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Donatella Rettore: “In un mondo di uguali voglio essere sola” | Intervista

Dopo lo stop dovuto alla pandemia da Covid-19, la cantante torna ad esibirsi dal vivo con un tour primaverile che toccherà i principali teatri di svariate città italiane.

Donatella Rettore
Donatella Rettore Credits© - PH: Alex Belli by AXBStudio

«In un mondo di uguali voglio essere sola» ha dichiarato poche settimane fa sui suoi canali social ufficiali, ma a pensarci bene sono decenni che ci dimostra come la veste dell’omologazione non le calzi proprio a pennello. Figlia di un’epoca destinata (forse) a non ritornare, Donatella Rettore è indubitabilmente una delle cantautrici, paroliere e attrici più controverse del panorama discografico nostrano. Sin dai primi anni settanta, si è imposta sulla scena nazionale grazie ad uno stile dissacrante e ironico, ma al tempo stesso esuberante e all’avanguardia, che in svariate occasioni l’ha portata a non essere compresa fino in fondo pur non riuscendo ad impedirle di costruire una carriera che in pochi potrebbero vantare.

E oggi, reduce dall’incredibile successo della 72esima edizione del Festival della Canzone Italiana grazie a Chimica con Ditonellapiaga, certificato Disco d’Oro nella classifica FIMI, torna ad esibirsi dal vivo con un tour primaverile, inaugurato lo scorso marzo e interrotto per via dell’inasprimento del conflitto in Ucraina, che farà tappa domani, mercoledì 27 aprile, al teatro Giorgio Gaber di Milano e venerdì 29 aprile al Teatro di Varese. Una serie di concerti attraverso i quali l’artista, dopo un periodo decisamente buio a causa dell’emergenza pandemica da Coronavirus, vuole lanciare un messaggio di speranza e di rinascita. Pertanto, abbiamo deciso di raggiungerla telefonicamente e l’abbiamo intervista per voi. 

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Locandina ufficiale del tour teatrale di Donatella Rettore
per gentile concessione dell’ufficio stampa 361 ComunicAzione di Mauro Caldera

Donatella Rettore – L’intervista

Buongiorno Rettore e benvenuta tra le pagine di VanityClass. Oggi abbiamo il piacere di parlare con un’artista che senza ombra di dubbio non ha bisogno di presentazioni, tuttavia quello che i nostri lettori si chiedono è se c’è un lato di te che nessuno ha mai visto finora e che magari avremo l’opportunità di conoscere, considerando anche la ripresa imminente del tour nei teatri.

In linea di massima direi di no, però c’è sempre un lato o un qualcosa di una persona che non tutti riescono ad intravedere. E a dir la verità, questo è un aspetto su cui in pochi si soffermano. Solitamente di me si tendono a riconoscere soltanto l’esuberanza o la follia. Ma nessuno ha mai riflettuto su quanto, in realtà, persino una folle come me possa essere nostalgica e malinconica. Basti pensare alle mie canzoni più struggenti, che vengono continuamente interpretate un po’ come un attimo d’autunno in un quadro in cui è sempre estate. Invece no, anche a me può capitare di attraversare momenti “bui”, se così vogliamo definirli…

Forse perché in tanti tendono a soffermarsi più sull’immagine che ciascuno dà di sé piuttosto che sforzarsi di andare oltre…

Beh, sarebbe più appropriato affermare che ci si è abituati a focalizzare dove fa più comodo. Difatti, molti hanno la tendenza a cogliere solamente quegli aspetti con i quali è più facile identificarsi. Sono una donna che cerca continuamente di trasmettere positività ed è solo questo che vede la maggior parte della gente. Purtroppo, però, persino per una come me non è tutto “rose e fiori”. Visti i recenti sviluppi di attualità, poi, oserei dire che non c’è proprio nulla da ridere o per cui divertirsi. E se per qualcuno invece è così, allora la situazione è davvero preoccupante. Oggigiorno le persone sono diventate estremamente superficiali, non si fermano a riflettere per più di un secondo. Una volta Renzo Arbore disse “meditate gente, meditate”. Ora questo non accade, perché pensare risulta troppo faticoso. Bisognerebbe tornare ad essere più raziocinanti!

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Donatella Rettore Credits© PH: Alex Belli by AXBStudio

Guardandoti indietro e pensando ad oggi, ritieni che adesso ci sia più superficialità rispetto al passato?

