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Covid-19, minori e vaccini | Voce al Diritto

Quando lo Stato non incentiva, ma obbliga.

Covid-19

Buongiorno Avvocato, mio marito e io stiamo decidendo se vaccinare o meno nostro figlio contro il Covid-19. Anche se noi siamo vaccinati, nutriamo molti dubbi sull’opportunità di sottoporre alla vaccinazione i bambini. Se succedesse qualcosa a nostro figlio a causa della somministrazione del vaccino, cosa potremmo fare per tutelarlo?”. 

Covid-19, quando lo Stato non incentiva ma obbliga

Cara lettrice,

lei ha un dubbio che molti altri genitori hanno e che personalmente anche io ho, se mi permette un riferimento autobiografico, tanto da essere contrario a sottoporre mio figlio dodicenne alla somministrazione.

La risposta alla sua domanda non è però così semplice.

In Italia esiste infatti una Legge, la n. 210/1992, che afferma come chiunque abbia riportato lesioni o infermità, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge, ha diritto a un indennizzo da parte dello Stato.

La norma è chiara: lo Stato indennizza solo nel caso di vaccinazioni obbligatorie.

Anche la Cassazione è dello stesso parere. Di recente, ad esempio, una sentenza (Cass. n. 7354/2021) ha respinto la domanda di ristoro dai danni provocati da un vaccino contro l’epatite A (ossia per un vaccino non obbligatorio, ma fortemente consigliato), sul presupposto che la legge consente di indennizzare solo nel caso di vaccini obbligatori.

Il vaccino contro il Covid-19, come noto, non è obbligatorio, nel senso che non c’é una legge che imponga a tutti di vaccinarsi per questa malattia.

Su questi presupposti, sarebbe semplice risponderLe che, se a suo figlio succedesse qualcosa a causa del vaccino, lo Stato non riconoscerebbe alcun indennizzo.

Si può però dubitare che il vaccino contro il Covid-19 non sia obbligatorio, alla luce delle leggi attuali.

Infatti, il vaccino contro il Covid è oggi diventato sostanzialmente indispensabile per svolgere numerose attività, da quelle più piacevoli, come andare al cinema o al ristorante, a quelle essenziali, come andare al lavoro (molte categorie, come i medici, gli insegnanti o le forze dell’ordine, per poter lavorare sono obbligate a vaccinarsi, salvo dimostrino di essersi ammalati e guariti).

Lo Stato, quindi, non sta più semplicemente incentivando a vaccinarsi, ma sta di fatto obbligando a vaccinarsi, a pena addirittura di non poter lavorare.

Se si accettasse quindi la tesi che il vaccino contro il Covid-19 è ormai diventato un obbligo, allora

lo Stato sarebbe a sua volta obbligato, ai sensi della legge n. 210/1992, a indennizzare il cittadino vaccinato nel caso di conseguenze avverse. 

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Filippo Testa

Scritto da Filippo Testa

Filippo Testa, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Parma nel 1999.
Concluso il tirocinio forense, nel 2002 supera l’esame di abilitazione di avvocato presso la Corte di Appello di Torino e viene insignito della Toga d’onore della Fondazione Torta quale iscritto all’Ordine degli Avvocati di Asti per aver conseguito il miglior punteggio all’esame di Stato.
Nel 2016 si iscrive all’Albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione e alle Giurisdizioni Superiori.
Attivo in diversi ambiti del diritto, ha recentemente conseguito un Master di specializzazione in Diritto dello Spettacolo.
Da sempre attento alle tematiche di difesa delle donne vittime di violenza e stalking ed alla loro tutela in ambito giudiziario.
Convinto animalista, si batte da sempre per la protezione e il riconoscimento dei diritti degli animali e, anche per questo motivo, sostenitore della dieta vegana.

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