Da qualche giorno è diventata virale, per la sua straordinarietà, la vicenda dell’occupazione abusiva di un appartamento a Roma, da parte di Rom. Quest’ultimi, infatti, avevano approfittato del ricovero in ospedale per accertamenti del proprietario. Questa storia ha dell’inverosimile. Il malcapitato è il Sig. Ennio Di Lalla, 86 anni, proprietario da più 50 anni dell’appartamento nel quartiere periferico romano Don Bosco.
Rom occupano la casa di Ennio – Il caso inverosimile
Durante il suo breve ricovero, infatti , la sua casa veniva occupata, forzando la porta e sostituendo poi la serratura. Il Sig. Di Lalla, avvertito immediatamente dall’amministratore, si è immediatamente attivato a fare la denuncia con la consulenza di un legale. Purtroppo non è potuto rientrare nel proprio appartamento, se non dopo più di venti giorni.
Se da un lato il Sig. Di Lalla ha il diritto di disporre della sua proprietà sancita costituzionalmente, dall’altro entrare nell’appartamento con la forza, senza documenti ufficiali, che attestino il suo diritto, sarebbe, in questo caso, paradossalmente, violazione di domicilio.
Sulla base di questi tecnicismi e norme burocratico/legali, i carabinieri hanno dovuto eseguire prima un decreto di sequestro preventivo, per procedere poi allo sgombero il 5 novembre.
La polizia ha identificato gli occupanti dell’appartamento. Si tratta nello specifico di una donna Rom, di 28 anni, e altre donne, oltre ad un cane Pitbull. Le due hanno dichiarato inizialmente che era stato lo stesso proprietario ad autorizzarle ad entrare in casa. In un secondo tempo, però, dicono che non sapevano dove andare a dormire. Nel frattempo, il Sig. Di Lalla ha chiesto ospitalità al fratello durante il periodo in cui non è potuto entrare in casa propria.
Le rom, invece, sono finite al centro di un procedimento penale con ipotesi di reato di invasione e di danneggiamento di edificio. L’appartamento è stato restituito al legittimo proprietario purtroppo devastato; oggetti e mobili ammassati un po’ ovunque, sporcizia e ricordi di una vita andati distrutti.
Il Sig. Di Lalla ha avuto un malore alla vista di tale sfacelo, ma per fortuna si è ripreso in breve tempo, grazie alla solidarietà e affetto dimostrato dai vicini. I condomini lo hanno infatti sin dall’inizio, aiutato e protetto, e accolto nel giorno del suo rientro nell’abitazione, tutti riuniti all’ingresso con abbracci a applausi.
Questa vicenda ci fa riflettere e evidenzia, che alcuni procedimenti legali in essere, debbano essere rivisti e modificati, per evitare lungaggini e risoluzioni tardive su reati, come questo, che necessitano invece interventi immediati.