Michele Cucuzza: “Steve Jobs. Vita e invenzioni di un genio coraggioso.”
Michele Cucuzza torna con un nuovo libro, questa volta rivolto ai ragazzi: “Steve Jobs. Vita e invenzioni di un genio coraggioso.”
Un libro che racconta tutte gli aspetti di Jobs, dal suo essere uomo come tutti con i suoi problemi e le sue debolezze, fino al genio e futurista che lo caratterizzò sin da ragazzo.
E così attraverso questo racconto che si presenta con illustrazioni di Anita Perlini, Michele dà la possibilità ai ragazzi di scoprire un uomo che incominciò giovanissimo a credere nei propri sogni. Un giovane ragazzo della Silicon Valley, che con fatica e impegno è arrivato ad essere Steve Jobes.
Michele Cucuzza. Un libro dedicato ai ragazzi. Ma perché proprio Steve Jobs?
A Ottobre saranno 10 anni purtroppo che Steve Jobs è morto(ricordiamo è morto giovanissimo aveva soltanto 56 anni). Avrebbe potuto vivere ancor di più e chissà quale altre invenzioni avrebbe fatto.
Era un inventore miliardario, basti pensare che ha trasformato Internet in un’industria digitale. Ma è anche un personaggio molto interessante, soprattutto è importante ricordare i suoi inizi in questo ambiente.
Era molto giovane quando ha incominciato. Pensi che aveva una startup nel garage di suo padre. Era un giovane che faceva parte del movimento di Controcultura(che esisteva allora in quegli anni, inizi anni 70). E’ stato in India per elevare il livello di conoscenza e per conoscere meglio se stesso attraverso la meditazione. Era un vegetariano rigorosissimo. Ecco tutti aspetti che lo caratterizzavano.
Steve Jobs: L’infanzia e la chiusura in se stesso.
Aveva un problema esistenziale, malgrado poi aveva avuto una famiglia, tre figli, una figlia che non aveva riconosciuto, quando era molto giovane. Figlia che nacque con una compagna dal rapporto molto controverso.
Il suo problema più grande era la sua infanzia. Era stato adottato. I suoi genitori adottivi gli avevano rivelato tutto, ma ciò che lo sconvolse fu un commento di alcuni bambini che gli dissero: “sei stato adottato e i tuoi veri genitori non ti volevano bene.”
Una frase(anche se detta da bambini), che lo ferì molto, segnandolo per sempre. Infatti a causa di ciò non è mai stato empatico, non è mai riuscito a sentire gli altri profondamente. Si era sentito escluso e si chiuse in se stesso. E chi è chiuso non può comunicare. E’ un paradosso se pensiamo che stiamo parlando di Steve Jobs, il “Re della comunicazione”, del nostro tempo.
Steve: “Un genio coraggioso”… perché?
Il suo coraggio lo troviamo nei suoi inizi. Lui non aveva neanche 20 anni quando ha cominciato a interessarsi di Internet e di elettronica. Avvertiva i cambiamenti che c’erano nel luogo dove lui abitava.
Basti pensare che viveva a San Francisco, nella Silicon Valley, ovvero la valle del silicio dove si facevano i computer(e dove tuttora si fanno i computer). Li sono nate le più grandi Aziende Multinazionali di Internet.
Ma quando lui era giovane, tutto questo ancora non c’era e lui l’ha percepito il cambiamento, e quindi era uno che (malgrado questi problemi personali di cui le raccontavo prima),riusciva a capire la tendenza del momento.
Jobs: “La rete non ti rende schiavo, ma più libero.”
I Computer, il cellulare, l’ IPAD, l’Ipod, insomma tutte le sue creazioni oltre ad essere utili e geniali, dovevano essere anche belle. Ecco questo era un aspetto a cui lui teneva moltissimo. Infatti i suoi oggetti sono belli.
