”. Quindi prima di salutarla e ringraziarla per la sua disponibilità, mi chiedevo e le chiedo: “Se Sandro Marenco oggi è in grado di risvegliare la creatività dei ragazzi, chi o cosa riesce a risvegliare la creatività di Sandro persona e personaggio?

Se si riferisce alla creazione dei mie video posso tranquillamente dire che traggo ispirazione dalle ore che passo a scuola con i ragazzi perché fondamentalmente io racconto loro, racconto me e racconto loro con me e io con loro. Nella vita sonno sempre stato stimolato dal vedere cose belle e mi piace creare cose che diano e, magari, lascino un senso di positivo. Una risata intelligente, un messaggio di speranza, una sorriso che rincuora. Io non mi sento un personaggio perché ciò che si vede sui social è proprio Sandro. Io sono così con i miei amici e i miei alunni, cerco sempre di portare un po’ di senso di libertà, far capire loro che nulla è sbagliato o giusto ma che tutto accade nel momento giusto per noi per darci la possibilità di evolvere.

Sandro Marenco: "Prof dei Social"

 

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Scritto da Rosa Spampanato

Redattrice presso la testata giornalistica M Social Magazine diretta da Christian De Fazio nella sezione dedicata al Cinema Musica TV.
Collaboratrice per il Quotidiano LaSicila (cartaceo) nella sezione Cultura e Spettacolo diretta dal Giornalista e Capostruttura Leonardo Lodato.
Collaboratrice per Cherrypress Magazine diretto da Barbara Scardilli nella sezione Musica.

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