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Loris Sansotta: “La musica? Una parte della mia vita” | Intervista

Il giovane influencer e modello racconta e si racconta in esclusiva per Vanity Class

Loris Sansotta

Classe 1988, fisico statuario e voglia di farsi conoscere, Loris Sansotta è un influencer e modello italiano. Nato da madre romana e padre calabrese, dall’età di cinque anni comincia a giocare a calcio. Sfortunatamente, però, un infortunio al ginocchio lo costringe ad abbandonare il percorso dal calciatore e così, il giovane, decide di iniziare a dedicarsi al body building. Nel corso della sua vita, ha svolto diversi lavori, che lo hanno portato a girovagare per il mondo, e negli ultimi ha riscoperto quella che è a tutti gli effetti una sua grande passione: la musica. 

Lo abbiamo intervistato per voi. 

Loris Sansotta: "La musica? Una parte della mia vita" | Intervista
Loris Sansotta

Loris Sansotta – L’intervista

Che cos’è per te la musica?

Per me la musica è una valvola di sfogo. Quando faccio musica, in quell’arco di tempo, non penso a niente e la cosa mi fa stare bene. Insomma, una sorta di mia salvezza. 

Che cosa ti ha spinto a fare musica?

Ho sempre avuto i brividi quando sentivo cantanti del calibro di Céline Dion, Whitney Houston, Michael Jackson e tanti altri come loro. Quando ero più piccolo, intorno ai 20 anni, cominciai a girare per i locali dove si faceva karaoke. Entravo, ma non cantavo mai. Poi, facendo amicizia con le persone che li frequentavano, presi un microfono in mano e iniziai a farlo. Ero molto intonato, tant’è che decisi di cominciare a studiare seriamente. La persona che più mi ha spronato e incoraggiato ad intraprendere questo percorso è stata mia madre. 

Qual è il tuo strumento musicale preferito?

All’inizio, suonavo la chitarra, ma non mi dava grande soddisfazione. Così, decisi di provare a suonare il pianoforte e devo ammettere che si è rivelata essere una grande soddisfazione. Ogni volta che tocco la tastiera mi emoziono. Perciò, posso affermare in tutta onestà che è questo il mio strumento preferito.

A questo punto non possiamo che chiederti quale sia il tuo artista preferito?

A dir la verità non ho un particolare un artista preferito, ma posso dire che quello che ritengo il più forte e il più completo nella Storia della musica è Michael Jackson. Per quel che riguarda i cantanti italiani, invece, mi piace molto Elisa, credo che abbia una tecnica vocale pazzesca. 

Sei soddisfatto del cantante che sei?

Assolutamente no. Nonostante canti e faccia musica da anni, continuo a prendere lezioni ogni settimana perché se mi sentissi arrivato, sarebbe il più grande errore che, in quanto artista, potrei mai fare.

Hai qualche inedito?

Non ho ancora un inedito da rilasciare. Ci sto lavorando da molti mesi, mi piace curare ogni cosa nei minimi dettagli e fin quando non sentirò che sarà pronto, non lo pubblicherò.

È difficile fare musica?

Come ogni cosa che si vuole realizzare nel migliore dei modi, è sicuramente difficile. Quando si va ad un concerto e si ha la possibilità di vedere un cantante che impugna il microfono e tira fuori la voce, non si pensa all’immane lavoro che c’è dietro. Un cantante deve saper mettere in posizione il suono nella scatola cranica. Ad esempio, chi fa lirica lavora con la cintura diaframmatica, mentre chi fa canto moderno lavora oralmente. Chi fa canto classico, invece, canta in maschera. E la stessa cosa vale per chi suona uno strumento. Non credo che chi non lo ha mai fatto possa prendere in mano una chitarra e suonare come se nulla fosse. Esistono accordi, posizioni delle dita e tecniche che è necessario conoscere per poter utilizzare un determinato strumento. Ci vogliono tanto studio e impegno.

Loris Sansotta: "La musica? Una parte della mia vita" | Intervista

Sei un amante dei concerti?

Sono un po’ ambiguo in questo senso. Gli unici due concerti in cui ho partecipato sono stati quelli di Renato Zero, perché lo avevo promesso a mia mamma, è quello di Aka7even perché è un mio amico e mi aveva invitato. Forse, dovrei frequentarne di più! (ride)

Hai mai partecipato a videoclip musicali? Che ruolo hai ricoperto?

Sì, ho preso parte a diversi video, ma non nel ruolo di cantante. Al contrario, ho vestito i panni del ragazzo immagine come, ad esempio, nelle clip di “Loca”, sia versione italiana che spagnola, e di Alex Wyse per il suo album “Non siamo soli”.

Quanto è importante il microfono per un cantante?

È importantissimo. È come se ad un pizzaiolo si togliesse la pala per infornare le pizze. Un cantante può giocare molto col suo microfono, non a caso esiste la cosiddetta “tecnica microfonica”. Ci sono microfoni che ti danno una voce più profonda, altri una più frizzantina, e in goni caso rimane uno strumento che deve essere utilizzato solamente da chi sa utilizzarlo.

In conclusione Loris, consiglieresti ad un bambino o ad un adolescente di fare musica?

Assolutamente sì, sebbene rimanga una cosa che comunque devi avere dentro. Come ogni passione, del resto. Per quel che mi riguarda, la musica mi ha salvato e credo che possa aiutare molte altre persone!

Redazione

Scritto da Redazione

La redazione di VanityClass.

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