Jobs inoltre sosteneva che i computer, devono stare a casa e non solo nelle grandi Aziende. Questo perché, era convinto che la rete poteva e può renderci liberi, e così facendo pensava di dare una mano non solo al futuro, al progresso, ma anche alle persone. La rete non ti rende schiavo, ma più libero. Pensiero ovviamente non condiviso da tutti, perché ci sono ancora quelli che dicono che la rete ti omologa.
La generosità di Steve: “Crescere attraverso la rete”
Per un genio del futuro come Steve Jobs la rete era un mezzo che ti aiutava a crescere per diventare sempre più libero. Quindi era generoso nel suo pensiero, perché voleva aiutare gli altri a sentirsi più liberi. Il suo obiettivo è sempre stato quello di andare verso il progresso, con oggetti facili da utilizzare, esteticamente belli, ma soprattutto duraturi. Non amava gli oggetti usa e getta.
Michele Cucuzza ad oggi che oggetto usa del celebre Steve Jobs?
E’ quello che ho adesso tra le mani per fare questa intervista: il cellulare, oramai è il mio personal Computer. Cammina con me e attraverso di lui faccio tutto dai bonifici bancari fino alla stesura dei miei libri. E quando mi soffermo a guardare glia angoli smussati del Cellulare, penso a lui perché era un suo desiderio e poi sosteneva che con gli angoli smussati gli oggetti sono più belli.
Un perfezionista che amava la semplicità nell’estetica e nell’utilizzo.
Lui curava tutto, era un perfezionista. Quando finalmente riuscì ad acquistare una propria casa( basti pensare che era miliardario prima dei 30 anni), era vuota. La classica casa da miliardario bella in collina, ma era vuota. Aveva solamente il materasso e il Pc. Perché? Perché cercava sempre la perfezione e alla fine non comprava nulla. Un perfezionista dell’estetica e dell’utilità, e infatti le sue creazioni sono belle utili e semplici.
Semplici soprattutto perché secondo Jobs la semplicità è il massimo dell’eleganza, mentre se tu crei qualcosa di difficile e di articolato, vuol dire che non hai le idee ben chiare.
Ad un certo punto della sua carriera fu licenziato perché il Macintosh da lui creato, non era andato bene sul mercato. Lui incolpava i dirigenti della Apple del fallimento, ma i suoi dirigenti lo mandarono via. Gesto che lo fece risentire nuovamente rifiutato come durante l’infanzia. Rifiutato per la seconda volta, una volta dalla famiglia e ora dagli amici che lui stesso aveva chiamato per costruire la sua azienda.
Nasce così la Pixar.
Rifiutato e mandato via Steve si crea una sua azienda, che purtroppo non andò bene, però creò la Pixar. Se noi oggi vediamo i cartoni come sono ora ovvero in digitale, lo dobbiamo a Steve Jobes. Basti ricordare o magari non tutti lo sanno che è stato lui a fare Toy Story, Alla ricerca di Nemo in collaborazione con la Disney. Quindi pensi a cosa ha inventato lui. Per concludere poi è stato riassunto alla Apple perché senza di lui andava male, e quindi è tornato alla grande.
Purtroppo poi si è ammalato di cancro, ha fatto cure costosissime, ma malgrado ciò è morto.
Un libro che può insegnare molto ai giovani.
Pubblicato da Curcio Editore e acquistabile anche online, questo è un testo semplice e breve, ma che al suo interno ha un suo rigoroso racconto. Ho cercato di raccontare i suoi successi, la sua vita privata, ma anche i suoi insuccessi. Credo che per i giovani sia importante sapere che anche un miliardario, anche un genio può avere delle sconfitte. Ovviamente si può ritirare su, e venirne fuori alla grande. I ragazzi devono sapere che anche quelli che noi consideriamo persone inarrivabili, sono persone come noi. Ma anche noi se ci impegniamo nel nostro da fare e sul nostro futuro e i nostri desideri possiamo realizzarli.
L’auspicio di Michele Cucuzza ai giovani.
Auspico che i nostri giovani si impegnino a realizzare i loro sogni, e per sogni non intendo l’essere famoso. Impegnatevi e lavorate duro per raggiungere i vostri obiettivi.