Cosa s’intende con colpo di calore?
Noi animali siamo particolarmente a rischio nei periodi in cui le temperature si alzano, e ciò succede a causa del colpo di calore.
Esattamente come per voi umani anziani e bambini, l’eccesso di afa può avere conseguenze terribili anche su noi esseri a quattrozampe, in particolare sui vostri beniamini e amati pets.
Ciò che in termine medico e veterinario è definito iperpiressia o ipertermia da calore è l’insorgenza di un’emergenza progressiva. Essa va acutizzandosi, fino a diventare potenzialmente letale, in particolare nei cani.
La temperatura dell’animale sale, se non supera, addirittura i 41°C, compromettendo respiro e sistema encefalico, cardiovascolare, fino al rischio di cedimento cardiaco. L’ipertermia, più nel dettaglio, può causare uno shock con il rischio maggiore di arrivare ad una condizione di coma irreversibile sino alla conseguente morte. E voi non volete che ciò accada, giusto?!
Dunque, partiamo dalle basi, e spieghiamo meglio.
Come diagnosticare il rischio di un animale per un colpo di calore?
Parola di cane
L‘ipertermia è una condizione abbastanza semplice ed evidente perché non la si riconosca.
Noi animali siamo “spicci”, e vi rendiamo facile la diagnosi. Parola di cane. O di lupetto, come dite voi bipedi.
Basta un’attenzione al nostro comportamento, il racconto in merito a ciò che abbiamo fatto nelle ultime ore e dove siamo stati da parte del nostro proprietario umano, oltre al rilevamento della temperatura (ehm, rettale, per nostra sfortuna i termometri digitali non ci servono un granché).
Se questa supera i nostri standard fisiologici fra 38-39°C, allora è evidente si tratti di questa pericolosa evenienza.
In sintesi, il meccanismo che azioniamo quando percepiamo caldo è aumentare la nostra frequenza respiratoria, dissipando il calore e ansimando. Ciò avviene con un’intensità gradualmente maggiore, e a bocca aperta. In questo modo introduciamo maggiore aria fresca dall’esterno nelle vie respiratorie e favoriamo l’evaporazione con la perdita del calore stesso.
Tuttavia, se la temperatura esterna è più alta di quella corporea dell’animale, questo processo di termoregolazione viene giocoforza alterato, e ci diventa difficile raffreddare il nostro organismo.
Cosa ci espone principalmente al rischio e quali sono i sintomi negli animali colpiti?
Le cause principali dell’insolazione riguardano, evidentemente, l’esposizione prolungata al sole cocente senza riparo, anche sull’asfalto e/o cemento surriscaldato, attività fisica eccessiva con temperature esterne alte, sovrappeso dell’animale, e il rilascio prolungato in un ambiente che tende a sviluppare calore eccessivo con finestre e finestrini (anche semi–) chiusi e aria condizionata, come un’automobile (ricordiamoci che anche 20° possono essere percepiti come molti di più in presenza di ipossia). Insomma, siamo un po’ come le persone, solo con una temperatura “nostra” già di per sé più alta di quella umana. Inoltre, come già menzionato in precedenza, può essere causato anche da un’eccessiva umidità.
Fra noi cani, i più esposti sono cuccioli, anziani, soggetti ipotiroidei, cardiopatici o affetti da patologie polmonari, crisi convulsive e alterazioni muscolari, (esattamente come voi umani, suvvia!). Inoltre, le così (da voi bipedi) definite razze brachicefaliche come i nostri amici boston terrier, pechinesi, boxer, bulldog inglesi, americani o bouledogue francesi e carlini, a causa della caratteristica ostruzione delle vie respiratorie. Chi ha manto fitto e nero è ad alto rischio.
Le razze, fra noi cani, per così dire, meno esposte, al contrario, sono quelle col pelo raso e corto come dalmata, i piccoli chihuahua e i beagle.
I sintomi principali di questo triste accadimento sono:
- respiro pesante, affannoso con aumento della frequenza respiratoria
- debolezza, letargia, barcollamento dell’animale
- ipersalivazione
- mucose arrossate
- gengive e congiuntive degli occhi molto rosse, la mucosa orale può essere molto scura e appiccicosa
- la nostra urina può assumere un colore scuro
- vomito e diarrea, a volte con sangue
- stato confusionale e disorientamento, scordinazione
- tremori e reazioni muscolari incontrollati
- collasso, fino al coma che può condurre fino alla morte
Cosa fare in questo caso?
Cari umani, la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico, e intervenire in maniera tempestiva. Telefonando al veterinario, la prima cosa che vi dirà è di cercare di aiutarci ad acclimatarci il prima possibile.
Non buttateci addosso del ghiaccio, però, rischiamo di andare in shock termico anche noi!
Prima di andare dal vet, perciò, procediamo –procedete– come segue:
Se io o un mio amico peloso siamo in un ambiente troppo caldo o chiuso, spostateci (per noi è dura persino respirare, figuratevi quanto risulterebbe indaginoso alzarci per farlo!) in un altro più fresco, preferibilmente climatizzato. Solo in seguito, avvolgetevi su un telo umido e aiutateci a fare una doccia con acqua fresca, non ghiacciata (per le ragioni di cui sopra) e, se possibile, per favorire l’evaporazione, dirigete un ventilatore sulle zone bagnate le sue pale in maniera indiretta.
