Una notte per morire. La signora Trefoile (Thallulah Bankhead) è un’ex attrice cinematografica che da anni ha abbandonato le scene per dedicarsi interamente alla sua fede cattolica. Vive reclusa nella casa fatiscente di un piccolo villaggio inglese, non troppo distante da Londra. Ma non è sola, anzi, a farle compagnia c’è una coppia di domestici, Harry (Peter Vaughan) e Anna (Yootha Joyce), e il tuttofare Joseph (Donald Sutherland). La donna trascorre le sue giornate nel ricordo del figlio Stephen, morto accidentalmente in un incidente stradale e prega in ogni momento della giornata. Ad interrompere la quotidianità della vecchia signora, però, è l’arrivo dell’americana Patricia (Stefanie Powers) che un tempo era stata la fidanzata di Stephen ma che ora è in procinto di sposarsi con Alan Glentower (Maurice Kaufmann).
Spinta dal desiderio di rendere omaggio alla sua ex suocera, Patricia decide di farle visita e di passare una giornata con lei. Varcata la soglia della dimora, la vita di Patricia cambierà per sempre. La signora Trefoile, spinta dal desiderio di redimere Patricia per i suoi “peccati”, la costringe con la forza a rimanere nella casa. E per di più, la obbliga a subire una serie di torture fisiche e psicologiche per purificarla fino a farla ricongiungere con l’amato figlio morto.
Una notte per morire, un horror impeccabile tutto da gustare
Il regista Italocanadese Silvio Narizzano (1927-2011) costruisce un film in perfetto stile Hammer. L’attenzione si focalizza sulla prima donna del film, Thallulah Bankhead (1902-1968), qui al suo ultimo ruolo per il circuito cinematografico. La Bankhead è totalmente fuori di testa ed entra perfettamente nella parte della signora Trefoile. Sebbene cerchi più volte di allontanarsi dallo stereotipo della vecchia megera, l’attrice finisce per diventare la caricatura grottesca di sé stessa. Donna di grande classe e appartenente all’età d’oro di Hollywood, la Bankhead non verrà mai apprezzata abbastanza e verrà ricordata dal grande pubblico per una manciata di film:
- Il diavolo nell’abisso (The Devil and the Deep, Marion Gering, 1932) con Gary Cooper e Charles Laughton.
- I prigionieri dell’oceano (Lifeboat, Alfred Hitchcock, 1944) con John Hodiak e Hume Cronyn.
La sua stella però brillerà soprattutto nei teatri di Broadway dove porterà in scena commedie e drammi di successo:
- Piccole volpi (Litte Foxes) di Lillian Helman (1905-1984)
- Eva contro Eva (All about Eve),
che verranno successivamente portati sul grande schermo dalla grande Bette Davis.
Una notte per morire è un film decisamente di nicchia, che cerca di rispettare i canoni classici dei film dell’orrore degli anni Sessanta. Una pellicola al cardiopalma che si avvale di un ottimo cast, anche se il personaggio della Powers forse è il meno riuscito nonostante si impegni a cercare di scappare dalle grinfie malefiche della padrona di casa in tutti i modi.
Il tema principale: la follia
Il tema della follia torna nuovamente a bussare alla porta degli spettatori che insieme ai personaggi vivono lo stato di paura e di terrore che circonda la protagonista. La caratterista britannica Yootha Joyce (1927-1980) cerca di bilanciare le azioni della Bankhead divenendo sua complice consapevole. Apprezzata molto in patria, verrà ricordata anche per il personaggio di Mildred Roper nella Serie TV di fine anni Settanta George e Mildred. Come sempre marginali, sono invece i personaggi maschili del film che sono trascinati e travolti dalla forza motrice delle due attrici protagoniste.
Non sono pochi i momenti in cui ci si chiede se le azioni della Bankhead nel film di Narizzano siano spinte dal già labile e precario stato di salute fisico e mentale dell’attrice o se sia una scelta stilistica del regista. Ad ogni modo, quasi per omaggiare la sua interpretazione così fuori dagli schemi, il regista insieme alla casa di produzione Hammer decise di far uscire la pellicola anche con il titolo Die! Die! My Darling! proprio perché la Bankhead era solita salutare tutte le persone di cui non ricordava il nome con un prolungato ‘Darling’ che divenne quasi il suo segno distintivo di riconoscimento.
Tratto dal romanzo “Nightmare” della scrittrice americana Anne Blaisdell (pseudonimo di Barbara Elizabeth Linington, 1921-1988), Una notte per morire dimostra ancora oggi di non aver perso il suo fascino né tantomeno il suo smalto. Rimane una sola domanda: riuscirà Patricia a sopravvivere questa notte?
Buona visione.