C’era sicuramente anche prima, ma oggi un po’ di più. Certo, bisogna comunque ammettere che la scena culturale odierna è molto cambiata rispetto al passato. Non ci sono più quelle figure intellettuali e quei personaggi, uno fra tanti Umberto Eco, che possano ergersi a esempi o punti di riferimento da seguire o dai quali riuscire a prendere spunto.

E per quanto riguarda la musica? Come e quanto credi sia cambiata nel tempo?

Per la musica ammetto che, in alcuni casi, si senta la mancanza di una scuola forte e per questo motivo risente della superficialità che caratterizza la nostra epoca. Per quel che mi riguarda, sono sempre stata una molto lontana dalle esigenze del mercato. I numeri, lo streaming e le visualizzazioni non fanno per me. Preferisco di gran lunga scrivere canzoni che lascino un segno nel tempo e che tra vent’anni siano ancora lì. Per carità, avendo anch’io una casa discografica, cerco volentieri di venire incontro a queste nuove esigenze a patto, però, che ne venga fuori un buon prodotto. I brani “usa e getta”, quelli uguali gli uni agli altri, non mi piacciono, perché a mio avviso “l’usa e getta” inquina ed io preferisco farne a meno. E allo stesso modo non amo particolarmente venire incontro ai gusti del pubblico. Credo che sia sbagliato poiché se si innesca questo tipo di approccio, quel pubblico non crescerà mai. “Musica Leggerissima” di Colapesce Di Martino, ad esempio, è sicuramente un pezzo cantabile, orecchiabile e all’apparenza frivolo, ma nasconde dietro di sé un grande contenuto incentrato su quell’immenso buco nero in cui ci siamo ritrovati a vivere. Ecco, sono questi i pezzi che voglio ascoltare e produrre.

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Donatella RettoreCredits© PH: Alex Belli by AXBStudio

Rimanendo in quest’ottica, sono molti i giovani che tentano di sfondare nel mondo della musica, alle volte senza riuscirci. C’è qualcosa che vorresti dir loro? Un consiglio magari…

I giovani di oggi pensano ingenuamente di poter fare successo grazie ai talent show, trasmissioni che a mio parere sono diventate una vera e propria piaga sociale. Per non parlare di quelle persone senza scrupoli il cui unico intento è quello di sfruttare chi si affida a loro. Anche a me è capitato e capita tutt’ora. Perciò, la sola cosa che mi sento di dire, sebbene possa risultare un po’ cinica, è che se determinati individui ti avvicinano per convenienza e convengono anche a te per un breve tratto della tua esistenza, allora non puoi far altro che usarli a tua volta e poi buttarli via, perché farebbero lo stesso con te. Non è disonestà, ma è semplicemente il modo in cui ci si deve comportare ora per sopravvivere.

Hai collaborato con diversi astri nascenti di recente, l’ultima Margherita Carducci in arte “Ditonellapiaga”. Com’è stato lavorare con lei?

Quello con Ditonellapiaga è stato un incontro voluto dal destino, troppo bello per essere vero. L’empatia che c’è tra me e Margherita è un qualcosa di veramente magico e profondo. Non saprei spiegarlo, ma è un sollievo che per me ci sia lei. Il nostro non è solamente un sodalizio professionale, ma anche e soprattutto umano. Le voglio davvero bene, perché in un certo periodo della mia vita mi ha fatto ritrovare un sorriso che non avevo, mi ha fatto divertire, pensare tantissimo e creare. È una ragazza sana, leggera ma non futile, molto impegnata, in grado di usare e dosare il talento che possiede. Ha studiato per fare spettacolo e lo sta facendo in una maniera molto intelligente, riprendendo un filone che si era interrotto forse tempo fa. Non la definirei la mia erede, ma è di sicuro colei che porterà avanti il mio pensiero. Ringrazio il cielo di averla conosciuta e di averla nella mia vita.

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Donatella Rettore & DitonellapiagaCredits© PH: Chiara Mirelli

Proprio con lei, infatti, sei tornata quest’anno al Festival di Sanremo sulle note di “Chimica”, un duetto che ha spopolato in radio e nelle classifiche. Che sensazione hai provato cantando sul palco insieme a lei, ma soprattutto com’è stato farlo davanti al pubblico dopo due anni di pandemia?