Per accelerare l’abbassamento della temperatura, potreste aiutarci con impacchi freschi sulla zona inguinale e sui delicatissimi cuscinetti delle zampine (se ci fate caso, camminare sull’asfalto rovente o sulle grate di metallo è una fatica, se possiamo evitiamo volentieri), e sulle teste è un aiuto prezioso l’impacco freddo, cosicché la zona dell’encefalo si raffreddi tempestivamente.
Il veterinario è essenziale con un animale a rischio di ipertermia!
Dopo questa prima fase di soccorso, a finestrini abbassati, diretti verso il veterinario più vicino, sappiate che potrebbero essere necessarie fino a 48 ore di ospedalizzazione per farci tornare in forze, durante le quali saremo costantemente monitorati. Purtroppo, non esistono farmaci, ma solo metodi veterinari di supporto per farci stare meglio.
Ad esempio, il veterinario potrà aiutare la nostra ossigenazione, assicurandosi la pervietà delle vie aeree, garantirci la frescura necessaria, farci analisi del sangue, controllando ipoglicemia e apparato gastroenterico. Inoltre, ci somministrerà, verosimilmente, fluidi in vena, correggendo alterazioni elettrolitiche, antibiotici. In seguito, controllerà eventuali aritmie, trattando disturbi di coagulazione che potrebbero insorgere, così come un edema polmonare. Inoltre, trattando la nostra ipotensione farà quasi certamente un check up delle nostre urine, e, ultimo ma non meno importante, delle nostre funzioni neurologiche. Ricordatevi che la prognosi è complessa, e come già vi abbiamo detto, può portare al decesso. L’attenzione è la cosa primaria!
Il colpo di calore nel gatto
Per un essere sempre pronto a conquistare il mondo come me, che sono un gatto, il colpo di calore può essere altrettanto delicato. Esso è un fenomeno in ogni caso più raro perché riguarda le meningi. Ciononostante, anche in noi micetti, così come nell’uomo, la regolazione della temperatura ha luogo nel cervello. L’ipotalamo nel diencefalo è la parte responsabile di questo processo. I recettori analizzano la temperatura corporea reale in più parti sparse nel corpo attraverso specifici sensori di misurazione, organuli di dimensioni microscopiche. Qualora i valori percepiti si discostassero troppo dai valori di riferimento, noi felini possiamo tentare di autoregolarci attraverso iperventilazione e aumento dell’attività fisica (tremori muscolari); se invece la temperatura è molto più elevata del valore di riferimento, iniziamo ad ansimare alla ricerca di zone d’ombra, leccandoci più frequentemente, così da mantenere umida la pelliccia, ed espellere calore.
Le cause più comuni di iperpiressia sono, principalmente conseguenti ad ambienti surriscaldati o alla concomitanza di sforzi fisici. Noi specie feline non riusciamo, come gli umani, a rilasciare il calore in eccesso attraverso il sudore poiché le ghiandole sudoripare eccrine, quelle della regolazione termica, sono solo fra cuscinetti delle zampe e fra le dita, senza pelo.
Per evitarci questo problemi, riempi sempre una bacinella di acqua fresca (o, meglio, una fontanella), oscurando magari le finestre di casa. Se puoi, lasciaci dei panni o coperte inumidite dove “impastare” o, semplicemente, rannicchiarci. Ricordatevi sempre che noi gatti assorbiamo l’ansia che ci attornia e quest’ulteriore stress ci fa surriscaldare. E poi, diciamolo, momenti di tensione simile vanno evitati per tutti, pelosi e umani compresi!
Prevenzione per evitare il rischio
Le misure da adottare da parte di Voi umani sono semplici.
Innanzitutto, evitate di lasciarci in macchina, anche per pochi minuti, lasciate le stanze della casa rinfrescate, teli umidi o tappetini refrigeranti, acqua fresca a volontà.
Noi adoriamo giocare e uscire con voi, ma non nelle ore calde, sono pericolose e dannose per noi. Prediligete le ore di primo mattino e verso sera, quando la frescura è maggiore.
Se, poi, non volessimo mangiare (non la sentite anche voi la scarsità di appetito in piena estate?! Ecco!), non forzateci a farlo.
Per favore, non esponeteci direttamente al sole, i raggi UVB possono rovinare i nostri bei tartufi e scottare la nostra pelle, causandoci dermatiti, escoriazioni fra naso, occhi, mucose e dorso, per finire nei più delicati casi di tumori di epidermide e occhi.
Offriteci frutta e verdura fresca di quelle che possiamo mangiare anche noi. E se possibile lasciateci dormire, ci aiuta a recuperare le energie.
Non sgridateci se scaviamo qualche buca nel giardino, ci aiuta a patire meno!
Questi accorgimenti valgono con tutti gli animali, specialmente con quelli da compagnia, e se ne avvistate uno per strada, aiutatelo, soccorretelo, non permettete che qualcuno passi dopo per buttarci via, ancora una volta. Ricordatelo: il colpo di calore può ucciderci!
Per concludere, trattateci come gli eterni cuccioli che siamo, e portateci con voi (nelle ore raccomandate, ovviamente), non importa dove.
Esservi accanto, è solo quella, per noi, la felicità!
A cura di Veronica Fino