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Marcello Dudovich

Il padre della cartellonistica italiana

Ogni giorno siamo circondati da megastampe raffiguranti immagini mozzafiato che pubblicizzano un prodotto o sensibilizzano le persone nei confronti di determinate tematiche. 

Ma ci siamo mai chiesti prima come fossero queste stampe, e soprattutto chi c’era dietro tanto lavoro?.

Oggi infatti parliamo di colui che è considerato il padre della cartellonistica italiana, eh si proprio lui, il solo ed unico Marcello Dudovich

Vita

Marcello DudovichMarcello Dudovich, cartellonista, illustratore, decoratore e pittore, nasce il 21 marzo 1878 a Trieste e si forma nel clima artistico triestino e mitteleuropeo.

Dopo aver frequentato le scuole “Reali” si trasferisce nel 1898 a Milano, dove viene assunto alle Officine Ricordi, dal conterraneo e all’epoca già affermato cartellonista Leopoldo Metlicovitz, come litografo.

Questi avverte l’eccezionale talento del giovane cui affida, oltre al lavoro di cromista, quello di pittore incaricandolo di eseguire dei bozzetti.

Nel 1899 il litografo Edmondo Chappuis lo invita a Bologna dove inizia a produrre cartelloni pubblicitari e, in seguito, copertine, illustrazioni e schizzi per varie riviste, tra cui “Italia Ride” (1900).

Dopo una breve parentesi genovese, nel 1905 è nuovamente a Milano presso le Officine Grafiche Ricordi ove continua la produzione di manifesti.

Tra i più famosi restano quelli per i magazzini Mele di Napoli (1907-1914) e per Borsalino, premiato nel 1911.Marcello Dudovich

Nel 1911 è chiamato a Monaco di Baviera dove sostituisce Reznicek come disegnatore nella redazione di “Simplicissimus” per illustrare la moda e la mondanità. Resta fino al 1914 nella città bavarese.

Questa felice stagione si interrompe con lo scoppio della prima guerra mondiale;

Tra il 1920 e il 1929 realizza i manifesti per “La Rinascente” di Milano, stampati dalle Officine d’Arti Grafiche Gabriele Chiattone, e nel 1922 diventa direttore artistico dell’I.G.A.P..Marcello Dudovich

Dalla fine degli anni ’20 prevale l’attività di illustratore.

Dudovich accoglie alcuni assunti novecentisti nella resa delle masse con un accennato chiaroscuro, pur senza abbandonare la tradizionale eleganza del suo segno grafico.Marcello Dudovich

Periodo Libico

Nel 1937 Marcello Dudovich si reca in Libia chiamato da Italo Balbo.

Il lungo soggiorno libico lo influenzerà fermamente.

Il suggestivo ambiente esotico offre a Dudovich una quantità di soggetti e di spunti e ravviva la sua appannata freschezza ideativa.

Egli scatta molte fotografie di scene e figure indigene, realizza numerosi disegni e schizzi: questo materiale si traduce a livello pittorico in una serie di opere a tempera, tra cui, per solenne imponenza, primeggia il ritratto “oggi in America” raffigurante la nipote Nives in abito africano.

Da ora, quasi in ogni mostra personale che Dudovich allestirà, sarà presente una sezione dedicata alla Libia e alle “scene libiche”: paesaggi, castelli, mura, moschee ed ancora scene di vita vissuta, tipi umani, con particolare attenzione alle grazie delle belle e giovani indigene.

Rientrato in Italia, l’artista continuerà a riflettere su quel mondo colorito e al rapporto tra le “due civiltà”, al punto da organizzare nel proprio studio, sedute di posa per evocare fittizie situazioni “libiche”, obbligando amici e modelle a indossare improvvisati burnus ed a posare per qualche serie di scatti fotografici.

In Libia, egli tornerà ancora nel 1951 e vi terrà anche un paio di mostre personali.

Marcello Dudovich muore a causa di un emorragia cerebrale il 31 marzo 1962 a Milano.

 

 

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