Sono passati ben sette giorni da quando Vladimir Putin ha annunciato alla nazione l’invasione dell’Ucraina. In un video trasmesso sulla televisione statale, che in molti ritengono fosse pre-registrato, il Capo del Cremlino ha comunicato alla popolazione di dover avviare un’operazione militare speciale per difendere i separatisti filo-russi del Donbass dalla (presunta) oppressione di Kiev. E così il suo esercito, nelle prime ore dell’alba tra il 23 e il 24 febbraio scorso, è entrato nel Paese confinante, innescando un massiccio attacco su vasta scala via terra, via aerea e via mare. Da quel momento, numerosi sono stati gli scontri che hanno destabilizzato lo Stato dell’Est Europa e ad oggi le perdite umane, politiche ed economiche sono, da entrambe le parti, piuttosto notevoli.
In più, nonostante lunedì 28 febbraio i delegati russi e ucraini si siano incontrati nella regione di Gomel (al confine con la Bielorussia) per dare inizio alle trattative di pace, il conflitto non si è mai fermato. Anzi, Mosca ha inasprito l’offensiva, rinforzando le sue forze presenti sul territorio e assediando diverse città, tra cui anche la Capitale.
Nuova notte di scontri in Ucraina
Risale alla mattinata di ieri la notizia che una coda di carrarmati moscoviti lunga circa 60 km era diretta verso Kiev. Un segnale che suggerisce quanto sia forte la determinazione di Putin nel non volersi fermare, nemmeno di fronte alle sanzioni dell’Occidente (le più pesanti della Storia) che stanno letteralmente affossando l’economia della Federazione. Basti pensare al valore del rublo che si è ridotto fortemente, alla Borsa che è chiusa da ben due giorni oppure alla decisione della Sberbank, la principale banca russa, di lasciare il mercato europeo.
Difatti, in seguito agli intensi bombardamenti su Kiev, i quali hanno danneggiato irrimediabilmente la torre delle telecomunicazioni, e su altre città, i parà di Mosca sono atterrati nella notte a Kharkiv, da tempo oggetto di una lunga contesa e dove è stato colpito da un missile persino il palazzo del governo regionale. Inoltre, stando a quel che riferiscono fonti dell’intelligence inglese, Mariupol e Kherson sarebbero circondate. Ora a preoccupare maggiormente, però, sebbene il Cremlino abbia prontamente smentito, sono alcune indiscrezioni giunte nelle ultime ore secondo le quali la Russia si starebbe preparando all’utilizzo di bombe termobariche e a grappolo sull’Ucraina.
Nel frattempo, gli Alleati (UE, USA, UK e NATO più in generale) hanno rinnovato il loro sostegno al Presidente Volodymyr Zelensky. L’Unione Europea, ad esempio, ha accolto con una larghissima maggioranza la richiesta di quest’ultimo di entrare a far parte della comunità e molti Paesi, tra cui l’Italia in cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza bellico fino al 31 dicembre prossimo, si stanno adoperando per inviare armi e rinforzi nell’area.
Seguiranno aggiornamenti.