In effetti, quando lo scorso anno sono andata all’Ariston con La Rappresentante di Lista, mi sono esibita di fronte a dei palloncini. In genere un’artista, che sia un attore o un cantante, il più delle volte canta o recita per se stesso e cerca di non deludersi. Se non c’è il pubblico, naturalmente questo ti riesce più semplice. Quando c’è, invece, si avverte una pressione maggiore. In ogni caso, però, devo dire che quei palloncini sono stati molto carini con noi (ride). Scherzi a parte, è stato sicuramente molto bello, ma lo è stato ancor di più tornare a cantare con gli spettatori in sala.

Il prossimo 27 aprile, invece, al Giorgio Gaber di Milano riprenderà il tour primaverile interrotto lo scorso marzo. Come ti senti alla vigilia di questa ripartenza?

Sono molto contenta. Eravamo partiti a marzo, ma con lo scoppio della guerra in Ucraina abbiamo deciso di fermarci. Di fronte alle atrocità che si stanno consumando in quei territori non era proprio il caso di continuare a far musica, abbiamo preferito aspettare un po’. Doveva essere una grande festa di ritorno, tuttavia non era proprio il momento di festeggiare. Adesso che la situazione si sta un po’ chiarendo, ripartiremo da Milano per poi continuare con le tappe a Roma e a Varese.

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Donatella RettoreCredits© PH: Elisa Hassert

Come mai hai scelto il teatro come location e qual è il messaggio che vuoi lanciare a chi avrà il piacere di ascoltarti di nuovo dal vivo?

Perché rappresenta una dimensione più intima e raccolta, dove poter creare realmente un momento di condivisione con il pubblico. Dopo un periodo così difficile, in cui tutti abbiamo sofferto, dobbiamo ripartire. Chi fa musica si merita di sentire la gente sotto il palco che stona, sbaglia le parole, ma c’è ed è viva, non dietro a uno schermo. Voglio regalare attimi di leggerezza aiutando i più giovani a vivere questa fase importante della loro vita, sfogandosi con la musica e lo stare insieme e non con la violenza.

A proposito di Ucraina, nei giorni scorsi i Måneskin si sono esibiti al Coachella2022 lanciando un forte messaggio contro Vladimir Putin. Cosa pensi del quartetto romano che sta spopolando in tutto il mondo?

Devo dire che sono una band davvero molto credibile e affidabile. Mi piace il piglio di internazionalità che hanno intrapreso e lo condivido pienamente. Hanno fatto benissimo, ma devono lavorare molto e devono tener duro, perché la strada, sebbene sia quella giusta, è ancora tutta in salita!  

Una volta qualcuno disse che “la musica è l’unico luogo dove possiamo sentirci realmente liberi”. Lo pensi anche tu?

Certo, se ce la lasciano fare. Non possiamo far musica tra campi di concentramento e fosse comuni. La melodia viene coperta dalle raffiche di mitra. E quella non è musica, ma rumore!

Donatella Rettore: "In un mondo di uguali voglio essere sola" | Intervista
Donatella RettoreCredits© PH: Luca Brunetti

Qualche anno fa hai duettato con Tommaso Zorzi nel “Se mi lasci non vale”. Com’è stato collaborare con lui?

In realtà l’ho conosciuto di persona solamente un anno fa. All’epoca di “Se mi lasci non vale”, facemmo tutto via web e non avevo avuto la possibilità di vederlo di persona. È un ragazzo molto simpatico, pieno di vita. Lo ammiro.

Oltre al tour, ci sono altri progetti sui quali sei concentrata al momento?

Di idee ne ho parecchie, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi. Al momento, come è giusto che sia, sono focalizzata sulla tournée, ma non escludo che presto possiate sentirne delle belle!!!

 

 

Diego Lanuto

Scritto da Diego Lanuto

Classe 1996, studente laureando in "Lingue, Culture, Letterature e Traduzione" presso l'Università di Roma 'La Sapienza'. Appassionato di scrittura, danza, cinema, libri e molto altro, nel corso degli anni ha collaborato con diversi siti e testate giornalistiche on line tra cui Metropolitan Magazine, ATuttoNotizie, M Social Magazine e Spyit.it. Ha scritto alcuni articoli per la testata giornalistica cartacea ORA Settimanale. Ha curato progetti in qualità di addetto stampa. Attualmente è redattore presso la testata giornalistica Vanity Class e addetto stampa del progetto "L'Amore Dietro Ogni Cosa - Andrea Crimi canta Simone Di Matteo".

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